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Abbiamo da poco ricominciato a lavorare sulla poesia in scrittura e abbiamo ripassato le minilesson studiate e applicate lo scorso anno:
Adesso arricchiremo la nostra "cassetta degli attrezzi" con un'altra strategia, un'altra tecnica che ci aiuterà a dare "enfasi" alle parole su cui vogliamo sia puntata l'attenzione del lettore:
l' anafora.
Teaching point
Oggi impareremo che cos'è la figura retorica dell'anafora e quanto essa sia efficace quando il poeta vuole mettere in evidenza, ribadire un determinato concetto o voglia dare forza ad un pensiero.
Leggiamo l'albo "Io sono foglia" di Angelo Mozzillo, illustrato da Marianna Balducci con la tecnica della fotoillustrazione.
Nel testo si ripete, a inizio verso, sempre lo stesso sintagma:
"Un giorno"
questo perché l'autore vuole comunicare che il nostro umore non è sempre lo stesso, le nostre emozioni, i nostri stati d'animo possono cambiare,
quindi ribadisce, con l'anafora , questo concetto,
(un giorno infatti possiamo sentirci felici, e l'altro invece malinconici, perché è la vita ad essere varia!)
Tanti poeti italiani hanno usato questa "strategia" nelle loro opere,
fra questi il più famoso è certamente Dante Alighieri.
Ne "La Divina Commedia" dinanzi alla porte dell'Inferno, il poeta trova questa scritta inquietante:
Per me si va nella città dolente
per me si va nell'etterno dolore
per me si va tra la perduta gente
"Per me", cioè "Attraverso di me".
Dicendo questo la porta vuole sottolineare che se la si attraversa si entra in un mondo terribile, lei rappresenta, dunque, il confine tra un mondo e un altro.
Credits:
Pixabay