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Organizzarsi nella pandemia solidarietà, cura, comunità

Il presente lavoro è curato dalla Brigata Gramsci, gruppo di ricerca sociale afferente alle Brigate Volontarie per l’Emergenza formatosi nel novembre del 2020.

L'obiettivo della presentazione è descrivere l’azione delle brigate milanesi e delineare i tratti più salienti dell’esperienza. Il materiale empirico su cui si basa la restituzione è stato raccolto attraverso l’osservazione diretta, la compartecipazione alle attività, e la realizzazione di interviste a volontari e beneficiari.

Brigate Volontarie per l’Emergenza

"Solo il popolo salva il popolo"

Le Brigate Volontarie per l’Emergenza sono un’organizzazione autonoma fondata sui principi etici del mutuo soccorso, della solidarietà popolare e dell’autodifesa civile.

Il termine ‘brigate’ è stato scelto per evocare una continuità storica con le lotte proletarie del passato e rappresentare una scelta di parte.

Gli obiettivi delle BVE sono, da un lato, sostenere la popolazione in difficoltà durante emergenze ed eventi calamitosi e, dall’altro, rispondere alla problematica strutturale della povertà socio-economica e ambientale. Lo scopo di lungo corso è diffondere una cultura di fraternità e sorellanza, antitetica e incompatibile con i valori del capitalismo.

Le BVE sono un’entità-rete i cui nodi corrispondono alle singole Brigate. Le Brigate si articolano su base territoriale, incardinate su uno o più quartieri, oppure su base tematica (supporto psicologico, teatro, ricerca sociale). A Milano e nell’hinterland le brigate territoriali sono 19 (una delle quali opera in modo flessibile su tutto il territorio urbano) e quelle tematiche sono 3. Pur condividendo un minimo comun denominatore ideologico, ciascuna brigata esercita una propria autonomia di pensiero e azione. Il risultato è un’aggregazione eterogenea ma coesa. Esiste inoltre un Coordinamento centrale, le cui funzioni sono di facilitare la comunicazione, armonizzare le pratiche e proporre nuovi progetti.

Origine e sviluppo

"Il 9 marzo c’è stata la rivolta di San Vittore. Per noi fu un giorno particolare, uno spartiacque. In quel momento abbiamo capito che la situazione stava esondando e che gli ultimi sarebbero stati i primi ad essere toccati. Per noi divenne chiaro che dovevamo fare qualcosa, trovare un modo serio per supportare la popolazione."

Le BVE nascono a Milano nel marzo del 2020 in occasione dell’esplosione dell’epidemia di Covid-19 e del primo lockdown nazionale. Traggono origine nell’emergenza, in un clima di enorme incertezza e paura, a partire da uno slancio coraggioso e solidale. Mentre tutto era chiuso e la gente era costretta in casa, centinaia di volontari autorganizzati si mobilitavano per consegnare a domicilio alimenti, medicinali e mascherine a chi non poteva o temeva di uscire in strada.

Sulla scorta dell’esperienza milanese, in Italia si andavano formando numerose altre brigate anche altrove.

In breve tempo, la crisi sanitaria ha cominciato a rivelare una crisi ben più profonda, di natura sociale ed economica.

Di conseguenza, per fare fronte ai bisogni più urgenti delle comunità, l’intervento delle BVE si struttura ulteriormente in:

  • Collette alimentari e raccolta fondi;
  • Distribuzione gratuita di beni di prima necessità;
  • Servizio di supporto psicologico.

Nel maggio del 2020 prende avvio una nuova fase d’intervento. In collaborazione con Emergency nasce il progetto “Nessuno Escluso”, un servizio sistematico e capillarmente diffuso di presa del bisogno e consegna continuativa di pacchi con beni alimentari e prodotti per l’igiene personale.

Attraverso la distribuzione di cibo e grazie al radicamento delle brigate sui territori, fiorisce tutta una serie di ulteriori attività volte a rispondere ai molteplici bisogni che emergono.

Oltre l’immediato sostegno materiale, la sfida concreta delle BVE diventa la ricomposizione di un tessuto sociale sfibrato e messo a dura prova dalla crisi. L’orizzonte che si profila è quello di costruire comunità resistenti attraverso pratiche di cura e solidarietà.

"Inserendo le persone in delle reti cerchiamo di dare degli strumenti per costruire un’autonomia, che è qualcosa che poi può veramente cambiarti la vita."

Progetto ‘Nessuno Escluso’

Il progetto ‘Nessuno Escluso’, svolto in collaborazione con Emergency, consiste nella distribuzione gratuita di beni di prima necessità (alimenti e prodotti igienici) a persone che hanno bisogno di sostegno e non ricevono sufficienti aiuti. Ad oggi, febbraio 2020, i nuclei presi in carico a Milano e in alcune zone dell’hinterland sono circa 1400.

La partecipazione delle Brigate al progetto si articola su più livelli:

  • Intercettazione del bisogno: le richieste di partecipazione vengono registrate attraverso un questionario somministrato in presenza o per via telefonica di raccolta di dati anagrafici, condizione familiare, lavorativa, reddito, stato di salute e sono catalogate in un database. Questa procedura diventa un'occasione per entrare in relazione con i beneficiari e costruire un rapporto di fiducia.
  • Distribuzione: le Brigate territoriali distribuiscono presso il proprio punto di raccolta o, nel caso di difficoltà motorie dei beneficiari, consegnano a domicilio i pacchi preparati da Emergency una o più volte alla settimana.
  • Coordinamento: il Coordinamento monitora il funzionamento del processo di distribuzione dei pacchi garantendo supporto laddove necessario e con cadenza settimanale valuta l’inserimento di nuovi beneficiari sulla base delle richieste pervenute.
Infografica di Nicholas Turba
Infografica di Nicholas Turba

I dati in grafica si riferiscono ai pacchi prodotti da Emergency nell’ambito del progetto ‘Nessuno Escluso’. Spesso i pacchi sono integrati con frutta e verdura fresca recuperati autonomamente dalle Brigate. Si consideri inoltre che le Brigate distribuiscono anche cibo proveniente da altri fonti. Pertanto, la platea dei beneficiari effettivamente presi in carico risulta più ampia (ma non calcolabile).

Le Brigate sui territori

"All'inizio i ragazzi dicevano perché lo fai? Adesso sanno che la domenica non ci sono, anzi vogliono venire anche loro, ogni tanto porto qualche amico."

Infografica di Nicholas Turba

La pandemia ha rotto gli argini: in quasi tutti i quartieri di Milano c’è stato bisogno di un intervento. All’improvviso, nei quartieri periferici la situazione di fragilità si è aggravata; ma anche il privilegio di vivere in certe zone ha cominciato a scricchiolare.

Gli abitanti dei quartieri si parlano: l’espansione delle attività delle Brigate è stata possibile soprattutto grazie al passaparola. Momenti d’incontro, beneficiari che parlano con beneficiari, volontari che coinvolgono altri volontari.

Oltre le istituzioni: le Brigate arrivano dove le tradizionali forme di welfare non riescono. Le pratiche di mutuo soccorso sono riuscite a intercettare i bisogni di chi sta ai margini sociali e territoriali della metropoli.

Costruire sull’esistente: le Brigate si sono appoggiate a reti locali già esistenti, rafforzandole e ampliandone il raggio d’azione, attraverso relazioni di ospitalità e cooperazione.

Ospitalità: Spazi sociali, associazioni di vicinato e sedi di squadre di calcio popolare sono state utilizzate come magazzini e centri operativi, ma anche come luoghi d’incontro e cura per volontarie e beneficiari.

Cooperazione: attività commerciali di prossimità, associazioni del terzo settore e organizzazioni cattoliche operanti sul territorio milanese sono state coinvolte nelle pratiche di mutuo soccorso, creando una forte sinergia tra realtà diverse.

"Quando c’è un problema nel mondo, la nostra squadra di calcio popolare non è solo parole."

Brigata Brighella

"Cerchiamo di portare allegria, sogno e fantasia nei territori più vulnerabili."

La Brigata Brighella è una brigata teatrale che nasce con lo scopo di alleggerire lo spirito e creare occasioni di incontro tra le persone. Attraverso 'incursioni' nei cortili delle case popolari di Milano, la Brighella porta avanti un progetto di teatro sociale per bambini creando legami all’interno dei palazzi e dei quartieri.

Infografica di Nicholas Turba

Gli attori e le attrici raccontano fiabe originali sotto il titolo di “Fiabe d’Emergenza”. Il teatro nei cortili della Brighella è un modo nuovo di fare teatro che ha permesso agli attori e alle attrici di continuare il loro lavoro anche con i teatri chiusi.

Brigata Basaglia

"La nostra convinzione è che la salute mentale sia un problema politico e sociale, non solo una cosa che discuti nello studio dello specialista se te lo puoi permettere."

La Brigata Basaglia, nata ad aprile, ha prestato supporto psicologico e ascolto attraverso un centralino telefonico, per rispondere all’isolamento sociale e alla paura del contagio.

I volontari, dopo una prima fase di formazione, ricevono le telefonate e interpretano il bisogno che viene manifestato da chi chiama. Se viene rilevata la necessità di sostegno clinico, si avvia un ciclo di 4 incontri gratuiti con uno psicologo professionista. La cura del benessere mentale passa anche attraverso l’attenzione per le condizioni di fragilità familiare, sociale ed economica, mettendo il beneficiario in contatto con la brigata territoriale di riferimento e, più in generale, aiutandolo a riconnettersi a una rete di supporto

Solidarietà, Cura, Comunità

I volontari e le loro motivazioni

"Anche io ho avuto un periodo difficile e mi son detto perché bisogna sempre pensarla egoisticamente? C’è gente che ha gli stessi problemi, ci si può aiutare. «Aiuta che io ti aiuto si dice»."

Le BVE si compongono di una vasta rete di volontarie e volontari, attiva a Milano, nell’hinterland e in altre città, che comprende migliaia di partecipanti (1200 su Milano) e molteplici gruppi e associazioni.

Persone provenienti da realtà e contesti molto variegati si sono avvicinate e hanno costruito una comunità vibrante, aperta e inclusiva.

Il passaparola e i social media sono stati una cassa di risonanza che ha permesso di raggiungere persone anche totalmente estranee ai circuiti aggregativi tradizionali.

I fattori che hanno portato i volontari a mettersi in gioco sono vari: slancio solidaristico, reazione all’isolamento, consapevolezza politica, principi etici e religiosi, crescita personale. Per tutti, le motivazioni principali sono state la voglia di dare il proprio contributo e l’assunzione di responsabilità.

"Questo posto è come se fosse diventata una seconda famiglia. La domenica consegniamo i pacchi poi veniamo qui e mangiamo tutti insieme. I pranzi tutti insieme danno occasione di conoscersi: italiani, stranieri, tutti insieme. Sono cose belle. C’era chi prima non usciva di casa, ma adesso qui si è creata una comunità."

La relazione che cura

"Stiamo cercando di creare un rapporto con le persone del nostro quartiere. Noi alla fine siamo ragazzi che abitano a Quarto Oggiaro e cerchiamo di dare una mano ai nostri [...] Non siamo il primo stronzo che ti guarda dall'alto in basso. Perché ti devo guardare dall'alto in basso che sono come te alla fine?"

Le Brigate hanno fin da subito fatto della relazione il proprio tratto distintivo. Non si tratta (solo) di consegnare un pacco alimentare, ma di creare un rapporto empatico all’insegna della reciprocità. Al di là dei numeri, è la fiducia che costruisce la comunità delle Brigate ed è questo che ha permesso di individuare nuovi campi d’azione.

Il posizionamento politico delle BVE promuove una generale presa di consapevolezza rispetto all’origine sistemica della propria vulnerabilità, ponendosi come antidoto ai diffusi processi di autocolpevolizzazione tipici delle società neoliberiste e stimolando l’emancipazione attiva dei soggetti coinvolti.

Diversi beneficiari hanno poi deciso di spendersi in prima persona e mettersi in gioco come volontari in un’ottica di mutuo aiuto.

Curare gli altri, curare se stessi

"...è una cosa che ti fa stare bene anche a te: “per essere felice devi far felice le altre persone”. Se io faccio felice una persona in automatico sono felice anche io."

La pandemia ha sconvolto il normale corso della vita di tutti. Sconforto e paura sono sentimenti che accomunano volontari e beneficiari. In un periodo di restrizioni sociali, le Brigate hanno rappresentato per molti la possibilità di tornare ad agire con gli altri per la comunità.

Anziché isolarsi nel proprio guscio personale e familiare, i volontari hanno ampliato il proprio orizzonte alla salute e al benessere comune e questo ha avuto risvolti psicologici importanti.

  • Compiere azioni solidali aiuta a combattere la paura e diventa parte di sé.
  • La stanchezza si sente e le energie calano, ma non si è soli e il gruppo dà forza.
  • La sensazione di fare del bene e la gratitudine delle persone combattono l’alienazione perchè, mese dopo mese, si vedono i frutti delle proprie azioni.

"Ho cercato di cambiare il mio atteggiamento, di guardare le persone in modo diverso, provare a capire di più. E io credo che in 6 mesi ci sia stata una bella evoluzione. Nuove amicizie, nuovi volontari… e abbiamo creato un bel progetto che io credo che a lungo andare può diventare una cosa solida. Per creare anche altre cose. Questo deve essere solo l'inizio di una cosa più grande."

Verso il mutualismo

"Se non siamo noi i primi ad aiutare il prossimo, non lo faranno altri. Dobbiamo aiutarci a vicenda, essere uniti."

  • Le Brigate si fondano sul principio del mutuo aiuto come risposta concreta ai problemi sociali, in particolare quelli legati alla condizione socio-economica.
  • L'azione delle BVE consiste in pratiche solidaristiche autonome, a fronte di bisogni per i quali si assiste a un’assenza di risposta da parte delle istituzioni e del settore privato.
  • Le fasce di popolazione più marginalizzate, insieme alle BVE, hanno trovato nuovo slancio per un diffuso processo di autorganizzazione.

"Siamo in Europa, sta cosa mi fa incazzare: ci mettono in uno stato in cui ci dobbiamo aiutare tra di noi, perché loro dall’alto non fanno niente, promettono e alla fine a stento noi arriviamo a fine mese, oppure non si ha da mangiare."

Dall'ideale politico al rapporto concreto di cura

"Questa esperienza ci ha insegnato una cosa importantissima: il valore del mutuo-soccorso e dell’auto-organizzazione, dei sistemi di protezione autonomi, per cui la risposta viene non dalle istituzioni ma dal popolo."

  • L'iniziativa mutualistica delle Brigate sui territori è risultata efficace nell'intercettare bisogni sociali sia consolidati che emergenti.
  • L’esperienza delle BVE si integra in più ampi percorsi di militanza quale mezzo efficace e inclusivo per rispondere ai bisogni della popolazione sia durante il primo lockdown che a fronte delle crisi che ne sono conseguite.
  • La risposta concreta al bisogno porta con sé un rinnovamento e una ridefinizione del senso dell’agire politico. Ad oggi la maggior parte delle esperienze militanti pongono al centro delle proprie attività esperienze di stampo mutualistico.

Prospettiva

"Ora l'obiettivo è ampliare le attività che facciamo e trasformare in momento di incontro, socialità o anche ristoro il momento del ritiro del pacco, dove hai la possibilità di accedere a internet per accedere a dei servizi, o essere supportato nello svolgimento di attività burocratiche per chi si trova in difficoltà… tutte cose che vorremmo fare in futuro con una stabilità diversa."

Le BVE ambiscono a stabilizzare le proprie attività e svilupparne di nuove nella direzione di un coinvolgimento dei beneficiari in una relazione di reale reciprocità improntata sul principio del mutuo aiuto. L’orizzonte è la progressiva costruzione di comunità solidali in rotta di collisione con il modello di società dominante.

In termini pratici, si tratta di sottrarre le pratiche solidaristiche dalla contingenze emergenziali e dalla precarietà materiale e trasformarle in infrastrutture sociali stabili. Ne consegue che le attività delle BVE hanno bisogno di spazi adeguati a diventare luogo di incontro e incubatori di socialità.

"Stiamo lavorando per realizzare un progetto ambizioso, ben al di là della distribuzione di aiuti alimentari. Con la gente, vogliamo arrivare ad esercitare contropotere sui territori in maniera sostanziale. Prima lo dicevamo di più, e non lo sapevamo fare. Ora lo diciamo meno, ma lo stiamo costruendo."

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A cura di Arianna Bianchi, Ivan Bonnin, Emilio Caja, Martina Manna, Pietro Savastio, Adele Tiengo

Contattaci a: brigatagramsci@gmail.com

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