di Fabio Colonnello
Perché è importante l’aspetto comportamentale in terapia?
Perché se riesci a sapere tu stesso/a chi sei, quali sono i pilastri comportamentali sui quali il tuo lavoro di terapista si regge, riesci a comprendere come modificare il tuo ruolo all’ interno delle varie fasi del trattamento stesso. Modificando le tue credenze, eseguendo uno shift comportamentale all’ interno della tua architettura psicologica riuscirai a influenzare positivamente il placebo e ad innalzare vertiginosamente la qualità e il risultato dei tuoi trattamenti
Come sai, le terapie non sono tutte uguali.
Il tipo di terapia cambia, la tecnica cambia. Il modo di erogazione può essere differente, la mano usata viene percepita diversamente.
Anche il Timing è importante: scegliere una tecnica in un momento non adatto può avere un peso sull’ esito della terapia.
Addirittura, anche il contesto può fare la differenza. Perfino se la coppia terapista-paziente rimane la stessa: contesti diversi, risultati differenti.
Partendo da una diagnosi corretta, è necessario dunque comprendere chi hai davanti prima di scegliere la tecnica giusta per quel paziente, in quel preciso momento e in quel dato contesto.
Figuriamoci quando il terapista è differente: le possibilità di variabili diventa enorme.
GDS dice che l’interazione tra terapista e paziente è fondamentale per una buona riuscita della Terapia. Come sai, una buona alleanza terapeutica, una buona compliance è fondamentale per l’esito della terapia.
Non conosco metodi seri che prendono in considerazione anche l’aspetto della parte erogatrice della terapia, la parte del terapista. Si dà sempre per scontato che il terapista sia nel giusto, faccia le cose per bene, sia quasi un elemento fisso, immodificabile della terapia: il focus viene sempre impostato sulla tecnica e se va bene, anche sulla parte psicologica del paziente.
Nessuno considera il terapista come parte integrante della terapia, o per lo meno poche persone lo mettono in discussione.
Questo articolo vuol mettere il focus su una particolare attitudine di certi terapisti: i terapisti dominati da una catena muscolare e psico-comportamentale AL
La catena AL, insieme alla sua amica complementare PL, fa parte delle due catene relazionali della personalità di un individuo, cioè il modo in cui il proprio “io” si relaziona con il mondo esterno.
Le catene relazionali organizzano e dispongono il proprio vissuto personale nel contesto opportuno, manifestando riserba o piacere verso la situazione in cui si trovano (“io-nel-mondo”)
AL è la tipologia che Jung definiva come “introversa”, che ha un rapporto con l’asse verticale della personalità orientato alla propria interiorità, piuttosto che verso l’estroversione (PL). L’occhio “psicologico” guarda verso l’interno, più che verso il mondo esterno.
AL e PL si possono mescolare alle catene PM, AM e PAAP creando l’infinita gamma dei “colori” delle personalità che costituiscono il genere umano.
Prendendo in considerazione la Catena AL, si può essere AL-PM , oppure AL-AM o AL-PAAP, ciascuna con la proprie caratteristiche psicologiche, degne di essere valutate e rispettate durante la terapia.
Questo, come puoi ben immaginare, condiziona pesantemente il modo in cui i trattamenti vengono svolti, visto che praticamente non esiste nessuna terapia con coefficiente K inter-operatore e intra-operatore perfettamente uguale a 1.
Ecco qui sotto uno schema riassuntivo di alcuni aspetti che possono giocare su quello che viene chiamato “placebo” o “ effetto hawtorne”, con base di partenza TERAPISTA : ricorda, sono solo alcune caratteristiche dei terapisti AL , c’è molto di più da conoscere.
IL terapista AL
Attività fisica
Sport individuali di endurance.
Tennis, per la precisione del colpo in attacco all’ interno del perimetro di gioco e per la rete che difende il proprio campo.
A livello cerebrale: scacchi, e tutte le competizioni mentali dove si necessita progettazione strategica e visione organizzativa predittiva.
Sono sportivi che curano molto la preparazione fisica, tecnica, nutrizionale e mentale. Difficilmente arrivano ad una gara poco pronti, senza aver studiato l’avversario.
Si preparano meticolosamente tramite allenamenti metodici e costanti che includono una programmazione per tappe e steps.
PM: lo spirito competitivo è molto presente. L’azione qui sarà propulsiva in avanti: running , triathlon, maratona, tutto ciò che spinge oltre i propri limiti
AM : la competizione non è presente, e lo sport viene visto nella sua funzione sociale, come occasione di stare insieme.
PAAP: la nozione sportiva qui sarà più basata sul gioco, sul divertimento, sulla propriocezione e ricerca dell’asse e sul senso dell’ equilibrio: skateboard, SUP , slalom speciale , freestyle. Arti marziali (non per colpire, ma per il benessere interiore)
La componente educativa dello sport è molto presente.
Studio
Metodico ed approfondito. Ricercatore analitico. Prima di cambiare il suo focus attentivo verso un altro compito, porta a termine completamente l’opera, per poi iniziare un nuovo argomento da capo.
Alta capacità di concentrazione in qualsiasi contesto.
PM
Ha una preferenza assoluta per ciò che è “comprovatamente vero”. Richiede e verifica le fonti prima di accettare una teoria.
Da Terapista ha un terreno favorevole per un funzionamento adatto a Studi Scientifici, Trials, EBM. “Sono come san Tommaso, se non vedo non credo”. Orientato ai fatti riproducibili oggettivamente, più che alle parole e all’aspetto soggettivo.
AM
Analizza e verifica la teoria che qualcuno a lui vicino (familiare o amico) gli/le ha proposto. Aderisce affettivamente alla teoria e ne approfondisce gli aspetti che possono far accrescere il proprio gruppo. In equilibrio, è uno studioso che condivide i risultati del suo studio. In eccesso, diventa un “Taker”: un egoista carpitore di idee e progetti.
PAAP
Studia per concetti e mappe mentali dove tutto viene sapientemente riportato all’ asse centrale del proprio ragionamento. Interessato alle cose eteree e talvolta affascinato dai misteri irrisolti, persegue con caparbietà l’approfondimento di determinate tematiche, considerando lo studio come un percorso per una evoluzione personale, a tratti spirituale.
Trova nuove intuizioni, le rielabora approfonditamente e ne crea metodi didattici a scopo educativo.
Lavoro
Porta avanti il proprio lavoro con responsabilità, affidabilità e costanza. Da dipendente si dimostra affidabile e preciso, da titolare spesso appare come meticoloso e instancabile.
PM : moderatamente portato verso il business, calcola costi e tempistiche per gli investimenti e le scelte future; progetta con ponderazione , senso critico e cautela. Non fa mai il passo più lungo della gamba.
AM: vive il rapporto con il paziente come un legame forte: estende la relazione terapeutica anche alla famiglia, ne frequenta l’abitazione, vuol conoscere i parenti, va a cena dai pazienti e li invita. Il terapista AM ama i propri pazienti e sa che loro lo/la amano. Se il paziente decide di avvalersi di un altro terapista, egli vive questo cambio come un “tradimento” e ne soffre. Tende a fidelizzare i pazienti negli anni. Nei casi più estremi considera il paziente come una sua “proprietà”. Ama l’aspetto economico del lavoro, tende ad applicare pochi sconti, e a contenere più possibile le spese. Un investimento per lui/lei è sempre una spesa, difficilmente riesce ad intravedere le possibilità di un buon impiego del denaro, un investimento gli/le appare sempre come un costo difficile da sopportare.
PAAP: vive in modo paritario la responsabilità del lavoro e la libertà personale. Organizza gli appuntamenti in modo da ritagliarsi sempre degli spazi per lo svago, la meditazione o perciò che fa bene alla propria crescita personale. Il suo senso di giustizia lo rende tanto fermo nel modo coscienzioso in cui affronta il lavoro, quanto intransigente sul rispetto dei suoi spazi personali. Mai e poi mai un PAAP si fermerebbe un’ora in più al lavoro per trattare un paziente esigente, se si sente costretto a dover rinunciare a ciò che aveva programmato per la serata.
In terapia
Il terapista AL effettua terapie molto precise, mirate, scelte con cura: niente è a caso nello studio di un AL. I suoi protocolli sono standardizzati nel tempo e frutto di un approfondito lavoro di verifica misurato con cura. La puntualità e l’igiene in studio sono d’obbligo, e la preparazione per il setting adeguato risulta sempre accurata.
Si ricorda esattamente le persone, i vari casi clinici passati e le metodiche applicate.
In genere tende a mantenere a lungo i pazienti in trattamento con terapie personalizzate che prevedono degli step ad intervalli fissi, progettati con metodo.
PM
Il terapista AL-PM lavora con la punta delle dita, in modo puntiforme, ha la mano tendenzialmente fredda e poco avvolgente. Spesso si dota di ausilii per ottimizzare l’azione del trattamento erogato.
Imposta con doviziosa precisione i parametri tecnici di un trattamento elettromedicale di ultima generazione, di cui conosce tutte le caratteristiche tecniche.
Basa il proprio trattamento su Scienza e Conoscenza.
Da buon visivo, il/la terapista AL+PM adotta tecniche di immagine motoria e di visualizzazione e spiega il trattamento utilizzando modelli anatomici , foto e video.
Fautore del rapporto Up-Down, diventa per i pazienti che cercano la disparità negoziale (down-up) un vero e proprio punto di riferimento per serietà e professionalità.
Raramente si presta a confidenze e scherzi con il paziente, ma mantiene la relazione terapeutica tramite un piglio piuttosto austero, puntando su competenza, fama, titoli accademici.
La sua missione sarà quella di essere utile al paziente
A livello cerebrale, la comprensione per lui è alla base di tutto, ma mentre il terapista AM cercherà di comprendere la persona, lo sforzo di comprensione per un terapista PM sarà orientato verso la tecnica.
Gli piace diventare abile in tecniche manipolatorie specifiche, come trust o tecniche viscerali osteopatiche. Nelle tecniche, utilizza attrezzi metallici come estensioni della propria mano per essere più efficace nel croquetage o nello scollamento fasciale, o nel Instrument-Assisted Soft-Tissue Manipulation.
Bisogni:
Se in equilibrio: Fare e saper fare. Combattere. Diventare bravo, famoso, essere popolare, avere fama e successo.
Se in eccesso: Apparire a qualunque costo, imporre in modo autoritario, assurgere al comando, giudicare, schiavizzare, plagiare.
AM
La sua mano è più accogliente del PM o del PAAP, anche se resta una mano piuttosto fredda. Lavora con la mano piena, con eminenza tenar e ipotenar ben appoggiate sul paziente, predilige l’ascolto e le terapie dove si fatica meno. La persona è al centro del trattamento. Predilige le dolci tecniche tissutali di ascolto, piuttosto che le manovre terapeutiche aggressive. In Terapia, prima di “fare”, è necessario “Sentire, Ascoltare”.
In un primo tempo, punta più sull’ accoglienza e sul nursing, piuttosto che sulla tecnica manuale, tipica di PM. La sua è una mano efficace anche senza speciali componenti tecniche perché è una mano “presente”. Fa trattamenti manuali di lunga durata, usando caldo (Tecar e dintorni) e cuscini.
Se in eccesso, dà per poter prendere una volta che il paziente è fidelizzato.
Bisogni:
Se in equilibrio: Amare, Nutrirsi, Avere
Se in eccesso: Possedere smodatamente, vampirizzare, divorare
PAAP
Teorico del “less is more”, può apparire come un vero e proprio “guru” del settore, differente dagli altri colleghi competitors.
Applica metodicamente la fantasia di cui egli dispone ai trattamenti che elargisce con saggezza. Modifica le metodiche che ha appreso a proprio piacimento inserendo spunti innovativi e creatività.
Utilizza metodiche di cura alternative , energetiche o esoteriche e/o vibrazionali, dosate con precisione.
Accentra i propri pazienti in un piccolo club che in alcuni casi estremi può diventare una specie di “setta” di “adepti” a quella determinata metodica o stile di pensiero.
E’ più orientato a fornire al paziente strumenti di ascolto e autogestione del proprio corpo piuttosto che lavorare con la terapia manuale o impostare un trattamento fisicamente impegnativo.
“Educare” e “rendere consapevoli” è più importante che accogliere o aggiustare.
Bisogni:
Se in equilibrio: Essere, Tendere verso alti ideali, Educare, Essere importante per il mio territorio.
Se in eccesso: differenziarsi, uscire dalla massa, astrarsi dalla realtà, manifestare ostentatamente la propria diversità, opporsi con sarcasmo e snobbismo allo stato delle cose, alle vecchie usanze.