17 dicembre 2016
Giornata contro la violenza sulle donne
Assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
Sullo sfondo le nostre riflessioni anonime, conservate tra i testi che leggeremo e che apriranno il nostro percorso.
IDENTITÀ
"Auguri e figli maschi"
Sono:
l'addio
di un giorno di festa
cui! o sposo
ha tradito la parola.
il porto
inutile
delle barche salpate
- ormai tutte -
l'alba
Irriconoscibile
di un giorno di pioggia
il letto
fiacco
di un torrente
mortificato,
nell'asma di un'estate
troppo inclemente.
Anna Marchesini, Sono da Fiori di fitolacca
SENTIMENTI
Lei
Lei non ha colpa se è bella,
se la luce accorre al suo volto,
se il suo passo è disciolto
come una riva estiva,
se ride come si sgrana una collana.
Lo so. Lei non ha colpa
del suo miele pungente di fanciulla,
della sua grazia assorta
che in sè non chiude nulla.
Se tu l'ami, lei non ha colpa.
Ma io - la vorrei morta.
Fernanda Romagnoli
RISPETTO
"Si chiamava Davide ma i compagni, per offenderlo, lo chiamavano il ragazzo dai vestiti rosa. Aveva 15 anni, e lo prendevano in giro da più di un anno: un tormento quotidiano, a scuola e sul web. Martedì si è tolto la vita. È tornato nella sua casa romana, dopo essere stato ripreso da un'insegnante per aver usato uno smalto per le unghie, e si è impiccato con una sciarpa davanti al fratellino piccolo". Roma, 22 novembre 2012, Huffington Post
CHIAMARLO AMORE NON SI PUÒ
“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.“
Arthur Schopenhauer