Danilo Aprigliano, Saverio Colacicco, Emanuele Di Muro, Carolina Leporatti, Stefano Marrone
Progetto per la call for proposal proposta dal Master in Public History di Università degli studi di Milano e Fondazione Feltrinelli: La public history e la narrazione della storia al tempo presente. Parlare fascista: Il linguaggio politico del fascismo.
Le ricerche su temi legati al fascismo e ai suoi falsi miti sono aumentate negli ultimi anni.
Quello che si trova in internet, però, solo raramente è di qualità. Anzi, quasi mai.
Il progetto qui presentato riguarda la realizzazione di una piattaforma virtuale rivolta a un pubblico di studenti e insegnanti delle scuole secondarie in cui si analizza il rapporto tra fascismo e fake news: come abbiano contribuito alla creazione di consenso del regime e come, ancora oggi, sopravvivano e si rinnovino falsi miti sul ventennio e sulle sue presunte qualità.
La piattaforma dovrà avere una doppia anima: una più prettamente storica rivolta all’uso e gli effetti delle fake news ad opera del regime fascista per fini di propaganda; l’altra rivolta all’attualità, regolarmente aggiornata sulla base dei trend di ricerca e dei topic di discussione pubblica, intenta ad analizzare e smontare, tramite un approccio scientifico, le informazioni false e i falsi miti che sopravvivono e si generano ancora oggi sul fascismo e sulle sue azioni e qualità.
Legati alla parte storica (ma anche a vari percorsi di attualità) saranno dei kit didattici a disposizione degli insegnanti perché possano, attraverso la LIM (lavagna interattiva multimediale) e i supporti tradizionali, portare in classe i temi in questione e proporre dei casi di studio su cui lavorare.
La LIM e i kit didattici
I nostri kit didattici sono degli strumenti pensati per gli insegnanti delle scuole secondarie perché possano, attraverso le LIM (lavagna interattiva multimediale) o i supporti tradizionali, creare delle lezioni sul fascismo e in particolare sulla propaganda del regime. Il nostro obiettivo sul medio periodo è poi espandere l’orizzonte storico e geografico per mettere in connessione la nostra storia nazionale con quella europea e mondiale, in relazione a temi legati alla costruzione di consenso e alla propaganda. All’interno di ogni kit, immaginabile come una pagina web con dei collegamenti ipertestuali o per il download, si troveranno materiali diversi:
cartine geografiche o info-grafiche interattive create con Adobe Flash;
documenti in formato pdf con testi e immagini;
verifiche già pronte da stampare per la distribuzione agli studenti;
verifiche interattive con correzione e punteggi immediati;
tracce per testi argomentativi e saggi brevi;
linee del tempo interattive dalle quali giungere a ulteriori pagine, video, immagini, documenti, ecc.;
proposte di case studies per laboratori storici di lavoro su delle fonti messe appositamente a disposizione;
giochi interattivi con fini didattici e anche di lavoro sulle fonti.
Attualmente molti libri di testo per le scuole propongono integrazioni multimediali per il consolidamento delle conoscenze e per lo studio individuale. Solo raramente, però, questi strumenti sono pensati appositamente per le LIM e per accompagnare l’insegnante durante tutto il corso della lezione. Ancora molto legati alla dimensione libro, non sviluppano appieno le potenzialità dei nuovi strumenti e la possibilità di interazione della classe e dell’insegnante. Quello che qui si propone è, dunque, qualcosa di radicalmente nuovo che sfrutti appieno le potenzialità della LIM e che sia effettivamente multimediale e interattivo.
Per esemplificare si può immaginare una lezione che inizi da una linea del tempo interattiva a partire dalla quale si può, cliccando sui vari elementi presenti, accedere a dei contenuti ulteriori come ad esempio immagini, filmati, documenti o info-grafiche (anch’esse, a loro volta, interattive). Se, per esempio, si aprisse una cartina si potrebbe decidere cosa specificamente mostrare, scegliendo tra varie opzioni disponibili, oppure tracciare segni con vari colori, scrivere, ecc. Si potrebbe poi, cliccando su una delle voci, aprire un ulteriore contenuto che mostri altri testi o altri elementi; nel caso in esempio, la storia di come, per un singolo stato, si sia giunti alla situazione descritta. Si può ad esempio cliccare su “Germania” e iniziare un percorso che descriva l’ascesa del Nazismo e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Nello stesso kit didattico l’insegnante troverebbe, inoltre, tutto quanto gli occorre per condurre questa lezione – testi, guide, schemi, documenti da far visionare – e per poter poi svolgere verifiche scritte e interrogazioni.
A questi è possibile aggiungere ulteriori strumenti interattivi per lavorare sulle fonti e sui documenti storiografici in modo da poter realizzare appieno anche quella che è la nostra visione della didattica storica: l’approccio critico al documento, alla metodologia della ricerca storica e alle conoscenze acquisite. Un modello interessante, a tal proposito, è quello dei cosiddetti case studies (casi di studio). Se un docente, durante la lezione di storia, mostra e usa spesso delle fonti, interrompendosi e facendo riflettere gli studenti sui raccordi tra tali documenti e la lezione, potrebbe anche far lavorare gli studenti direttamente sulle fonti per far scoprire loro in maniera autonoma i raccordi con la lezione. Questo strumento entra nel novero delle didattiche partecipate, espressione con la quale si possono indicare quelle attività attraverso cui non si comunica agli allievi una conoscenza storica compiuta (come succede attraverso la lezione tradizionale) ma si chiede loro di collaborare alla costruzione di questa conoscenza. Si tratta di un lavoro che si colloca a metà fra la visione di documento strutturato, così come viene di solito presentato nella manualistica italiana, e il laboratorio storico. Con la differenza, tuttavia, che lo studio di caso è più semplice di un laboratorio. Più facile e rapido da costruire e da svolgere in classe; può durare anche solo una mezz’ora. Ha un’utilità diversa rispetto al laboratorio storico perché non si limita alla semplice comprensione di una fonte ma mira a far sì che lo studente acquisisca alcune conoscenze mediante l’analisi attiva dei documenti, come farebbe uno storico. Con i limiti, ovviamente, di quello che permette di fare una lezione in classe e che consentono le conoscenze degli studenti di scuola superiore.
Nel caso concreto di un kit didattico, i cases studies possono essere forniti come un pacchetto in cui l’insegnante trovi tutto quanto gli occorra: dalla lezione ai documenti da analizzare, dai questionari interattivi alle guide all’analisi alle verifiche già impostate, ecc.
Ogni kit didattico, per concludere, intende fornire all’insegnante tutto quanto gli serve per poter svolgere lezioni di vario tipo e mediante l’ausilio di varie metodologie, ma anche per mostrare agli studenti come funziona la ricerca storica. Il tutto senza bisogno di ricorrere a strumenti costosi o complessi ma utilizzando solo una pagina web in cui si trovano testi e collegamenti a materiali già pronti all’uso oppure a documenti e file nei formati più comuni.
Chi siamo
Studenti del Master in Public History di diversa formazione:
- Storica
- Filologica
- Antropologica
Comitato scientifico
- David Bidussa, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli;
- Marco Cuzzi, Università degli Studi di Milano;
- Emanuele Edallo, Università degli Studi di Milano;
- Francesco Filippi, Presidente APS Deina;
- Enrico Manera, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea G. Agosti;
- Irene Piazzoni, Università degli Studi di Milano;
- Nicola Sbetti, Università degli Studi di Bologna.
Credits:
Creato con un’immagine di Gorodenkoff - "Boy Shows His Presentation on Interactive Whiteboard Project for Upcoming School Science Class."