Durante la salita Dante,abbassando lo sguardo,non vede più l’ombra di Virgilio e subito si preoccupa che la sua guida sia scomparsa. Virgilio rassicura il poeta e gli spiega che le anime, non essendo materiali, non proiettano alcuna ombra anche se possono soffrire. Così è stato stabilito dalla Grazia divina ed è inutile cercare di decifrare l’intento di Dio,dice Virgilio.
Virgilio le rassicura dicendo che Dante è effettivamente vivo, e la scalata del monte non è contro il volere divino. Una delle anime si rivolge a Dante e lo invita a guardarlo, per capire se lo ha mai visto sulla Terra. Dopo che Dante ha negato di conoscerlo, il penitente mostra una piaga sul suo petto e una ferita sul cigliato. Si presenta come Manfredi di Svevia (Venosa, 1232 – Benevento, 26 febbraio 1266), un giovane uomo di bellezza fisica e gran gentilezza morale che assume caratteri cristologici.
Manfredi stesso dice di aver commesso terribili peccati eppure si trova nel purgatorio: la bontà divina infatti è infinita e perdona chiunque si penta, anche in punto di morte.
Manfredi dimostra che un'azione umana,come la scomunica,non sempre ha ripercussioni nell'aldilà: la grazia divina è indipendente da ogni decisione umana. Il Papa,infatti,aveva scomunicato Manfredi e aveva fatto l'errore di mescolare sacro e profano,usando la scomunica come arma politica.
Fonti: http://danteworlds.laits.utexas.edu/purgatory/gallery01.html http://www.reteduesicilie.it/re-manfredi-torna-a-casa/