di elena
Ciao, mi chiamo Uanna, sono la figlia minore di un vasaio; mio padre lavora e guadagna abbastanza e, per questo, riusciamo a fare una vita semplice, ma non ci manca da mangiare e da vestirci. Mangiamo infatti ogni giorno orzo, legumi e qualche volta anche pesce o carne. Ogni mattina dopo aver fatto colazione, io e le mie sorelle aiutiamo mia madre a lavorare il telaio. Nostra madre ci insegna anche a prenderci cura dei nostri capelli e la nostra pelle. Soprattutto mia sorella in questo periodo è molto impegnata a prepararsi per il matrimonio con Dan. Mio padre e il padre di Dan, si sono accordati da tempo per questo matrimonio. Di nascosto, ogni tanto, vado nel posto dove lavora mio padre: mi piace molto vedere come da un semplice blocco d'argilla nasca un vaso. Mi piace ancora di più quando lo decora. Oh se potessi aiutarlo! Ma alle bambine non è permesso. Anche se non sono ricca mi piace vivere con la mia famiglia.
di giulia d.
Io mi chiamo Kira e sono una bambina di nove anni e vivo in un villaggio al Sud della Mesopotamia. Io mi alzo all’alba per aiutare i miei genitori a irrigare i campi, a coltivare l’orzo e fare tante altre cose; vivo vicino al fiume Tigri nella campagna della città di Lagash. La mia casa è piccolina ha solo due stanze ed è fatta di legno. Di solito io mi alzo all’alba per tosare le pecore, per dar da mangiare ai conigli e mungere le mucche. Il mio letto è fatto di paglia, non ho il cuscino ma ho le coperte, quando mia madre era incinta per la mia famiglia è stato un periodo molto difficile; noi siamo in cinque e il cibo scarseggiava, però a noi non è mai mancato nulla. La mamma pensa sempre a noi per primi. Quando ceniamo andiamo all’aperto su un pratino, accendiamo il fuoco e lì cuociamo la carne di pecora. Una settimana fa mia mamma ha partorito: è nata una piccola SUMERA e qui stiamo festeggiando. Il mio gioco preferito si chiama SUMERLOC, consiste nel nascondersi e arrivare alla tana più veloce di tutti chi arriva per ultimo avrà delle penitenze. Spero che questo testo vi abbia dato una idea della mia vita. CIAO !!!!!!!!!!
di emanuele
Ciao sono Emanuelyus, sono nato il 16 Sepembe del 2000 a.c. a Ur. Io da bambino mi vestivo sempre con dei sandali di bronzo, una maglietta di stoffa a maniche corte e pantaloni fatti con la lana di pecora. Ero molto simpatico e avevo tanti amici. Mi piacevano tanto le armi da battaglia e mi divertito a costruirle con il metallo e offrirle ai guerrieri che mi ringraziavano dandomi una dimostrazione della loro forza. Ho una famiglia numerosa: due fratelli e una sorellina. Sono il più grande dei fratelli; il fratello dopo di me si chiama Michelyu, il fratello dopo di Michelyu si chiama Lorenzyus, la sorellina più piccola è Angelicas. La mia mamma si chiama Alesandrusa, il mio papà Paolus. Il mio papà fa l’agricoltore per cui in casa si trovano sempre legumi, tra cui lenticchie; avevamo cereali come il grano e l’orzo. Non mancavano mai frutti come fichi e datteri. La mia mamma è una tessitrice e ci tesseva molte coperte così quando dormivamo non sentivamo freddo.bIo vivo a Ur, lì c’è una grande Ziqqurat dove alcune volte il mio papà va a depositare i raccolti. Noi abbiamo una casa accanto alla Ziqqurat; ha grandi mattoni seccati al sole. La casa è molto grande ha sei stanze e al posto del tetto c’è un piano con un’ altra grande stanza all’aperto dove dormiamo in Estate asciughiamo gli abiti, il pesce, la carne, i frutti. A me piace molto fare matematica e geometria. Ogni giorno l’ ummia ci controlla i compiti e se non li facciamo bene o sbagliamo qualcosa ci dà le bastonate. C’è qualcosa che nelle scuole fa più male: la frusta. Quando non ci comportiamo bene l’ummia chiama l’addetto alla frusta che ci frusta e se noi cadiamo a terra arriva subito l’ addetto all’educazione che ci dà cinque o sei bastonate. Ogni giorno il maestro ci fa ricopiare le parole affinché riusciamo a scrivere velocemente senza dolore. Ogni giorno con il papà andiamo a scavare dei canali e delle dighe per irrigare i nostri campi; dopo aver finito di irrigare i campi andiamo a dare cibi agli animali. Abbiamo una barca a vela, costruita dal mio abile papà, dove va sempre a pescare Michelyu e Lorenzyus. Adesso che sono grande sono un guerriero e sono il capo, difendo la città dagli attacchi nemici così le persone possano vivere in pace.
di matteo
Ciao, mi chiamo Jacc e sono il figlio di un contadino sumero. Noi siamo poveri e io non vado a scuola; mio padre Borba mi insegna sempre tutto sugli animali e le piante. Quando mi sveglio la mattina bevo il latte di capra che ha munto la mia mamma accompagnato dall’avanzo della focaccia della cena precedente; finito di mangiare vado subito con mio padre a lavorare nei campi. Mio padre mi insegna le abili tecniche di irrigazione, mi spiega come costruire argini, canali e bacini di raccolta. Una sera, tornando dai campi, incontrammo una bambina orfana nascosta tra il grano, le chiedemmo: “Come ti chiami?” Lei rispose: “Tala”. Le chiedemmo se avesse fame e lei annuì. Noi non avevamo molto da offrire ma la portammo comunque con noi nella nostra casa. Durante il tragitto le dissi che la nostra casa era piccola ma accogliente: in un angolo c’era uno scaffale contenente miele, succo d’uva, formaggio, grano e pesce. In un altro angolo c’era uno spazio dove poter riposare. Le mattine seguenti io continuai ad andare con mio padre ai campi mentre Tala, che ormai era diventata come una sorella, restava con mia madre Sociaa ad accudire gli animali e a lavorare argilla. Una mattina di pioggia mio padre mi lasciò a casa e con Tala rubacchiammo un po’ di argilla per giocare alla scuola, facendo finta di scrivere inventando una scrittura tutta nostra. Ci divertivamo tanto con Tala ma eravamo spesso birichini e se papà ci scopriva, ci puniva, ma quando eravamo bravi nei lavori ci premiava. Ad esempio una volta, come premio, ci ha portato alla Ziqqurat; fummo entusiasti di vedere tutte quelle cose nuove, dai mosaici ai bassorilievi che raccontavano storie di guerra, ai laboratori artigianali e ricchi di vasi pietre preziose e armi. Io rimasi colpito dall’osservatorio che si trovava in cima alla Ziqqurat dove potevi imparare a leggere le stelle, mentre Tala si innamorò del dolce e melodioso suono dell’arpa. Quella giornata fu memorabile, trovammo anche un cucciolo di lupo. Papà ci permise di portarlo a casa e decidemmo di chiamarlo Wolfy.
Di Francesco M.
Ciao! Sono un sumero e mi chiamo Francescovich. Vivo ad Uruk e la mia famiglia è ricca. Ogni pomeriggio preparo le tavolette d’argilla per il giorno dopo a scuola e se non c’è a disposizione l’andiamo a prendere vicino ai fiumi. La mamma si alza la mattina presto per andare al lavoro. Lei lavora oro e pietre preziose con le quali forma dei bellissimi gioielli. Mio padre invece è uno scriba molto bravo. La nonna lavora nei campi al di fuori della nostra città dove coltiva grano, legumi ed alberi da frutto, che poi usiamo come sostentamento familiare. La domenica, dopo esserci lavati, andiamo tutti alla Ziqqurat dove c’è il tempio e lì preghiamo ed invochiamo il Dio protettore della nostra città. La mia passione sono le armi e il mio sogno da grande è di diventare una guardia imbattibile. Qualche volta, quando ho finito di fare i compiti, vado ad aiutare mia nonna e insieme costruiamo bacini di raccolta, canali e qualche volta quando lei ha i semi piantiamo alberi da frutto che la mattina del giorno dopo annaffio. Io vivo fra il fiume Tigri ed Eufrate in una casetta costruita con chiodi di metallo e legno. Il piano terra ha una scala che porta al piano di sopra (cioè sul letto) dove dormiamo l’estate, essicchiamo il pesce e la carne. Se arrivo in ritardo a scuola l’addetto alla puntualità mi bastona; se la tavoletta che faccio vedere al maestro non va bene chiama l’addetto della frusta che mi bastona, e se cado a terra arriva l’addetto dell’educazione che ci da quattro bastonate. Nonostante le punizioni sono molto contento della mia vita.
di matilde
Ciao io sono Miak. Io vivo in una famiglia sumera nella città di Ur: la mia mamma si chiama Lucy e il mio papà Onavi. La mia famiglia non è molto ricca ma comunque vado a scuola. Vivo in una città molto bella davanti al fiume, mia mamma e mio papà lavorano tutti e due come agricoltori. La mia casa non è molto grande ma è bello viverci; è piena di giochi di quando ero piccola che costruivo insieme a mio nonno, con la creta facevamo tante bamboline e costruivamo delle canne da pesca. Io ho tanti amici come: Ailuig, Osammot, Ocsecnarf C. ,Ocsecnarf F. ,Ocsecnarf M., Ocsecnarf M., Ocsecnarf P., Kered, Nayr, Onimaineb, Aralc, Oettam, Siaht, Esenga, Eneri, Rotciv, Acceber, Ailuig, Nimssay, Aseret, Ordnassela. Insomma avete capito sono tutti i miei amici, vengono tutti a scuola con me. Adesso vi racconto: la mia scuola non è molto bella, se sbagliamo qualcosa ci frustano se arriviamo in ritardo o se ci alziamo senza permesso è sempre così, bastonate a non finire. Beh alcuni dei miei compagni sono molto gentili e altri un po’ più dispettosi. Allora avete capito questa è la vita che vorrei condurre se fossi un sumero.
di beniamino
Ciao, sono un bambino sumero molto ricco… Anzi il più ricco della città! Oggi vi racconterò la mia fantastica vita. La mattina mi sveglio nel mio caldo “letto”: una coperta di lana di pecora; la mia mamma è “disoccupata”, si può dire così, mi prepara una bellissima colazione a base di birra, orzo, focacce e latte. Dopo la colazione, saluto la mamma e, mentre mi dirigo verso la scuola, incontro i miei amici poveri ma fedeli: Ugo, Bo e Ba. Bo e Ba sono gemelli e sono molto attaccati tra di loro. Incontro mio padre che fa lo scriba presso i magazzini della ziqqurat, mentre trascrive e rendiconta su tavolette d’argilla mi saluta calorosamente. Arrivati a scuola, “il maestro” mi guarda con aria simpatica anche se sotto sotto si può intravedere un po’ d’odio rivolto verso me e qualcun altro. Il maestro appena entrato in classe ci accoglie con un bellissimo e simpaticissimo testo che deve essere lungo almeno ben otto tavolette… Ah, per fortuna che l’odio verso di me era poco! Quanto è scomodo stare seduti per terra e poi che noia ogni volta costruire le tavolette su cui scrivere! Dopo la scuola vado… vado… vado… a non fare niente, perché i compiti non ce li danno, quindi vado a trovare Ugo per giocare. Lui è il più povero di tutta la città, infatti non ha casa, non ha genitori e non ha amici a parte me e vive nella campagna fuori dalle mura della città. Per andare a trovarlo devo uscire dalla ziqqurat e porto da lui un gioco che è simile alla dama, fatta di legno, pezzi di conchiglia e lapislazzuli, è il tipico gioco della corte che sicuramente lui non conosce. Dopo essere stato a giocare con Ugo, mi faccio una bella passeggiata sulla riva del fiume Tigri mentre sull’altra sponda posso intravedere un contadino che sta coltivando il suo campo. In seguito mi reco nel laboratorio del fabbro più bravo della città e mi faccio realizzare un piccolo pugnale. E ora vi starete chiedendo: << Perché ti sei fatto fare un pugnale? >>. Perché oggi c’è la giornata della caccia in cui ognuno deve catturare una preda e sacrificarla agli dei. Mio padre e io abbiamo preso un grosso cinghiale e così gli altri si sono complimentati con noi. Questa è la mia vita da bambino sumero ricco e spero che vi abbia coinvolto.
di agnese
Ciao io sono Shara, sono una bambina Sumera e vivo in una casa fatta di mattoni essiccati al sole, vicino al fiume Eufrate nella città di Uruk.
Io la mattina mi sveglio molto presto per non arrivare in ritardo a scuola. Appena arrivata alla Edubba (casa delle tavolette ) faccio l'inchino all'addetto della puntualità, colui che si occupa di punire chi arriva in ritardo, poi consegno il compito svolto a casa, dopo mi siedo ed eseguo quello che il maestro (ummia) mi ha comandato di fare, cioè degli esercizi di geometria come calcolare l' area di diverse figure.
Una volta tornata a casa metto tutto in ordine e comincio a fare i compiti che hanno assegnato. Quando finisco i compiti vado ad aiutare mia madre di nome Shira e mio padre Shiro e insieme andiamo a cogliere l'orzo, una volta raccolto lo collochiamo dentro la stanza dei grani nella immensa Ziqqurat che si trova al centro della città
Diventata adolescente non posso più andare a scuola e quindi svanisce il mio sogno: diventare una sacerdotessa; purtroppo nelle società del tempo non era previsto una donna sacerdotessa così diventai come i miei genitori una contadina. Ho partorito una figlia che si chiama Tarasha e grazie al mio duro lavoro ha avuto la fortuna di andare a scuola.
di rebecca
Io mi chiamo Picci e sono una sumera, vivo in una città di nome Ur vado a scuola; mi alzo sempre la mattina presto mentre mia madre mi prepara la merenda: focacce messe in un cesto. Vado a scuola sempre in ritardo e quindi mi prendo 2-3 bastonate, faccio l’inchino al maestro e mi prendo come al solito 2-3 bastonate e poi gli do il compito. Manca sempre qualcosa quindi bastonate! Mi fanno male e io dico: < mi fate male!> e così l’incarico del silenzio si posiziona vicino a me e mi da 6-7 bastonate stavolta nel fondo schiena e mi fa molto più male. Rubo qualcosa per farmi come scudo e però altre bastonate sul fondo schiena; volete sapere quante? Va bene di solito sono 7-8. La mia vicina di banco si chiama (Iòcchi) è molto gentile. Ora, ritorniamo a noi; quando faccio le verifiche prendo bellissimi voti: 10, 10 1/2 e 10 e lode. Mio padre e mia madre sono 2 scriba molto bravi. Questa è la mia famiglia. Vorrei imparare a coltivare però i miei genitori sono 2 scriba. Pian piano però vorrei imparare a coltivare: orzo, grano, focacce, fichi, datteri … stò imparando a coltivare. La mia casa ha 2 piani. La porta è di legno scuro, nel soggiorno c’è un piccolo divano e un cuscino, qualche mobile di legno chiaro, un piccolo tavolo di legno scuro. La mia camera da letto è un po’ piccola c’è il letto, una struttura di legno e un materasso di cotone con l’interno di paglia. Nella cucina ci sono poche cose cioè una piccola finestra per far entrare la luce, un fuoco per riscaldare le vivande, un tavolo e un mobile per cucinare. Sono molto ricca!!!
di irene
Ciao! Oggi vi voglio descrivere la mia vita da Sumero. Il mio nome è Beatrice e vivo in un villaggio in mezzo ai fiumi Tigri ed Eufrate in Mesopotamia. Io ho 14 anni e ogni giorno mi alzavo la mattina all’alba per andare ad aiutare i miei genitori a coltivare i campi. La mia casa è piccolissima ma molto luminosa, perché ci batte sempre il sole e ha due stanze: nella prima ci dormiamo io e mio fratello e nell’altra ci dormono i miei genitori. Purtroppo, a causa di un forte terremoto, la mia casa si è sgretolata in mille pezzi, ma fortunatamente nessuno della mia famiglia è morto. Visto che i miei genitori coltivavano praticamente da tutta la vita, sono riusciti a ricostruire la casa in città. La cosa più bella è che la casa nuova è un po’ più grande, quindi il mio più grande sogno si è avverato: cioè non dormire più con mio fratello. C’era anche una cosa che non mi andava molto a cuore, cioè che dovevo andare a scuola. Io, del mio primo giorno di scuola, ricordo di esserci entrata e di aver visto il mio amico Lorenzo e dissi: “anche tu qui?” “Sì” rispose, “però fai silenzio, perché sennò potresti prendere una frustata da un momento all’altro”. “Sì, sì” gli risposi io. Finalmente incontrai il mio nuovo maestro e gli dissi “buon giorno maestro”, “come ti permetti di scambiarmi con un maestro qualunque?? Io sono il Preside di questa scuola, quindi abbi un po’ di rispetto…” e mi frustò. Poi cominciò la lezione e guardai finalmente il mio vero maestro e dissi: “secondo me è cattivissimo!!”
di alessandro
Se fossi un sumero avrei una casa di legno e terra, piuttosto grande costruita da mio padre e mia madre con alcuni comodini di mattoni eletti di paglia. Mi chiamerei Alessandrinovic e essendo povero non andrei a scuola ma lavorerei lo stesso aiutando mio padre a fare dei piccoli canali dietro casa per pescare senza fare molta strada. Potremmo piantare molto bene grazie all'acqua che fertilizza la terra, i nostri raccolti sarebbero abbandonati e rigogliosi e servirebbe anche per condurre anche una vita migliore. Avrei anche una sorella molto più piccola di di nome Serenami e mangerebbe piccolissimi organi di coniglietto arrostito con una cottura perfetta sul fuoco alimentato davanti a casa della mamma. Ogni tanto, per non restare troppo stupido ed ignorante, mi piacerebbe prendere appunti sbirciando dalla finestra della scuola che si trova dall'altra parte del fiume. In quella scuola un bambino mi vedrebbe e mi offrirebbe la sua amicizia, ogni giorno andrei da lui a giocare lui si chiamerebbe Franceschinoton e sarebbe il bambino più divertente di tutti. Non mi direbbe mai una bugia perché direbbe che non mi verrebbe mai sostituire con qualcun' altro. Io avrei pochi amici e verrei sottovalutato spesso, ma questo non accadrebbe con Franceschinoton. Da adulto lavorerei come come scriba e allevatore per poter mandare i miei figli a scuola e non condurre sempre una vita tappo povera e sprecare tutta la mia vita. Mia sorella diventerebbe una bravissima funzionaria ricca anche grazie a dei prestiti che gli offrirei io, mentre mamma e papà viaggerebbero il mondo felici rimanendo poveri. Mi piacerebbe molto essere un sumero.
di Tommaso
Ciao sono Tommaso e sono un allevatore che vive in Mesopotamia in una casetta con mia moglie di nome Uga, la mia abitazione sorge vicino al fiume Eufrate. Ogni mattina, appena il sole batte sul mio letto, mi alzo, mangio e poi di corsa mi vesto e vado dalle mie capre, dalle mie mucche e le faccio pascolare, infine torno a casa e mi riposo. Dopo qualche ora vado dalle galline Gina, Tina e Pina, tre gallinelle vanitose che si mettono sempre in mostra, ma devo ancora andare dall’asino Cocco e poi, finalmente, vado a consegnare la merce. Mangio grano e altre prelibatezze come orzo e legumi. Esco di casa, mi bagno il viso con l’acqua del fiume Eufrate e penso a cosa fare domani, resto un po’ lì e poi vado a dormire, domani tutto dall’inizio, la mia vita è faticosa ma è anche divertente e sono soddisfatto.
di thais
Salve, mi chiamo Maria ho 8 anni vivo nel villaggio di Hamri vicino al canale. Mio padre si chiama Marius e mia madre si chiama Gardenius. Di solito, dopo aver fatto colazione con il latte e un poco di frutta, mi preparo per andare all’eddubba e preparo tutti i miei compiti che ho fatto sulla mia tavoletta d’argilla, nella mia classe sono quasi tutti maschi infatti siamo pochissime femmine; mi piace stare molto nell’eddubba però alcuni giorni mi sento stanca perché studiamo tutto il giorno dalla mattina alla sera, dobbiamo essere molto attenti perché altrimenti i fratelli maggiori (professori) ci danno delle bastonate (chissà se un giorno vieteranno questo castigo per noi studenti?). Dopo aver finito torno a casa e do una mano a i miei genitori dando da mangiare e da bere al bestiame; abbiamo: 4 mucche, 10 maiali, 2 asini e 3 caprette. E prendo l’acqua dal canale per casa. Siamo fortunati perché abbiamo 3 stanze nella nostra casa, di solito la gente ne ha soltanto una. E aiuto mamma che fa la cena fuori della casa. Nei giorni di culto e di rito accompagno sempre mio padre nelle cerimonie lui è un musico ed è molto rispettato; sono cerimonie sacre e religiose (ma vi devo confessare che mi diverte molto ascoltare le melodie) mio papà suona la cetra ma a me piace di più il cembalo. Così sono più o meno le mie giornate; alcune volte vado anche insieme a i miei nel fiume per barattare le merci.
di victor
Ciao io sono Vicco il Sumerone. Ho 43 anni e vivo in un bel villaggio in campagna in un prateria fiorita, vicino al fiume Tigri, ma noi lo chiamiamo Pesce Giallo. Io sono un contadino e allevatore. Sono bravo in molte cose come tenere a bada gli animali, assicurami che non scappino dalle staccionate, so irrigare i campi e ho costruito insieme alla mia famiglia dei canali di irrigazione e un bel pozzo. Vivo in una casa di legno con una famiglia di 4 persone io, il padre, mia moglie che si chiama Eleonor Zaffè e i miei figli cioè Gibbo e Crispina. Ogni giorno i miei due piccoli figli mi vengono ad aiutare ad irrigare i campi e a piantare i semi di grano, orzo e altre, pochissime, ma buone verdure, mentre la madre cuce i tessuti. Raramente mi convocano per delle spedizioni di caccia ai bovini, perché il nostro villaggio non li riesce ad allevarli, quindi li cacciamo. Ogni sera ci riuniamo tutti come una grande famiglia attorno al falò, a gustarci le prelibatezze che gli dei ci offrono. Siamo gruppi di poche casette ma in una, in particolare, distante dalle altre vicino alla boscaglia ci vive il mio amico d’infanzia Ugo il Cocco. Mi ricordo quando io e Ugo giocavamo tra i campi di grano e nei prati fioriti. Ora è un abile cacciatore ed è un ragazzo di ben 32 anni. Ogni tanto vado a lezione di caccia, così se un giorno il mio villaggio verrà abbattuto dalle grandi civiltà io e la mia splendida famiglia riusciremo a sopravvivere nella selvaggia natura. Sono davvero molto felice della mia famiglia e il mio villaggio.
Di derek
Se io fossi stato un bambino sumero di mattina mi sarei alzato presto e sarei andato a scuola. Sarei stato molto "somaro" perché non avrei ascoltato la maestra. La maestra sarebbe stata molto gentile e molto orgogliosa dei suoi studenti e io ne sarei stato molto fiero. Noi avremmo riso a crepapelle. Io senza nome sarei vissuto in una casa in un piccolo villaggio con bambini, persone e un bel fiume dove pescare. Dopo aver pescato un bel pesce me lo sarei mangiato. Di sera mi sarei messo a riordinare la mia camera. La mia casa sarebbe stata fatta di paglia con il tetto a punta; poi mi sarei fatto una bella doccia sotto la pioggia e infine mi sarei messo sotto le mie piume calde e soffici.
di francesco f.
Io mi chiamo Flautis e sono un sumero nato il 3500 a.c. In Mesopotania. I miei genitori erano commercianti perchè abitavano vicino al fiume Tigri. La mia casa era fatta con pareti di fango e paglia vicino alle mura della città. A scuola ci insegnavano il calcolo a base 60 e il calendario e scrivevo su tavolette d'argilla. La mattina, quando andavo a scuola, consegnavo il compito al maestro e poi mi mettevo seduto e cominciavo la lezione, quando finiva ritornavo a casa pranzavo e poi andavo nell'orto ad aiutare la mia famiglia. Mi sarebbe piaciuto possedere un carro però la mia famiglia non poteva permetterselo quindi io lavoravo molto duramente: portavo le merci alla Ziggurat e poi mi dirigevo al fiume per pescare, trovavo conchiglie per venderle al mercato e via via vendevo pesce e conchiglie così con il tempo io e la mia famiglia ci siamo permessi un carro.
di Clara
Ciao, mi chiamo Aralc, ho nove anni e vivo nella Mesopotamia con i miei genitori: Aisila, Eppesulg. Insieme a noi vive il mio cane da caccia. Io mi sveglio presto perché il mio cane mi salta sempre addosso! Subito dopo vado a fare colazione. Dopo esco a giocare con il mio cane: corriamo a fare passeggiate e a nasconderci. Durante il giorno vado a giocare con i miei amici: Gibu, Lala e Ailuia. Mentre io gioco la mia mamma va a fare il baratto al mercato dove porta cereali, frumento, orzo, legumi, noci e fichi. Invece ritorna con fagioli, lenticchie, datteri, piante di lino e mele. Invece il papà va ad allevare gli animali: capre, mucche e asini. A pranzo mangio quello che la mamma ha scambiato al mercato. Dopo aver mangiato andiamo tutti insieme al fiume Tigri. Mamma e papà nuotano e chiacchierano, invece io e il mio cane giochiamo con l'acqua e ce la schizziamo addosso poi facciamo anche tante gare. Infine alla sera andiamo alla ziqqurat a vedere le stelle insieme ad altre persone. Questa è davvero una bella vita.
di giulia g.
Ciao mi chiamo AILUIG. Se fossi un sumero la mia vita cambierebbe. La mia mamma si chiamerebbe ATRAM, e mio padre ODRAODE. Mia cugina ARORUA, mia zia ATREBOR e infine mio zio si chiama OTREBOR. La mia famiglia non è molto ricca e infatti possediamo terre e lavoriamo tutti e tre ed alleviamo gli animali: capre, pecore e coltivavamo pure la terra. Io vivo nella casa migliore del villaggio. La mattina, quando vado a scuola, è tutto noioso, perché mi frustano sempre ovviamente perché sono birichina anzi, molto birichina. Però mi piace andare a scuola perché si imparano molte cose. I miei giocattoli li costruivano i miei familiari con canna e creta. Ora mia madre mi ha insegnato a farli quindi adesso li faccio anche io. I miei amici si chiamano: EDLITAM, NAYR, AILUIG INID, ARALC, ASERET, OSAMMOT e OIP. La mia casa è fatta di: mattoni di argilla e paglia essiccati al sole. La mia casa aveva una forma rettangolare. il tetto era raggiungibile con delle scale interne. C’erano numerose stanze disposte attorno al cortile. Mio padre e mia madre per il compleanno mi hanno fatto una sorpresina cioè mi proposero di andare con loro a visitare un ziqqurat. Io dissi: “Sì, grazie è il regalo più bello del mondo!”.
Ciao io sono una sumera e mi chiamo Astrid. Sono povera, vivo in campagna e per questo non vado a scuola. Nel mio villaggio, nella città di Uruk ci sono case molto povere: invece di quelle di mattoni, come in città, ci sono quelle di paglia, in poche parole capanne. Ogni mattina all'alba mi sveglio per: tosare le pecore, mungere le mucche, dare il cibo ai maiali ed aiutare i miei genitori ad irrigare i campi d'orzo, di grano, ecc...La mia casa è fatta di paglia e canne. Essa ha solo una stanza ed ha un'apertura sul tetto e sulla porta. I miei mobili sono: il letto, le sedie, gli sgabelli, le cassapanche e le ceste per custodire la biancheria di casa, gli abiti e i gioielli. La mia famiglia mangia i cibi ricavati dall'agricoltura e dall'allevamento: grano, orzo, uova, carne e lenticchie. Il papà beve la birra d'orzo. Io non sono per niente invidiosa delle persone che vivono in città, anzi scommetto che loro siano invidiosi di noi campagnoli. Io ho anche un cane che si chiama Mako e spesso vado con lui al fiume Tigri. Questa è la mia vita di campagna e spero che anche voi viviate come me.
Di Francesco C.
Ciao io mi chiamo Ugo il Cocco e vivo in una città; sto vicino ad un fiume chiamato Tigri. Adesso devo andare a scuola, sono di nuovo in ritardo, mi daranno di sicuro una bastonata o due e non ho fatto neanche i compiti. Dopo due o tre minuti eccoci arrivati, la mia scuola si chiama Edubba però noi la chiamiamo polpo. Quando esco da scuola vado a lavorare con il papà per ricavare cibo: orzo, grano e pesce. La mia casa non è tanto grande, sono due stanze, con quattro letti. Non vi ho parlato di mio fratello che si chiama Vicco il Sumerone e ha la mia stessa età; noi ogni giorno, dopo la scuola, di sera ci divertiamo a giocare a nascondino tra i campi di grano, ed è bellissimo.
di yassmine
Ciao, io sono Ciocchi e sono una Sumera. Vivo in una bellissima città. Il mio papà è un funzionario della ziqqurat e mia madre una scriba. Vivo fra il Tigri e l’Eufrate, in Mesopotamia, esattamente nella città di Uruk. Prima di andare a scuola, la mia mamma mi prepara due focacce con carne di pollo. I miei maestri sono molto severi; nella mia scuola ci sono: il padre della scuola (il preside), i figli della scuola (gli alunni), i fratelli della scuola (cioè i maestri). Al mattino entro presto ma sono sempre in ritardo e l’addetto alla puntualità mi dice: “Perché sei in ritardo?”. Ed ecco che ricevo bastonate, bastonate, bastonate sul fondo schiena, fino ad arrivare in classe. A scuola, però sono molto brava e il mio insegnante è fiero di me. Prendo sempre 10 o 9 e mezzo e anche 10 e lode. La mia migliore amica è Picci e anche lei è brava a scuola. La scuola non offre cibo, per questo tutti gli scolari portano il pranzo: per il pranzo la mia mamma mi dà sempre fichi, focacce e datteri raccolti nei campi. I contadini coltivano per noi: grano, orzo, fichi, datteri, lenticchie, fagioli, sesamo e lino. Tornata a casa, la mamma, per cena, mi prepara spesso carne cotta sul fuoco e condita con l’olio. Noi abbiamo una casa a due piani e piccole finestre ed è fatta di mattoni. La casa è fatta così: nel primo piano c’è l’ingresso, dopo il soggiorno e, vicino, la cucina. Nel secondo piano ci sono la mia camera e quella di mia madre e mio padre. Infine c’è un tetto piatto su cui facciamo essiccare il pesce e, quando è caldo, ci dormiamo: ecco la mia vita da sumera. Yassmin
di Teresa
Mi chiamo Tomica, la sumera. Vivo in campagna in una casetta di legno con i miei fratelli coltivo grano e raccolgo le uova delle mie galline. Quando vengono i miei fratelli si scatena una guerra, perché solo io sono ricca di fratelli; siamo una famiglia numerosa. Io mi sveglio sempre con una sveglia sumerica, mi vesto come una sumera, cioè: indosso dei sandali e un vestito di stoffa; poi vado a dare da mangiare alla gallina, agli asini e annaffio il grano. Io non sopporto mia nonna perché se sono in difficoltà ad annaffiare o ad allevare i miei animali mi frusta cinque volte e non mi trovo mai d’accordo con lei. Io, per fare i bisognini, non ho il bagno ma ho la natura. Una mattina mi svegliai, era tutto tranquillo, quando vidi una tavoletta d’argilla con scritto dalla nonna:”E’ ora di andare a scuola!” e con un urlo svegliai tutte le case vicine. Preparo la merenda, monto su Stella, che è la mia asinella, entro nell’Edubba (che è una scuola), faccio un inchino all’addetto della puntualità e al maestro. Mi ero fatta un sacco di amici come Matilde, Giulia ecc…Il maestro non era molto gentile, prendeva a frustate chi faceva il birichino. I più bravi della classe erano: Pio, Agnese, Eva, Thais, Matteo e Victor. Appena consegnato il compito, scritto sulla tavoletta, il maestro Moretti mi scrive un numero sumero che non sapevo cosa fosse, però penso che fosse stato un dieci: è stata una bellissima giornata sumera, oggi sono stata brava e ho scampato la frustata.