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La nostra cassetta degli attrezzi è sempre più ricca di strategie.
Quella di oggi non è una figura retorica, è un "espediente" che ho ritrovato in più poesie, anche molto famose.
L'ho chiamato l'espediente del "ma..." e consiste nell'inserire questa parolina magica all'inizio di una strofa, quando la poesia sta ormai per concludersi.
Teaching point
Oggi impereremo, "copiando dai più bravi", che possiamo enfatizzare la parte conclusiva di un testo poetico, grazie all'uso della congiunzione avversativa "ma".
In più testi, i poeti ne fanno uso, con lo scopo di creare una sorta di contrapposizione tra ciò che è scritto prima e ciò che è scritto dopo il "ma".
Leggiamo la poesia "Legami" di Chiara Carminati tratta dalla raccolta "Viaggia verso - poesie nelle tasche jeans"
Prima del "ma" l'idea prevalente nel testo è quella di spingersi oltre, di andare avanti, di viaggiare verso qualcosa...
...dal "ma" in poi, invece , ci si avvia verso la conclusione del pezzo, che è una conclusione (il ma lo prefigura) incentrata su un'idea che si contrappone a quella della prima parte.
Infatti la parte conclusiva guarda al punto da cui si è partiti, non guarda avanti verso la meta, come la prima.
Lo sguardo, dunque, dal ma in poi, è rivolto indietro, verso l'inizio del viaggio, e ci dice che è bene che all'inizio ci sia un nodo, cioè che ovunque andiamo è bene che le nostre radici siano ben solide, che abbiamo legami e affetti veri "ben radicati".
Leggiamo adesso la famosa poesia di G. Ungaretti intitolata San Martino del Carso. Il poeta racconta l'esperienza della prima guerra mondiale a cui ha partecipato egli stesso.
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non m'è rimasto
neppure tanto
Ma nel mio cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese più straziato
Nella prima parte il poeta, che vede il paese di San Martino, completamente devastato dalla guerra, si sofferma su ciò che non c'è più ( non è rimasto...)
con il "Ma" ci introduce a quello che invece c'è, che è rimasto, cioè le croci. Le croci nel suo cuore ci sono! Il "ma" crea dunque una contrapposizione tra ciò che non c'è e ciò che c'è.
In questa poesia, poi, il "ma" ci conduce anche verso un'altra contrapposizione che il poeta ha voluto creare, quella tra il fuori, che c'è nella prima parte, e il dentro della seconda "ma nel mio cuore".
Il poeta ha dunque usato questa congiunzione in modo molto significativo.
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Pixabay