Connessione
Avete imparato come creare immagini nella mente del lettore usando il lessico sensoriale e come far sentire la voce del poeta con "il potere dell'io".
Adesso soffermiamoci su un altro elemento importantissimo del testo poetico: selezionare accuratamente le parole da utilizzare. Lo spazio di una poesia non è infatti quello di un testo in prosa, non avete a disposizione pagine e pagine per esprimere ciò che intendete.
Il poeta Robert Wallace ha scritto: “fare poesia è soprattutto un atto di compressione”.
Teaching point
Oggi imparerete come rendere più POTENTI i vostri versi, DISTILLANDO, COMPRIMENDO il linguaggio.
Comprimere vuol dire forzare qualcosa ad occupare meno spazio, ed un poeta deve riuscire a dire tante cose in pochissimo spazio.
Come fare?
Quando avete terminato di scrivere, rileggete, pesate ogni parola, riducete all’osso, chiedendovi:
- Un lettore attento ha proprio bisogno di questa parola?
- Posso sostituire questo gruppo di parole con un unico termine più forte?
- Quest’espressione necessita di tutto lo spazio che le sto dando?
- Questa parola nel mio testo serve a qualcosa?
La vostra poesia sarà terminata solo quando non troverete un’altra parola da tagliare.
Leggiamo questa poesia di G. Ungaretti che si intitola “Cielo e mare”.
M’illumino
d’immenso
con un breve
moto
di sguardo
Si tratta di una bozza, che dopo un “riduci all’osso” diventa la poesia “ Mattina”
M’illumino
d’immenso
Coinvolgimento attivo
Lavorate su questa bozza di S. Quasimodo, ricopiate il testo sul quaderno, armatevi di penna rossa ed eliminate tutte le parole che vi sembrano superflue.
Potete anche sostituire due o più parole con un termine più specifico, più forte, più “denso”.
Ognuno di noi se ne sta da solo sul
cuore della terra,
colpito dolorosamente dall'ultimo
raggio del sole che muore:
e subito arriva la sera, la fine.
Credits:
Grazie infinite alla prof.ssa Loretta de Martin, dal suo blog "Polvere di gesso" ho tratto questa ml, praticamente ricopiandola. Immagini dal sito Pixabay