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Mo dao zu shi (7) La recenZione!

Prima stagione, Episodio 7, Il Campione

Inizia così, tautologicamente, la voce di Weivussian nell’episodio e già mi vien voglia di pigliarlo a ceffoni e spegnere.

Voglio dire. Infatti non ve la riassumo ma racconto solo i fatti salienti (o discendenti, come vi pare più adeguato, visto che qui si sta mettendo male su tutti i fronti per la discesa negli inferi), e quindi.

Vediamo che tutti gli studenti dei vari Clan sono riuniti in un posto che è un posto del Qishan. Un posto difficile da trovare, questo posto, infatti già all’inizio Weivussian si lamenta moltissimo, teme di essersi perso e chiede indicazioni a quello che si rivelerà essere il buon Wen Ning.

Voglio dire. Delle indicazioni stradali chieste a Wen Ning. Che è come chiedere, praticamente, a Topo Gigio. E infatti.

Però è bravino con il tiro con l’arco e fa quasi centro prendendo Wei Ying (ma sì, per una volta non traslittero); che si stupisce moltissimo della reazione del ragazzetto e molto modestamente non pensa mica che quella patata dolce abbia qualche rotellina fuori posto, no, pensa subito “Oh guarda che effettone faccio su tutti, io, anche su questo fagiolino! Gli ho messa soggezione, vah che figo sono!”. E niente, fra lui e Pavone non so mica chi è più gradasso, ma è una bella gara. Comunque.

Inizia la Conferenza dibattito: i capoccia dei vari Clan non sono mica contenti di come vengono ospitati. Anche qui si capisce subito che è tutto un gioco di poltrone e di potere. Essere seduti un po' più di lato o un po' più in alto ha il suo bel significato metaforico.

Infatti c'è tutta una sommessa confabulazione, con annessi nervosismi dei Capi Clan. Grazie al fallo! avete a che fare con i Wen, voglio dire, cosa vi aspettavate? I lanci di fiori sulle vostre teste? Ma tu guarda...

Comunque. Inizia la gara che consiste nel far fuori quei mille, tanto per gradire, fantasmi nella Foresta di Pietra. Vince a chi ne mangia di più. Credo. Non ricordo bene, ma pazienza. Andiamo oltre.

E qui. Era almeno un anno che non si incontravano. Neve sulle magnolie e petali per terra e sole a picco e... i giorni che si sono fatti mesi e... niente.

Mentre parla con i suoi giovani colleghi Weivussian annusa qualcosa nell’aria (e non è una 'cosa'), come quando si accorge dei fagiani a caccia: si volta e vede Lan Zhan. (Questo vi faccia capire che razza di vibrazioni emettiamo quando siamo uno nei pressi dell’altro). Cosa salta in testa a Weivussian per fare il simpatico e rompere il ghiaccio solido di Lan Zhan? Ma certo, gli parte l'embolo e pensa di percularlo perché ha il nastro frontale messo male. Voglio dire. Va bene che l'emozione gioca brutti scherzi: e la distanza, il tempo trascorso e Wei Ying che non sa come dimostrare questo sentimento. Però.

Qui è chiaro come il sole degli Wen che quella beata fascetta sulla fronte è per il Clan Lan come… una cosa cara di famiglia, anzi di più, è come una parte privata e intima. Insomma, è un po’ come avere un oggetto, un simbolo indossabile della loro virilità.

Wei Ying lo ha capito d’istinto e infatti lo vuol toccare a tutti i costi.

Fatevi i vostri due conti. Lan Zhan, vista la sua reazione schifata ed offesa, l’ha intuito benissimo. E uno.

Liberano i bersagli fantasma, tutti i Cultori si dirigono nel bosco. Tutti tranne uno, perché Wen Chao ha sbertucciato pubblicamente il povero Wen Ning facendolo estromettere dalla gara. Chi ha tentato di difenderlo, secondo voi? Esatto!, il solito Weivussian, che secondo me se continua a impicciarsi facendo il saputello tanto bene non finisce. E infatti.

Qui accade una cosa bellissima: Gian Cheng vuol guidare la caccia e si fa seguire dal povero Wei Ying. Si infratta in non so che cunicolo e prende una serie di zuccate nella roccia, che secondo me hanno tagliato le scene, ma scommetto che ha bestemmiato anche in aramaico. Quel tesoro del fratellastro ride che lo sentono anche i bersagli fantasma. E infatti, ne beccano alcuni che si stanno scompisciando. Uno, nella fattispecie, è arrivato a quattro millimetri dalla faccia di Ragazzo Viola ed è morto per autocombustione. Fatevi pure due conti.

Comunque la gara continua male per i Wen, che nonostante siano stati gli organizzatori non battono chiodo. Wen Mister Simpatia Chao parte alla riscossa e frega i bersagli agli altri Cultori. Incluso un bersaglio che era già stato sfraccagnato da Weivussian. Che resta pure bravino, nonostante il suo carattere: secondo me sta ancora ridendo per le testate con rinculo di Gian Cheng. Comunque.

Scoppia un po’ di lotta perché il gruppetto che si è radunato fa notare al simpatico Wen che non può fregare prede altrui ma soprattutto, visto che ha sbagliato un bersaglio, deve abbandonare la gara come fanno gli altri. Le regole le hanno scritte quelli del suo Clan, tra l’altro. E infatti.

Al grido di “Io ssò io, voi nun siete un cazz!” cerca di infilzare allo spiedo anche il giallo cultorino del Clan Jin.

Come al solito dal cielo cala l’Arcangelo Lan Zhan: divide le frecce, i fantasmi e atterra vittorioso salvando il ragazzo Giallo. Weivussian è così felice di vederlo che gli si è allungata persino la faretra. E due.

“Guarda Lanciiiaan, hai di nuovo la fascetta storta! Giuro che è vero, ma veroverovero, aspetta che ti aiut...”, non finisce nemmeno la frase che Weivussian si trova con il niveo nastro fra le mani. Capite bene che se non è una metafora questa, io non mi chiamo più Lan Cìan.

E infatti.

Lo sguardo venato d’odio che riceve in cambio è una delle cose più epiche non solo dell’episodio ma di tutta questa prima serie. Ma opinione mia, sicché conta poco. Lo guarda, trapassandolo, come dire: “TU me LO HAI TOCCATO! Come ti permetti di TOCCARMELO? Guarda che io ti asfalto, ti trombo, ti riduco a succhiotti, quanto son veri i baffi di Zio; prova ad avvicinarti ancora e vedi dietro ad un albero cosa ti faccio!”.

Spooooooooiler!

E infatti, basta leggere la novel per capire che vi sto dicendo il vero.

Comunque l’episodio finisce che il vincitore della Competizione è Weivussian: avevate dubbi? E poi l’impeccabile Xichen, il Pavone terzo e quarto - nonostante si sia ritirato dalla gara dopo l’attentato al suo pene, no, voglio dire, dopo che è successo il piccolo disguido della fascetta – Lan Wangji.

Poi, non ci fa caso nessuno perché l’episodio è al termine ma si sente una voce fuori campo che grida: “Secondo posto ex aequo a Gian Cheng, per aver vinto al tiro alla zucca, anche se la zucca era la sua! Verrà premiato con una fornitura di biscotti per cani! AH AHH AHH!”. Non bisogna mai lasciare il microfono in mano a Wei WuXian. E infatti.

Fine. Per questo testo, nonostante tutto, non sono stati maltrattati i "comunque" e i vari "infatti". Giuro. Era voluto.

Come sempre. Infatti.

Lan Cìan©

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Lan Cìan
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