GENERE
Narrativa contemporanea / Vita Urbana
descrizione
Prendete Airbnb, la più grande industria del turismo extra-alberghiero del mondo. Poi prendete Alex, detto il Proteina, un giornalista che, per sfuggire alla crisi dell’editoria, si è reinventato manager di appartamenti nel centro storico di Roma. Aggiungete la sua improvvisata squadra di collaboratori. Tipi approfittatori, alcolizzati, tossici, con problemi di igiene personale. Metteteci pure un catalogo di turisti capricciosi, paranoici, violenti, nevrotici, dove spiccano escort, coppie clandestine, bulimici, pornomani, cinesi con il Coronavirus. Collocate questa sub-umanità nel Rione Monti, quartiere radical chic della capitale che, nei suoi angoli bui, nasconde storie di furberie, spaccio e piccole truffe quotidiane ai danni degli avventori di passaggio. Ebbene, mischiate tutto e ne viene fuori il ritratto dell’ospitalità imbruttita. Politicamente scorretto, distopico, crepuscolare, tramato di umorismo noir. Questo è Foresteria [For Hysteria], il mio romanzo d’esordio.
L’opera ha tue titoli perché ha due chiavi di lettura, una di superficie e l’altra latente. E’ un viaggio introspettivo del protagonista, che molla il suo lavoro intellettuale attirato dall’abbaglio dell’arricchimento facile della sharing economy. Ma è un sogno che svanisce all’alba del mondo nuovo, post Covid-19, fatto di lockdown e crisi del modello globalista. Ciò connette il romanzo alla stretta attualità, svelando un mondo, quello della ricettività extra-alberghiera, che già era in crisi prima del Coronavirus e che probabilmente non sopravviverà all’urto della pandemia.
Sulla scena del romanzo fanno presto irruzione altri personaggi: Gin, italo- cinese, personal assistant degli ospiti asiatici e piazzista di capi firmati tarocchi. Ma solo quando non è in hangover o non ha da fare nel centro massaggi di via Milano, dove è nota come la Mano de Dìos; Babatunde, figlio di un diplomatico nigeriano, addetto ai check in, che, nella sua vita parallela, è Martin Router King, rapper sovranista semi-famoso su Youtube per i suoi testi anti- immigrati; Aniello Russo, meglio conosciuta come “Elisabetta Franchi”, trans napoletana autoproclamatasi personal shopper, in continuo dialogo mentale con Chiara Ferragni, sua amica immaginaria; la Madama, ricca palazzinara bullizzata dalle amiche snob di Roma Nord; Mister Shit, tecnico esperto nello sturare pompe cloacali e psicoterapeuta amatoriale di scuola freudiana. Sullo sfondo ci sono Roma e la sua malinconica bellezza imperiale, dilaniata dal degrado e dall’invasione del turismo di massa. Il linguaggio è esplicito, volutamente rozzo, metropolitano, ispirato ai romanzi dell’autore scozzese Irvine Welsh.
L'AUTORE
Salvatore Dama, laureato in scienze politiche, giornalista professionista. Lavora e ha lavorato per varie testate tra cui Libero, Il Tempo, Panorama, L’Indipendente. Dal 2013 fino al 2019 sono stato host di case per vacanze.
IL SELF PUBLISHING
Foresteria [For hysteria] è un romanzo pubblicato in self publishing. E’ disponibile on line, su tutte le piattaforme, in formato cartaceo ed ebook, e in 4.500 librerie fisiche su ordinazione. L'autore ha deciso di percorrere questa strada innovativa (ma oramai consolidata), per far uscire il libro nonostante il lockdown.
Copertina
rassegna stampa
L'intervista con il Mattino
Foresteria [For Hysteria] è un romanzo di 237 pagine che racconta “l’ospitalità imbruttita”. Ovvero, tutto ciò che di torbido, esilarante, imbarazzante gira intorno al mondo delle case in affitto per vacanze brevi. C’è Airbnb, il colosso americano diffusissimo anche in Italia, che racconta la versione patinata. E poi c’è Salvatore Dama, giornalista professionista al suo esordio letterario, che offre una descrizione del “lato b”, il retroscena. Il romanzo è anche un piccolo caso editoriale, se vogliamo. Edito in self publishing, ovvero senza una casa editrice, è riuscito a scalare la classifica di vendite Amazon fino a piazzarsi nella top ten della sua categoria (Narrativa, Vita Urbana) accanto ai titoli promozionati dalle Major dell’editoria. Ne parliamo con l’autore, 43 anni, originario di Aversa, che vive nella capitale da circa vent’anni.
Come è nata l’idea?
“Per un periodo mi è capitato di affittare appartamenti ai turisti nel centro di Roma. Qui lo fanno in tanti, per arrotondare. Così, attirato dal “fantastico mondo” della sharing economy, mi ci sono buttato pure io, senza mollare la mia professione giornalistica”.
Nel romanzo racconti storie paradossali di turisti capricciosi, paranoici, nevrotici. Ma anche di gente del posto che si approfitta dei forestieri per truffarli. Quanto c’è di reale in queste pagine?
“E’ un’opera di fantasia. Però è chiaro che parte dall’osservazione della realtà. Spesso, quando mi trovavo in situazioni al limite del paradosso, mi dicevo: “Su questa roba ci scrivo un libro...”. E alla fine l’ho fatto. Mi piaceva l’idea di smitizzare la narrazione di Airbnb, che ha un approccio ideologico all’ospitalità, molto fricchettone, molto San Francisco, molto hippy. Di contro, a Roma, chi opera nel turismo spesso lo fa con la logica di mungere la vacca senza porsi tanti scrupoli. Quello che ne è venuto fuori è un ritratto di una sub-umanità abbastanza oscena, ma molto realistica”.
Il linguaggio è esplicito e politicamente scorretto.
“E’ un romanzo underground. Ho scelto un tipo di scrittura “metropolitana”, “hip hop”. Era l’unico modo che avevo per raccontare una storia così pulp. Quelle pagine mi chiedevano di essere maltrattate e io l’ho fatto. E’ un ritratto dissacratorio. Non c’è amore, se non a pagamento. Non c’è una morale, ma miseria umana. Se avessi cercato il plauso dei benpensanti, avrei scritto un libro sulle Sardine”.
Questo è il tuo esordio letterario.
“Tolta la mia attività giornalistica e alcune esperienze come ghostwriter, sì, è così. Avevo voglia di scrivere, ma mi mancava una storia. Poi è arrivato Foresteria [For Hysteria]. Avevo così chiaro in testa il progetto che si è scritto da solo, praticamente. In 14 giorni (e 14 notti)”.
Perché due titoli?
“Perché ha due chiavi di lettura, una superficiale e una latente. Non è solo una storia di affittacamere. E’ il viaggio introspettivo del protagonista, che si fa sommergere dal lavoro per negare a se stesso una crisi depressiva. In questo mi ci ritrovo. Parlo tanto di cazzate, con gli amici, ma mai dei miei stati d’animo. Tendo ad ammassare tutto dentro. Scriverne, per me, è stato liberatorio, terapeutico”.
Non hai un editore, hai scelto la strada dell’auto-pubblicazione. Perché?
“Sono uno scrittore indie per scelta. Anzitutto ho guardato cosa succede negli Stati Uniti. Dove il self-publishing è cresciuto del 40 per cento in un anno. Da noi, poi, le case editrici erano già in crisi prima del Covid, ora stanno pure peggio. Le piccole, quando va bene, chiedono soldi per pubblicare. Loro all’autore. Le grandi editano un esordiente solo se esce da un reality. Allora ho fatto tutto da me, by-passando l’intermediario. Il romanzo è disponibile negli store digitali e in 4.600 librerie fisiche, su ordinazione”.
Senza casa editrice, sei entrato nella top ten di categoria di Amazon.
“Premesso che in Italia la gente non legge e che bastano poche copie vendute per scalare la classifica, ti dico che, più dei numeri, mi interessano i riscontri delle persone che mi scrivono sui social per commentare il libro, i personaggi, per sapere se ci sarà un sequel”.
Ci sarà?
“Sì, sono in fase avanzata di scrittura. Stessi personaggi, però calati nel mondo del fitness, delle palestre, del doping, delle nuove droghe sintetiche che dilagano a Roma Nord, del turbo-narcisismo. Oltre che giornalista, sono un personal trainer. Quindi è una realtà che conosco molto bene. Tanto da ambire a dissacrarla e ridicolizzarla, come ho fatto con Foresteria [For Hysteria]”.