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Una storia come tante...una storia da cambiare Disegni di Paolo Bucello

PROGETTO PER LA SENSIBILIZZAZIONE ALLA PREVENZIONE DELLE INTOSSICAZIONI DA SODA CAUSTICA NELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA

PREMESSA

La soda caustica è una sostanza ampiamente utilizzata in Africa per tingere i vestiti, fare il sapone artigianale, acconciare e trattare le marmitte delle motociclette. Queste, sono attività praticate in casa e che riguardano principalmente le famiglie con redditi molto modesti.

La forma in cui viene presentata la soda, cristalli o liquido inodore e incolore, viene spesso confusa con i generi alimentari, soprattutto dai bambini piccoli, quindi ingerita accidentalmente.

In Africa, i casi di intossicazione da soda caustica rappresentano uno dei problemi sanitari principali e normalmente sono colpiti i bambini di età inferiore a cinque anni.

Le cause più frequenti di questi incidenti domiciliari sono l’errato stoccaggio, nelle abitazioni, dei liquidi tossici oppure l’utilizzo di contenitori non adatti alla conservazione, che vengono così confusi con le bottiglie d’acqua. L'ingestione di sostanze corrosive provoca lesioni irreversibili ed estremamente dolorose che impediscono ai bambini di alimentarsi da soli.

Questi incidenti portano a sequele importanti, come ad esempio la stenosi esofagea. La mortalità elevata, soprattutto nei paesi del sud del mondo, è dovuta in particolare all’instaurarsi della malnutrizione severa secondaria alle complicanze post ingestione. La mancata disponibilità di mezzi e di strutture sanitarie adeguate in queste aree del mondo, comportano conseguenze disastrose e permanenti per il bambino.

Solo nel 2019 la Repubblica Centrafricana ha trasferito all’ospedale Bambino Gesù, per cure sanitarie, cinque pazienti con lesioni esofagee causate dall’ingestione della soda caustica.

Le ustioni caustiche dell'esofago sono un problema di salute pubblica predominante e sono una causa ampiamente sottovalutata di mortalità infantile.

La storia

Mi chiamo Jérémy ed ho 4 anni

Nelle mie giornate, quando non vado a scuola, passo molto tempo a guardare papà e mamma mentre lavorano.

Mi piace star loro vicino e guardarli, sento il loro amore.
La mia Famiglia

Papà fa il meccanico e ha sempre delle motociclette da riparare. Oggi, sta pulendo la marmitta di una moto-taxi con un liquido trasparente che la fa brillare

mamma invece prepara il sapone da vendere al mercato

Mamma chiede sempre al papà una parte di quella polvere brillante che diluisce nelle bottiglie e che usa sulle marmitte. Questo liquido sembra magico, nell’acqua è trasparente e non ha odore. Mi dicono che si chiami soda caustica.

Forse, un giorno, potrò usarla anch’io per pulire la mia macchinina

Il papà finisce il lavoro e ripone la bottiglia

Oggi sono solo perché mamma è andata al mercato. Fa tanto caldo, ho tanta sete. Vorrei bere un po’ d'acqua.

Eccola!

Mamma deve avere dimenticato l’acqua in un posto diverso. Ne bevo subito un sorso!

Aiuto! La mia pancia brucia terribilmente! La bocca è secca! Ho paura, non so cosa mi stia succedendo. Forse è colpa di quel liquido che ho bevuto. Aspetto a dirlo alla mamma perché potrebbe arrabbiarsi con me.

Che dolore di pancia

3 giorni dopo ..

Non riesco più a deglutire nulla, nemmeno l’acqua. Mi sento tanto male e sono debole. Non ho più forze. Nemmeno la saliva riesce più a scendere nella mia pancia.

Mamma si accorge solo ora della bottiglia aperta e del mio malessere.

Sto molto male ed ho perso peso.

Andiamo all’ospedale, al Complesso Pediatrico.

Arrivati all’ ospedale mi mettono subito un liquido nel braccio attraverso un ago, i dottori dicono che è per idratarmi.

Li sento dire che mi dovranno fare un buco nella pancia per farmi mangiare, lo chiamano gastrostomia.

Qualche giorno dopo già ce l’ho. Io e la mamma siamo confusi, ma una cosa è chiara: che per molto tempo non potrò più mangiare dalla bocca.

Forse, anche per sempre!

QUALCHE TEMPO DOPO:

Tutta questa storia è solo un brutto ricordo. Ora ho quasi tredici anni. Mi sono ripreso e frequento le scuole secondarie a Bangui. I miei genitori continuano a lavorare con la soda caustica però ora la conservano in una bottiglia diversa da quella dell’acqua e con un’etichetta che indica il pericolo. Noi tutti in famiglia sappiamo che quella bottiglia non è da toccare.

OBIETTIVO

Sensibilizzare le famiglie della Repubblica Centrafricana sul corretto utilizzo e sulla gestione della soda caustica al fine di ridurre i casi di incidenti domiciliari nell’infanzia.

Torneremo a giocare

Una storia fatta di segni e di parole

AUTORI DEL PROGETTO

Ombretta Pasotti Infermiere Coordinatore Project Manager
Luca Fratoni Infermiere ricercatore
Paolo Bucello artista disegnatore

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Special thanks

Si ringraziano per il prezioso contributo offerto nella realizzazione del libro Riccardo Ricci e Ulrich Vickos.

Grazie