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LO STRESS dal Punto di Vista delle Catene Muscolari G.D.S.

Tratto dalla rivista “Accordages “-La rivista dell’APGDS Francia n° 5 -secondo semestre 2016”

La velocità dei progressi scientifici ci permette di pensare che non bisognerà aspettare a lungo prima che il fossato che separa le medicine alternative dalla medicina convenzionale sia colmato. Tra l’altro, comincia a imporsi l’idea secondo la quale l’aspetto psichico agisce sul corpo e viceversa, lo stato del corpo influenza il risentimento emozionale. Si parla molto dell’influenza dell’amore (nel senso universale del termine) e dei pensieri positivi sulla salute del corpo e dello spirito.

Pensiamo alla domanda: “perché ci ammaliamo ? O ancora cosa potrebbe farmi guarire? Tante domande alle quale vorremmo trovare risposte. Come stabilire legami e trovare risposte? Come stabilire delle passerelle tra i diversi approcci, che mettono a nostra disposizione le medicine globali, le quali posizionano l’essere umano nelle sue dimensioni psichiche, emozionali e intellettuali, Al centro di nuovo dibattito scientifico? È forse l’occasione di trovare delle soluzioni adattate all’evoluzione delle nostre società, confrontate all’urgenza di preservare il pianeta.

Perché ho avuto voglia di fare un lavoro sullo stress?

Quest’inverno ho avuto l’occasione di leggere libri di grande interesse sull’avvenire di una nuova medicina, quella che unisce il corpo e lo spirito. Mi sono appassionata al libro di Thierry Janssen, ex chirurgo belga, “la soluzione interiore”, e a quello del neuro anatomista Bill Bolte Taylor; “viaggio al di là del mio cervello”, che racconta la sua esperienza post ictus… Senza parlare dell'interesse che ho per quest’approccio della medicina.

Fui molto stupita di non trovare, soprattutto nel libro di Janssen, delle risposte corporee soddisfacenti come quelle proposte dalla metodica GDS, che rimette l’essere umano al centro dell’universo, meno evidente nelle metodiche di Fr. Mezieres, Feldenkrais, Ehrenfried citate in questo libro.

Che cos’e lo stress ?

Tutti hanno, un giorno o l’altro, conosciuto gli effetti dello stress. Abbiamo tutti sentito, un giorno, il crampo allo stomaco, la bocca secca, il sudore freddo in una piena giornata di calore… Ma, a volte, questo può andare più lontano rispetto a questi piccoli inconvenienti, far crollare le difese immunitarie e favorire lo scatenamento di malattie più gravi, che possono andare dall’allergia al cancro, secondo una cascata di fenomeni che cercheremo di spiegare più lontano.

È tutta via interessante sottolineare che lo stress non è sempre negativo, a volte anche utile. Senza stress non c’è vita, con c’è progresso; senza tensione non c’è creazione, nè evoluzione… Siamo obbligati ad ammettere che le difficoltà della vita ci stimolano e ci incitano a elaborare delle nuove strategie per adattarci ed evolvere.

I meccanismi dello stress

Carl Gustav Jung diceva: “la separazione della psicologia dalla biologia è puramente artificiale, poiché la psiche umana vive in unione indissociabile con il corpo”.

Per scrivere questa parte, mi sono ispirata al libro del Dottor Janssen, che ha più competenze di me in materia. Egli ci dice che prima dei lavori di Adel e Felten, si pensava che il sistema nervoso e il sistema immunitario funzionassero separatamente e che la comunicazione tra i due era assicurata dai neurotrasmettitori (adrenalina, dopamina, serotonina…) e dai neuropeptidi (endorfine) per il sistema nervoso, e le citochine (interleuchine e interferoni) per il sistema immunitario. La realtà è più complessa, poiché i neurotrasmettitori e le citochine sono riconosciuti sia dal sistema nervoso che dal sistema immunitario.

Il cervello è la sede di processi che permettono l’elaborazione del pensiero ed esercita un’azione permanente sul corpo. Di ritorno, le informazioni provenienti dal corpo influenzano costantemente il funzionamento cerebrale e l’elaborazione del pensiero. Troviamo quindi un legame stretto tra la psiche e il soma.

Ritorniamo su alcuni aspetti chiave per meglio capire questa unità corpo spirito:

Il cervello si compone di due emisferi che giocano ruoli differenti nella gestione delle emozioni. Il sistema nervoso autonomo trasmette l’informazione tra il cervello e il resto del corpo, con l’aiuto di nervi stimolanti (sistema simpatico) o calmanti (sistema parasimpatico).

Il sistema immunitario è legato al cervello dal sistema nervoso autonomo e dal sistema di regolazione chiamato asse ipotalamo-ipofisi-surrenale.

Questo sistema porta una produzione a cascata di ormoni nel cervello, dall’ipotalamo verso l’ipofisi, poi dal cervello fino ai surreni che producono cortisolo, ormone implicato nella regolazione delle azioni immunitarie.

Il sistema endocrino produce ormoni che controllano il funzionamento dell’organismo (crescita, digestione, consumo di energia, sessualità, riproduzione…) e le emozioni, la memoria, l’apprendimento e il comportamento.

Per capire meglio i meccanismi dello stress, andiamo a precisare alcuni punti che riguardano:

- Il sistema nervoso,

- L’arco riflesso,

- Il cervello destro e sinistro,

- L’ADN,

- I tre piani del cervello.

Il sistema nervoso

Comprende:

-Il sistema neurovegetativo,

-Il sistema nervoso centrale,

-Il sistema nervoso periferico.

Il sistema neurovegetativo

È un sistema autonomo e quindi, per definizione, involontario. Comprende due sistemi antagonisti: il sistema orto simpatico o simpatico che gioca il ruolo di acceleratore, il cui neurotrasmettitore è la noradrenalina e il sistema parasimpatico che gioca il ruolo di rallentatore, il cui neurotrasmettitore è l’acetilcolina. Il sistema neurovegetativo assicura la funzione organica regolando la nutrizione, il metabolismo e l’adattamento.

Mette il corpo in relazione con i suoi componenti. Regola le funzioni interne non sottomesse alla volontà (visceri, ghiandole, vasi). Regola l’ambiente interno intrattenendo l’omeostasi.

Infine, protegge il corpo dalle diverse aggressioni e ne assicura l’autoregolazione e l’autoriparazione.

Il sistema nervoso centrale

Comprende il cervello, il midollo spinale e i nervi e rachidei. Ogni nervo innerva un segmento specifico della pelle: un dermatomero, che trasmette l'informazione sensoriale alle radici posteriori dei nervi rachidei.

Il sistema nervoso periferico

Assicura la percezione cosciente e i movimenti volontari.

L’arco riflesso: alla minima stimolazione della pelle si scatena un vero arco riflesso mono o poli sinaptico su una zona specifica articolare, muscolare, viscerale… e viceversa, l’impulso che parte dal midollo sarà trasmesso alla superficie, portatore delle informazioni ricevute dalla profondità, indicando le zone sensibili o dolorose, segno di un disfunzione più o meno importante.

Questa andata-ritorno dell'informazione si chiama il bio feed-back: agisce come un sistema retroattivo per assicurare il controllo e la regolazione dell'insieme.

I tre cervelli

Il nostro cervello è il risultato di una lunga evoluzione. L’informazione è trattata in tre strati sovrapposti che costituiscono questi tre cervelli.

- Il tronco cerebrale o cervello reptiliano

- Il sistema limbico o cervello emozionale

- La neocorteccia comune ai grandi primati e all’uomo

La finalità è la conservazione dell’equilibrio dell’organismo: l’omeostasi. Per riuscirci, gli stimoli fisici, provenienti dal mondo esterno o dal corpo, sono trasformati in emozioni e in pensieri. Prendiamo l’esempio di un’informazione fisica (il calore, la pressione o il dolore). Questa informazione è trattata dal cervello rettiliano che, per mantenere l’omeostasi, produce delle reazioni automatiche. Questa informazione sarà poi tradotta in emozione all’interno del sistema limbico. L’emozione andrà ad informare il corpo provocando delle manifestazioni fisiche: aumento del ritmo cardiaco, rossore delle guance, mani sudate...

Queste sensazioni indicano se l’esperienza vissuta è favorevole o no al mantenimento dell’omeostasi.

Allo stesso tempo, l’emozione è analizzata dalla parte più evoluta del cervello, la neocorteccia, e trasformata in sentimento: la rabbia, la paura o il piacere, a seconda...

La neocorteccia descrive l’emozione e la compara alle esperienze raccolte nella memoria. L’informazione fisica è trasformata in emozione dal sistema limbico, poi analizzata dalla neocorteccia che la trasforma in sentimento e pensiero. Essa potrà, a sua volta, essere sorgente di nuove emozioni e, quindi, di manifestazioni nel corpo.

Queste reazioni a catena sono perfettamente descritte dal Dr. Thierry Janssen.

Cervello destro, cervello sinistro:

il nostro cervello è diviso in due emisferi:

- Il cervello sinistro è rivolto al mondo esterno che descrive in permanenza. È specializzato nel pensiero analitico, nel ragionamento logico e nella parola. È quindi piuttosto simile alla PM.

- Il cervello destro percepisce l’informazione in maniera metaforica e analogica. Gioca un ruolo importante nella produzione di immagini mentali. Tratta le impronte emozionali, gli da un senso e organizza la coscienza del SE. È quindi più in analogia con la PA.

Riassumendo, il cervello sinistro è matematico mentre il cervello destro è più un poeta.

“Un equilibrio armonioso tra le tendenze associate ad ogni nostro emisfero dovrebbe assicurarci abbastanza flessibilità sul piano cognitivo, per adattarci al cambiamento (cervello destro) senza deviare troppo dal percorso che abbiamo tracciato” Dr Boite taylor.

Il cervello destro ha il compito di rinnovare il punto di vista. Permette di aggiornare i “dossier” rettificando le informazioni superate. Non permette alle convenzioni assimilate dal cervello sinistro di limitare la fluidità del pensiero.

Il cervello destro ama le novità, la creatività... non ha paura del caos, che trova necessario alla creazione, all’invenzione.

Esplora il mondo con i cinque sensi e gode di una totale libertà.

Non si lascia immobilizzare dal suo passato (AM) e non teme l’avvenire (PM).

Il cervello destro percepisce me stesso come la forza vitale che emanano cinquanta milioni di miliardi di cellule che compongono il mio organismo, sa che appartengo a tutto quello che mi supera.

Il cervello sinistro serve a comunicare con il mondo esterno. E’ lo strumento di trattamento dell’informazione più efficace. Ha la capacità di analizzare, descrivere, catalogare assolutamente tutto. Nasce affidandosi a calcoli e analisi incessanti, è un perfezionista che ama conservare bene il suo interno, la sua casa (PM assistito da AL), così come gestire la sua azienda.

Il suo motto è “ogni cosa al suo posto”. Per questo moltiplica le attività, i compiti, le fatiche... tra l’altro, ama avere una lista di cose da fare ben riempite.

Può trattare una quantità d’informazioni a una velocità notevole, mentre il cervello destro è molto più lento, anche un pò pigro.

Il DNA o acido desossiribonucleico ha un meccanismo che spiega il formidabile potere di guarigione della vita. Il corpo possiede la sua propria medicina interna. L’uomo sa intuitivamente come guarire, il che spiega perchè è sopravvissuto per milioni di anni nella sua evoluzione.

In tutti gli organismi, un essere umano come un virus, il DNA ha la stessa forma: una grossa molecola a doppia elica con due catene di nucleotidi avvolte l’una intorno all’altra e rilegate tra loro. Sono le “lettere” del codice genetico che contengono le conformazioni indispensabili alla costruzione e al mantenimento della vita.

Ogni filamento di DNA racchiude l’uomo intero, con i suoi organi, i suoi ritmi biologici, i suoi cicli si sviluppo... è ordinato secondo una modalità cristallina ripetuta un grande numero di volte.

Il DNA si riproduce per duplicazione, trasmettendo la sua informazione genetica da una cellula all’altra e da una generazione all’altra.

L’enzima polimerasi gioca un ruolo essenziale nella riparazione delle lesioni dell’organismo.

Questo sistema riparatore è sempre in allerta e agisce in permanenza. Elimina le strutture rovinate e le rimpiazza con le sane. Neutralizza le lesioni e controlla in permanenza la normalità della struttura e delle sue funzioni.

L’apparizione di una lesione stimola automaticamente questo processo di riparazione, la guarigione è quindi spontanea, tranne quando intervengono dei fattori che ne impediscono il corretto funzionamento.

Gli ormoni dello stress

La risposta allo stress è stata osservata da Hans Selye, endocrinologo.

Ogni volta che proviamo una emozione negativa o un sentimento conflittuale, si scatena l’attività del nostro cervello destro che porta a due tipologie reazioni: una nervosa, l’altra ormonale.

La reazione nervosa stimola il sistema simpatico: le ghiandole surrenali secernono l’adrenalina, che accellera il battito cardiaco, amplifica la respirazione, costringe i vasi sanguigni della periferia, dirigendo il sangue verso i muscoli, la temperatura aumenta... tutte queste reazioni preparano alla fuga (PL) o al combattimento (PM).

La reazione ormonale porta una cascata chimica tra l’ipotalamo, l’ipofisi e le corticosurrenali.

L’ipotalamo secerne il CRH (cortico releasing hormon) che stimola la secrezione dell’ACTH (adreno corticotropin hormon) a livello dell’ipofisi. Una volta liberato nella cricolazione sanguigna, l’ACTH scatena la secrezione di cortisolo dalle ghiandole surrenali. Vero “ormone dello stress”, il cortisolo porta ad una serie di modificazioni metaboliche destinate a fornire energia sufficiente per affrontare gli elementi stressanti. In più, il cortisolo ha un effetto antinfiammatorio benefico per il sistema immunitario.

I pericoli dello stress

Numerose malattie trovano la loro origine nella tensione psicologica o in uno stress prolungato. Questa constatazione ha messo molto tempo a imporsi nel mondo medico, ma ora sappiamo che un semplice raffreddore può essere il risultato di uno stress, mentre prima si parlava solo di virus. Questo non è rimesso in questione, ma non possiamo immaginare che lo stato del nostro spirito, influendo sulla nostra resistenza, facilita l’inoculazione di questo virus nel nostro organismo ? Pasteur dava ragione a Bechamp un secolo fa: “il virus non è niente, il terreno è tutto”.

Lo stress non è sicuramente sempre negativo, si parla anche di stress positivo, per alcuni vero motore dell’azione. Tuttavia, nella nostra società moderna, malgrado i nostri progressi materiali, le comodità e la relativa sicurezza che queste determinano, lo stress cronico non smette di aumentare. Lo troviamo in tutti i settori della vita quotidiana. Molti tra noi sono ossessionati dal progresso, dalla crescita.. il che giustifica molti sacrifici (imperativo di performance, competizione, orari vincolanti, sovraccarico di lavoro sono alla base di un ritmo di vita infernale). Siamo in un mondo PM, la competizione ci porta in una spirale infernale PM. Questa competizione può cominciare molto presto, a scuola dove i programmi possono essere carichi, la valutazione sempre più elitaria e il disequilibrio tra attività intellettuali e fisiche sempre più grande.

Recenti studi mostrano che la depressione sarebbe all’origine di problema auto-immune. Non riuscendo a far fronte ai problemi, la persona perde il coraggio e rimugina, il che gli impedisce di avere pensieri positivi che potrebbero aiutare a trovare la soluzione. Si è persi in un circolo vizioso di pensieri negativi e finisce per soccombere in uno stato depressivo, attivando il cervello destro, che fa girare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrenali al limite delle sue possibilità. Questa cascata multifattoriale porta, alla lunga, all’esaurimento della secrezione di cortisolo e permette un’impennata infiammatoria devastatrice.

Per capire come lo stress e la depressione influenzano la salute del corpo, bisogna pensare alla malattia come il risultato di un disequilibrio dove gli aspetti fisici e psicologici sono strettamente legati, gli uni influenzano gli altri e viceversa. Ci si trova quindi prigionieri di un vero circolo vizioso.

Prendiamo l’esempio dell’ulcera allo stomaco: si è pensato a lungo che fosse la malattia dello stress per eccellenza. Fino a che abbiamo scoperto l’implicazione di un batterio: l’helicobacter pilori. Tuttavia, la presenza di questo batterio non spiega tutto, poichè solamente il 20% delle persone sviluppa poi la malattia.

Un gastroenterologo specializzato nelle ricerche psico-somatiche ha avanzato l’idea secondo cui l’ulcera gastro-duodenale sarebbe il risultato di conseguenze fisiologiche e comportamentali dello stress.

La reazione allo stress riduce le difese immunitarie e aumenta la secrezione acida, che crea un terreno favorevole allo sviluppo di questo batterio.

La tensione psichica porta a cattive abitudini alimentari, il consumo di alcol e tabacco e perturba il sonno.

Sono quindi presenti tutte quelle condizioni percui, con la diminuzione delle difese della mucosa digestiva, l’helicobacter possa svilupparsi e installare l’ulcera.

A volte, questo può arrivare fino allo sviluppo di un cancro allo stomaco.

Sono numerose le persone persuase che “rodendosi dall’interno” hanno sviluppato il loro cancro e ne collegano l’apparizione ad un evento stressante avvenuto negli anni precedenti. Questo non rimette in questione il fatto che il cancro sia una malattia multifattoriale: predisposizione genetica, abitudini tossiche (tabacco, alcol..), intossicazioni ambientali da prodotti inquinanti. Tuttavia, lo stress e la depressione non possono esserne esclusi.

Senza esserne realmente coscienti, ad ogni istante della nostra vita, siamo obligati a ridefinire i nostri limiti e chi siamo. Come detto precedentemente, il nostro sistema immunitario è sollecitato per proteggerci, milioni di globuli bianchi circolano in permanenza in ogni angolo del nostro organismo per eliminare gli invasori o cellule che non riconosciamo come nostre, in particolari cellule cancerogene; cosi, un sistema di pulizia è assicurato dai globuli bianchi (macrofagi) e da molecole di comunicazione che abbiamo già presentato (citochine). Altre cellule sono state scoperte più recentemente, vengono chiamate cellule killer. Riconoscono le cellule cancerogene e le inondano di sostenze tossiche per distruggerle.

Questo sistema così sofisticato di difesa è il risultato di una lunga evoluzione.

Le risposte allo stress

Shakespeare ha scritto: “there is nothing good or bad, but thinking make it so” ovvero : “non c’è niente di buono o di malvagio, solo l’idea che ne abbiamo”.

Siamo noi che attribuiamo un senso agli avvenimenti e abbiamo sempre la scelta tra il positivo, l’idea di un bicchiere metà pieno o metà vuoto. La nostra interpretazione della realtà influenza quello che risentiamo. Questo principio è il segreto della nostra straordinaria capacità di adattamento, di resilienza.

La corteccia cerebrale si associa a pensieri positivi, alla capacità di calmare le paure, le angosce, l’ipotalamo non avvia le sue reazioni ormonali e il tasso di cortisolo sanguigno rimane stabile.

È come se il pessimismo rimpiazzasse i suoi pensieri negativi con dei pensieri positivi, ottimisti. Bisogna quindi educare il nostro cervello alla positività !

Non dimentichiamo la capacità di plasticità neurale del cervello ! Ogni cambiamento rimane possibile e noi possiamo scegliere il buonumore ! Possiamo trasformare i problemi in risorsa creativa e di salute, anche se questo percorso non è semplice e, a volte, inciampiamo in eredità molto antiche. Serve quindi molta umiltà e perseveranza per trasformare le nostre abitudini negative. Infatti, questa negatività nasconde spesso delle paure ancestrali che ci impediscono di realizzare i nostri desideri profondi.

Il pessimismo è un veleno pericoloso che è nutrito dalla paura di non essere all’altezza, di non interessare gli altri.. riassumendo, di non essere amabile.

Mazarin, grande politico e consigliere del re Luigi XIII nel XVII secolo, domandava alle persone che volevano accedere al suo servizio, se credevano di avere fortuna nella vita, poichè sapeva che le persone ottimiste generano l’entusiasmo necessario alla riuscita.

Lo stress e le catene muscolari

Ogni archetipo ha le sue attitudini allo stress. Se noi prendiamo ognuno di loro, possiamo, forse, riconoscere il nostro modo di funzionare.

L’archetipo AM ha come attitudine l’amore totale, disinteressato, la generosità senza chiedere niente in cambio. Ma, con la sua grande sensibilità, sensorialità e sensualità, può diventare la negazione di tutte le sue qualità se non ha fatto il pieno, nella piccola infanzia, prima di 7 anni, ovvero se la relazione madre-figlio non è stata di buona qualità. Questa AM che ha già per natura una grande capacità di stressarsi, avrà ancora di più questa tendenza nel caso in cui funziona in vuoto.

Il vuoto di AM è una grande ferita dell’essere umano. Rimane insoddisfatta, aspettando dagli altri un amore centuplo e, non riuscendo, diventa avida, agocentrica. Vede andare via i suoi figli e tutte le persone che dice di aver talmente amato... “dopo tutto quello che ho fatto per loro”, dice amaramente.

Esce dalla realtà, rumina e finisce per essere in collera con gli altri fino alla paranoia. È la porta aperta alla depressione.

La residenza di AM è al bacino, che è il centro del corpo, ma anche la base del nostro asse verticale.

L’archetipo PA ha la percezione di essere unico. Vuole essere diverso. È un essere alla ricerca d’ideale, d’etica, di sacro, che rischia, se non è ancorato (AM) di essere attirato dall’integralismo e di disumanizzarsi. È la struttura che corrisponde alle esigenze dell’adolescente, l’età della ricerca di eroi e di modelli, soprattutto per non corrispondere ai modelli proposti dagli adulti.

Un adolescente che non ha ben vissuto la tappa d’integrazione dell’AM durante la sua onda di crescita e non ha, quindi, l’ancoraggio di quest’archetipo, avrà la tendenza a cercare eroi all’esterno, fino a mettersi in pericolo perchè cerca un ideale spesso inaccessibile. Avrà la tendenza a lasciarsi attirare dai “paradisi artificiali”, la droga e i modelli fuori dalle regole (punk, gotici...). Il pericolo aumenta se l’ancoraggio AM è debole, fino a perdere la testa e rischiare di decorporalizzarsi. È quindi grande il rischio di sdoppiamento della personalità e di soccombere nella schizzofrenia.

PA funziona con la sua gemella AP, simbolo del bambino che c’è in noi, le spirali nel corpo, i ritmi propri della vita... ha bisogno di questa AP per non prendersi troppo sul serio, come ha bisogno dell’AM per non decorporalizzarsi.

PA, che si caratterizza anche per la sua intuizione, corrisponde piuttosto al cervello destro, e PM, che si caratterizza con lo spirito logico, al cervello sinistro.

Di fronte allo stress, una PA ben costruita, si rinchiuderà nella sua “torre d’avorio”, poi se funziona con AM e AP, fa appello alla sua intuizione per trovare la giusta soluzione e sormontarlo. Ancora più facilmente data l’attitudine alla meditazione, gli arti marziali e tutte le discipline che gli permettono di elevarsi.

L’archetipo PM è la struttura che si trova sulla cresta dell’onda, è la struttura “di tutti i pericoli”. PM è un attivista che ha bisogno di capire i meccanismi della vita per meglio analizzarli. Questo gli evita di avere paura, poichè la paura è il suo motore, quello che lo fa avanzare. Per calmare questa sua inquietudine cronica ha bisogno di analizzare le cose e gli eventi. È un esploratore di tutto quello che ci circonda.

Per arrivare ai suoi fini non si carica di superfluo. Ha bisogno che PA l’aiuti nella sua inchiesta e che l’AM, con la sua sensibilità lo temperi e gli dia un punto di attacco. Pertanto, per percorrere il cammino che si è fissato, bisogna a volte rinunciare al passato, e alle radici.

PM è vulnerabile rispetto allo stress, poichè il suo desiderio di avanzare, di capire, il suo bisogno di performance lo conducono all’agitazione e al grande consumo di energia. Questo può arrivare a soffocare l’AP, che gli avrebbe permesso di non prendersi troppo sul serio e di rimbalzare quando necessario.

Una PM eccessiva, soprattutto se è acquisita, costa molta energia e affatica i reni e il cuore, aprendo le porte all’ipertensione e alle malattie cardio-vascolari.

Le strutture dell’asse relazionale: le strutture AL e PL formano, con l’AP, quello che chiamiamo triade dinamica, alternanza di apertura e chiusura. Questo rappresenta il ritmo della vita all’interno del corpo, scandito della respirazione.

PL è sinomino di apertura, di bisogno di comunicare. È il giovane adulto che ha bisogno degli amici, di fare del rumore per mostrare che esiste. Se non ha ben integrato le differenti tappe dell’onda di crescita, questo bisogno di comunicare può trasformarsi in estroversione, fino alla dispersione. Questi soggetti hanno quindi tendenza a rimanere sempre fuori con gli amici, a bere e diventare animali da bistrot. Questo eccesso di PL prende l’energia necessaria al suo funzionamento nell’AM, che si scarica progressivamente. Secondo la medicina tradizionale cinese, PL è in rapporto con il fegato e la cistifellea, che non agevola con il consumo eccessivo di alcol.

Di fronte allo stress, PL non riesce più a controllare la rabbia che monta in lui, collera aggravata dalla disfunzione del fegato.

AL, al contrario di PL è la struttura del ritorno in se, del riserbo. Può dimostrarsi organizzata e resistente e, con il suo lato analitico, è la meravigliosa collaboratrice di PM, di cui ordina le azioni.

Davanti allo stress, AL si chiude come un ostrica o come un serpente che si nasconde sotto la sabbia. Questa chiusura può andare fino alla pietrificazione: AL può fare calcoli biliari e fibrotizzare i suoi tendini. Possiamo anche associargli, quando si degrada in reazione, le allergie e alcune malattie degenerative.

AP è l’energia e i ritmi della vita nel “qui e ora”. Permette l’adattabilità alle nuove situazioni. Ci permette di mantenere un animo bambino, ma può essere messa in pericolo da tutte le grandi AM, PA o PM che, nell’eccesso, rischiano di soffocarla. Un’AP di qualità è, nell’ottica delle catene, un eccellente anti-stress.

Esiste una soluzione per evitare di soccombere allo stress ?

La presa di coscienza del proprio stress, riuscire a riconoscerlo, è un primo passo per combatterlo. Questa presa di coscienza sarà, sicuramente, diversa secondo il tipo di comportamento messo in evidenza nei paragrafi precedenti.

È importante servirsi del pensiero positivo per fare la scelta della felicità. La psicologia positiva ha l’obiettivo di aiutarci a trasformare le preoccupazioni in risorsa creativa e mantenerci in salute. Ma, ancora, bisognerà identificare i comportamenti, i condizionamenti che impediscono di pensare in maniera positiva.

La paura di non essere all’altezza, di non arrivare a vivere pienamente i momenti presenti, di non essere amabili e quindi di non meritare l’amore degli altri, sono pensieri negativi altrettanto paralizzanti. A forza di ascolare la voce del pessimismo, queste predizioni negative si realizzano e isolano ancora di più la persona che cade progressivamente nella depressione.

Ridere può essere una terapia: bambini, ridiamo più di 400 volte al giorno, non per piacere, senza ragione... adulti non ridiamo più così spesso ed è un peccato, poichè, generando pensieri positivi, ridere esercita effetti molto benefici per la salute. Ancora di più, il senso dell’umorismo ci rende più attraenti agli occhi degli altri.

Un giornalista inglese, Norman Cousins, condannato dalla medicina tradizionale a finire i suoi giorni a letto, paralizzato da una spondilite anchilosante, non si è dato per vinto e ha rifiutato ogni trattamento tradizionale per curarsi da solo. Ha scelto di prendere forti dose di vitamina C e vedere film comici. Sei mesi dopo i suoi sintomi erano regrediti e ha potuto anche riprendere la sua vita di giornalista. Si è consacrato allora allo studio dei legami tra la psiche e l’immunologia, ha una cattedra di medicina a Los Angeles e insegna questo soggetto.

Nello stesso ordine di idee, si vedono spesso clowns e artisti intervenire nei servizi di pediatria ed esistono più di mille club della risata al mondo.

La scrittura emozionale: tenere un diario fa parte degli approcci creativi di senso. La regolarità e l’onestà che ci si mette, dipenderà dalla profondità alla quale questo lavoro ci porta. Questa pratica è un regalo che possiamo farci, poichè bastano pochi minuti per scrivere l’emozione sentita in una giornata. È un breve istante d’intimità con se stessi.

Sicuramente altre tecniche possono permettere al corpo di rieducarsi al positivo:

La psicoterapia i cui benefici non sono più da dimostrare.

L’ipnosi è sempre più utilizzata. In un’università americana è stato dimostrato che dei pazienti ustionati, sotto ipnosi potevano fare a meno di analgesici con il cambio di pensieri.

La medicina tradizionale cinese con il Qi Gong o il Thai Chi Chuan, lo yoga, o ancora la medicina ayurvedica sono risorse altrettanto benefiche.

In conclusione

Tutte queste discipline hanno come punto comune il fatto di considerare l’essere umano nella sua globalità, facente parte di un tutto. Permettono al paziente di percepire i meccanismi complessi che conducono alla malattia e ad accettare la propria implicazione in questi processi. Da vittime, i pazienti possono diventare attori della preservazione della salute e della guarigione dei propri mali.

Conferenza di Régine Hubeaut

Giornata scientifica di Rio de Janeiro, settembre 2010

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Traduzione di Margaux Lamaro
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