View Static Version
Loading

PAROLA D'ORDINE: RIQUALIFICARE. OGGI COME IERI: ADOTTIAMO IL COMPLESSO MONASTICO DI SANTO SPIRITO

PREMESSA

Vi chiedete quale motivo ci abbia indotto a voler conoscere ed approfondire la storia del complesso monastico di Santo Spirito? Semplice. I conventi, oltre ad essere centri spirituali e culturali, erano muti testimoni di un passato di ingente rilevanza culturale ed artistica, di cui, purtroppo, con il passare del tempo, abbiamo perso le tracce. Questo lavoro vuole portare alla luce qualcosa di quello che è andato perduto per indurre i curiosi a documentarsi ed interessarsi a questo luogo ricco di storia e storie. Partiamo dal principio…

LA STORIA E I PERSONAGGI

IL COMPLESSO MONASTICO

Siamo nel 1311, anno in cui il Cardinale Guglielmo Longhi ha richiesto la costruzione del convento di Santo Spirito in prossimità del Fossatum Communis Pergami che con la cinta merlata delle Muraine racchiudeva e difendeva dalle incursioni quei vici anteurbani, ubicati a ridosso delle antiche mura medievali, lungo le principali vie che scendono al piano.

CINTA DELLE MURAINE

Il Complesso monastico apparteneva alla vicinia di Sant’Antonio, che si estendeva dall’attuale Parco Marenzi alla contrada Tre Passi, comprendendo parte di via Pignolo (precisamente la zona compresa tra la piazzetta Santo Spirito e l’antica porta delle Muraine, detta di Sant’Antonio), l’antico ospedale di Sant’Antonio in foris del 1208, e Borgo Palazzo fino a Boccaleone.

VICINIA DI SANT'ANTONIO

Il monastero viene affidato fino alla seconda metà del Quattrocento alla Congregazione dei Celestini, detti originariamente fratelli di Santo Spirito, come testimonia lo stemma dell’ordine, una croce con una S (Santo Spirito) sull’asta inferiore, riprodotto sulle colonne in arenaria della navata e sulle colonnine in legno del coro, probabilmente modello per gli intagli sulle colonne delle cappelle.

STEMMA DELLA CONGREGAZIONE DEI CELESTINI

Al convento sono annessi una chiesa, un piccolo chiostro ed un ospedale in cui sorgono, nel 1393, il Pio Consorzio di S. Spirito, un'istituzione caritativa a favore della vicinia, che assiste malati, indigenti e pellegrini,nel 1585, una scuola per fanciulli bisognosi.

CHIOSTRO DEL ‘300

I CANONICI REGOLARI LATERANENSI

A causa delle alterne sorti politico-sociali che interessano Bergamo tra il XIII e il XV secolo, le autorità civili decretano, nel 1476, l'allontanamento dei frati Celestini, cui subentrano i Canonici Regolari Lateranensi, un ordine riformato alla regola agostiniana che non solo intraprende un’intensa attività di predicazione, ma anche si impegna nella ristrutturazione dell’intero complesso monastico. I lavori vengono affidati all’architetto bergamasco Pietro Isabello a cui si deve il disegno della chiesa a navata unica con cappelle laterali.

L’impresa viene, inoltre, sostenuta economicamente da alcune famiglie benestanti del borgo particolarmente interessate ad avere all’interno della chiesa una cappella gentilizia quale testimonianza dello status sociale raggiunto. Tra queste ricordiamo i Casotti da Mazzoleni, i Gozzi, gli Angelini ed, in particolare, i Tasso.

STEMMA DELLE FAMIGLIE TASSO, GOZZI E CASOTTI DA MAZZOLENI

I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA

I lavori di ristrutturazione dell’intero complesso e soprattutto della chiesa subiscono numerose interruzioni a causa delle cruenti battaglie scoppiate nei primi due decenni del XVI secolo: infatti, nel 1560 solo le cappelle gentilizie risultano ultimate; l’edificio religioso, invece, conserva ancora il vecchio impianto trecentesco a tre navate.

Soltanto due secoli più tardi, tra il 1730 e il 1740, la ristrutturazione della chiesa giunge a completamento ad opera dell’architetto Giovan Battista Caniana che interviene eliminando le tre navate e modificando parzialmente il progetto cinquecentesco dell’Isabello, ossia coprendo l’unica navata con un’ampia volta a botte ritmata da membrature trasversali.

L'INTERNO DELLA CHIESA

GIUSEPPE BERLENDIS, PRINCIPALI MONUMENTI DELLA CITTÀ E PROVINCIA DI BERGAMO, 1843

Con la secolarizzazione dell’Ordine, risalente al 1785, i lavori di ristrutturazione vengono nuovamente sospesi fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando, su progetto dell’architetto Vincenzo Lucchini, vengono modificati il presbiterio e il coro, assumendo l’aspetto attuale ed ospitando l’organo a canne realizzato dai SERASSI, celebre dinastia di maestri organari, e l’altare maggiore proveniente dalla chiesa del Galgario.

ORGANO A CANNE
ORGANO SERASSI
FACCIATA INIZIO '900

La facciata della chiesa diviene oggetto di sporadici interventi ma non viene mai ultimata e il suo aspetto rustico la caratterizza ancora oggi. L’ultimo restauro, quello del 1971, inoltre, ha reso ancor più evidente la stratificazione degli interventi che si sono succeduti nel tempo, valorizzandone i caratteri. La tessitura muraria in pietra arenaria mista a ciottoli con inserti in laterizio è un libro aperto sulla storia: al primitivo impianto gotico appartengono i conci irregolari sbozzati e parzialmente squadrati in calcarenite presenti nella parte basamentale, la sagoma del portale e del rosone, leggibili tra il rivestimento parziale in pietra arenaria messa in opera nel Cinquecento e la cornice settecentesca del portale, opera di Antonio Pirovano. A quest’ultimo periodo appartiene la muratura in elevazione.

PARTICOLARI TESSITURA MURARIA E TRACCE ANTICO PORTALE

La scultura bronzea di Francesco Somaini che interpreta “La discesa dello Spirito Santo” sulla comunità, sita sulla facciata, accentua il valore spirituale del tempio e mostra chiaramente come antico e contemporaneo possano colloquiare senza discontinuità.

PRIMO PIANO SCULTURA BRONZEA

L’INTERNO

L’interno si presenta con un’ampia navata fiancheggiata da una serie di cinque cappelle per lato, la cui tipologia rispecchia la più antica utilizzata quale modello per le successive. Le cappelle, voltate a botte cassettonata, sono separate fra loro da lesene a cui si appoggiano colonne di ordine composito decorate ad intaglio. Sopra il capitello corre un primo cornicione dalla modanatura aggettante ed un secondo separato da quello inferiore tramite bassi pilastri. Colonne, basamento e lesene sono in arenaria mentre le modanature delle cornici e gli arconi trasversali della volta sono a stucco ma riprendono il colore della pietra sedimentaria.

CAPPELLE DI SINISTRA
CAPPELLE DI DESTRA

GIULIO CARPINONI, LA DEPOSIZIONE DI NOSTRO SIGNORE, XVII SEC.

DOMENICO VIANI, IL MIRACOLO DI SANT'ANTONIO DA PADOVA, INIZIO XVIII SEC.

LORENZO LOTTO, MADONNA COL BAMBINO, SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA, SANT'AGOSTINO, SAN SEBASTIANO E SANT'ANTONIO ABATE, 1521

ANDREA PREVITALI, POLITTICO CON PATRONI DELLA FAMIGLIA, 1525

ANDREA PREVITALI, SAN GIOVANNI BATTISTA E ALTRI SANTI, SAN NICOLA DI BARI, SAN BARTOLOMEO, SAN GIUSEPPE E SAN GIACOMO, 1515

CAPPELLA DI DOMENICO TASSO: PALA D'ALTARE DI SCIPIONE PIAZZA, MADONNA COL BAMBINO, I SANTI PIETRO E PAOLO, 1545

Nei pennacchi laterali esterni alle cappelle teste di profeti e personaggi biblici incorniciati in tondi sono gli unici frammenti decorativi superstiti della preesistente chiesa trecentesca.

PENNACCHI

Le cappelle sono precedute da colonne intagliate che riportano iniziali e stemmi di coloro che avevano costituito la dote patrimoniale del beneficio stesso.

Oltre a rilievi di oggetti liturgici e monogrammi riferiti allo Spirito Santo, sono presenti delfini con tridente quale chiara allusione di fedeltà e gratitudine verso Venezia, che per anni ha dominato la città.

PARTICOLARI COLONNE

Le cappelle custodiscono opere di particolare pregio, commissionate tra il Cinquecento ed il Seicento dalle famiglie che avevano ottenuto il diritto di patronato allo scopo di esibire capacità economiche e prestigio sociale; tra le tante opere presenti, tutte meritevoli di attenzione, spiccano le pale d’altare di Giulio Carpioni, Domenico Viani, Lorenzo Lotto, Andrea Previtali, Scipione Piazza, Ambrogio Bergognone. Non tutte le pale si trovano nella collocazione originaria in quanto alcune, tra cui la pala dei Tasso,sono state spostate durante il rifacimento sette-ottocentesco.

LA CHIESA DI SANTO SPIRITO O CHIESA DEI TASSO

La chiesa di Santo Spirito è anche conosciuta quale Chiesa dei Tasso, famiglia che in essa aveva diritto di sepoltura in quanto benefattrice della fabbrica in fase di ristrutturazione cinquecentesca.

A questa famiglia originaria del Bretto (piccola frazione della Val Brembana) appartiene Domenico, figlio primogenito di Agostino e di Caterina Tasso, che, dopo aver intrapreso in città attività pubbliche e commerciali, nel 1508 commissiona al Bergognone il Polittico della Pentecoste in legno dorato per la cappella maggiore.

La grande pala, oltre ad assolvere il compito di celebrare lo Spirito Santo, ostenta la ricchezza e l’importanza assunta dalla famiglia che, nel presbiterio, ospita i monumenti funebri del Vescovo Luigi, di Agostino e Caterina Tasso, fratello e genitori del committente. I monumenti , rimossi in occasione del rifacimento del coro, sono stati ricollocati altrove: quello di Luigi Tasso nella sacrestia, il monumento funebre di Agostino e Caterina, ricomposto parzialmente, nel lato sinistro della cappella gentilizia di Domenico e della moglie Elisabetta.

POLITTICO DI BERGOGNONE

La cappella commissionata da Domenico Tasso nel 1525 per la propria sepoltura è preceduta da una grande colonna esterna dove appaiono, tra motivi ad intreccio e oggetti liturgici, gli stemmi dei Tasso, dei Rota e le iniziali del committente sormontate da una croce.

MOTIVI DELLE COLONNE

Il monumento funebre, opera dello scultore Donato Fantoni, presenta tre statue raffiguranti la Madonna con il Bambino, Santa Caterina e Sant’Agostino. Quattro suoi pilastrini sono stati utilizzati per sorreggere la nuova mensa liturgica.

MONUMENTO FUNEBRE

Domenico Tasso, inoltre, finanzia l’abbellimento del coro, commissionato nel 1501 da Giacomo Tasso, suo zio. In origine il coro era composto da cinquanta stalli lignei decorati con intagli che rimandano alle colonne della navata, alla glorificazione dello Spirito Santo e della Regola agostiniana; gli stalli vengono ridotti a 17 durante il rifacimento ottocentesco, nel tentativo di adattare il coro rettilineo alla nuova forma curva dell’abside.

CORO LIGNEO

Una lapide HEIC FAMILIA TAXUS” posta nel coro, indica il luogo dove sono collocati i due sepolcri.

E, per concludere, un piccolo cenno A TORQUATO TASSO E AL SUO LEGAME CON BERGAMO

La famiglia Tasso, come si è detto una tra le finanziatrici del restauro della chiesa, si stabilisce nel Borgo, al civico n. 80 di via Pignolo, acquistando e ristrutturando un palazzo che doveva servire non solo come abitazione, ma anche come tappa dell’ attività di servizio postale e servizio viaggiatori da Bergamo a Venezia; nel palazzo ha soggiornato il poeta Torquato per due volte, e, precisamente, a 12 anni, dopo la morte della madre, quando aveva bisogno di essere amorevolmente coccolato e distratto dal dolore di una perdita così tragica e dopo la liberazione dall’ospedale di Sant’Anna a Ferrara (a 43 anni).

PALAZZO DEI TASSO

Il nostro celeberrimo poeta, benché nato a Sorrento, purtuttavia, si sentiva molto legato alla città orobica, dal momento che qui vivevano i suoi parenti. Infatti in alcune lettere si proclama “bergamasco non solo per origine, ma anche per affezione“, oppure definisce la città “sua patria”. A Bergamo ha dedicato anche il sonetto di età giovanile, sito sulla parete dell’ex Ateneo di arti e lettere in Città Alta, che rivela sua struggente malinconia per la lontananza dalla città.

SONETTO DI TORQUATO TASSO A BERGAMO

Nella nostra città Torquato si è sentito molto amato; ma non si è trattato di un amore a senso unico. A Bergamo, infatti, tutto parla di lui. Pensiamo a Via Tasso, a Piazza Vecchia, la piazza più bella di Città Alta, che, di secondo nome, potrebbe benissimo chiamarsi Piazza Torquato Tasso, visto che ai piedi del Palazzo della Ragione si trova la statua del poeta, a due passi da questo vediamo un caffè che porta il suo nome e la biblioteca Angelo Mai, sede del Centro Studi Tassiani, la più grande raccolta al mondo di studi e scritti su questo poeta.

TORQUATO TASSO A BERGAMO

E non dimentichiamo l’opera omonima, scritta da JACOPO FERRETTI e musicata da GAETANO DONIZETTI, che romanza ad arte il presunto amore di Torquato Tasso per la Duchessa Eleonora d’Este, già promessa sposa al Signore di Mantova e, pertanto, costretta ad allontanarsi dal suo amato.

La premessa al Libretto del Ferretti termina così: “Bergamasco è il protagonista; bergamasco chi le meschine mie parole arricchisce d'armonia; d'armonia che in questo argomento il core, e l'ingegno gl'inspirarono, e la cara inestinguibile rimembranza d'una patria illustre che adora. A voi intanto, cortesi amici, gli estremi suoi melo­drammatici lavori raccomanda il vostro egro e vecchio amico”. MA QUESTA È UN’ALTRA STORIA... E VE LA VOGLIAMO RACCONTARE COSÌ...

N.B: IL testo e il filmato del TORQUATO TASSO OFF ad opera delle alunne Garbelli Alice, Manzana Giulia, Natali Martina, Serughetti Erika, sotto la supervisione dell'attrice Briozzo Silvia e della prof.ssa Siciliano Rosaria sarà pubblicato in occasione della Donizetti Night del 2020.

E PER FINIRE IN BELLEZZA...

LA NOSTRA ARMONIA DI RIME: BATTAGLIE, AMORE E MAGIA NELLA GERUSALEMME LIBERATA. Rilettura in chiave moderna di passi tratti dal poema di Torquato Tasso, all'interno dei quali vengono ritratti gli amori impossibili vissuti dagli eroi e dalle eroine della nostra storia.

A seguire, LA NOSTRA PROPOSTA DI RIQUALIFICAZIONE DELL'EX CONVENTO DI SANTO SPIRITO:

SI RINGRAZIA:

Gli alunni della classe 4E del Liceo Scientifico F. Lussana

Le prof.sse Siciliano Rosaria e Testa Simonetta

L' attrice Briozzo Silvia

Corbari Emilio e Gelmi Silvio, di OkiDokifilm, per la regia e il montaggio video

PROGETTO REALIZZATO CON IL PATROCINIO DI:

Fondazione Istituti Educativi di Bergamo
Fondazione Cariplo
Created By
Rosaria Siciliano
Appreciate
NextPrevious