La sveglia è prima delle 6 oggi, le aspettative per il Big Bend NP sono molto alte e non vogliamo perderci niente! I parchi nazionali sono sempre più belli la mattina presto, quando la temperatura è più gradevole, la luce soffusa, e non sono ancora affollati.
Fuori, ed è buio pesto, ma proprio notte! Oggi il sole si è dimenticato di sorgere? oppure abbiamo dormito così tanto che è già Novembre? La realtà è che qui saremmo, geograficamente, nel fuso orario del New Mexico, quindi un'ora indietro. Ma, per convenzione, questa zona del Texas segue il fuso del Texas, la Central Time Zone. Meglio così, se riusciamo a partire prima dell'alba, dovremmo vedere un bello spettacolo!
Facciamo la colazione dei campioni in hotel. Non abbiamo trovato panini pronti o insalatone nei piccoli supermercati in paese, quindi oggi pranzeremo con barrette e frutta. La hall è presidiata da quello che penso essere o il proprietario o il direttore, un signore anziano che ripete a tutti quelli che entrano "We have one rule in the breakfast room: no one leaves hungry!" e se la ride... e poi commenta il telegiornale. Siamo in clima di elezioni presidenziali e lui si palesa subito come elettore di Trump.
Stanotte torneremo in questo hotel, così possiamo viaggiare leggeri. Lungo la strada verso Marathon, ecco lo spettacolo che aspettavo.
Facciamo rifornimento a Marathon a 2,61$ al gallone, sono pur sempre 60 cent/litro, ma ormai mi sono abituata a 1,90$ e questo prezzo mi sembra una follia. Da qui, circa 100 km ci separano dal parco nazionale. La regola sarebbe quella di pernottare sempre dentro ai parchi, per godere il parco nelle sue ore migliori, l'alba e il tramonto. Noi non ce la facciamo quasi mai.
Il Big Bend National Park copre una superficie di circa 3200 km quadrati, corrispondente più o meno alla Valle d'Aosta, ed è uno dei parchi più remoti degli Stati Uniti. Ha un clima desertico, e la temperatura può arrivare a 38°C.
Siamo vicinissimi al confine con il Messico, dal quale ci separa il mitico Rio Grande, visto e sentito nominare in tanti film western. La prima cosa che mi colpisce è che, per essere in un deserto, c'è molto più verde di quello che mi aspettassi. I panorami sono davvero mozzafiato.
Sarà complice la splendida giornata che fa risaltare così tanto i colori, sarà anche l'idea stessa di essere in un luogo così sperduto del pianeta, ma io proprio mi sono innamorata di questo parco.
Al visitor center facciamo scorta di gatorade, barrette energetiche e mele. Prevediamo di fare dei trail, e la temperatura si avvicina già ai 30°, ci servono energia e sali minerali. Un appunto: noi siamo stati molti stupidi a non portarci almeno un cambio. Sarebbe stato opportuno avere almeno una o due magliette, per non rientrare in auto sudati.
Il nostro approccio al parco sarà da Est a Ovest, partiremo dal Boquillas Canyon, poi risaliremo verso le Chisos Mountains, infine il Santa Elena Canyon, per tornare ad Alpine passando da Terlingua.
Il primo viewpoint è un po' deludente, c'è scritto "Rio Grande lookout", ma il fiume non si vede.
Proseguiamo per il Boquillas Canyon Trail. Il trail a piedi non è particolarmente lungo, sono 1,5 miglia andata e ritorno (2,5 km). Però bisogna "scollinare", quindi può essere impegnativo con questo caldo, soprattutto al ritorno. Il trail porta ai piedi del Boquillas Canyon canyon, lungo la riva del Rio Grande. L'altra lato del fiume è in territorio Messicano.
Ci sono questi souvenir appoggiati a un sasso. ne prendiamo uno, un pavone di perline, e increduli lasciamo i soldi corrispondenti nel barattolo, accompagnando il tutto con gesti plateali per dimostrare (a chissà chi) che, sì, stiamo mettendo i soldi nel barattolo. Poco più avanti, sentiamo provenire un canto dal lato messicano del fiume. Guardiamo bene, c'è un signore in piedi sotto l'unica pianta che c'è, ecanta "Cielito Lindo". Dal nostro lato, un barattolo per le mance. Gli lasciamo 2$ e ci sbracciamo per fargli vedere che gli abbiamo lasciato dei soldi. Deve essere lo stesso dei souvenir. Che fiducia.
Lui arriva subito con la sua barchetta a recuperare i soldi, e ci chiede di dove siamo. Gli diciamo che siamo italiani e lui dà per scontato che parliamo spagnolo, così attacca come una macchinetta e io non capisco niente, ci sta chiedendo qualcosa ma proprio non capisco... poi intercetto la parola "granola" e allora intuisco che vuole una barretta! Poveraccio, tutto il giorno sotto questo sole, ci credo. Gli lasciamo un paio di barrette dalla nostra scorta e lui addirittura ce le vuole pagare! Assolutamente no, sono un regalo, e lui tutto contento se ne torna nel suo confine ad intonare una nuova canzone messicana per i prossimi turisti.
Il panorama è fantastico, purtroppo le foto non rendono l'idea della maestosità di questo paesaggio. Per dare il senso delle proporzioni, ho fatto alcune foto includendo delle persone.
Lungo la strada del ritorno, incrociamo una coppia di mezza età. Stanno iniziando il trail. Sono le 11 del mattino e ci sono 36°. loro ci chiedono se il trail è faticoso; gli diciamo che no, non lo è, ma devono scollinare due volte, e nelle ore più calde della giornata. Noi siamo sudati fradici e abbiamo la metà dei loro anni, infatti loro rinunciano.
Andiamo a vedere le hot springs, lì vicino. Parcheggiamo e ci mettiamo in marcia, ma a metà strada ci vengono incontro due ragazze che ci dicono di non perdere tempo, le springs sono allagate a causa della pioggia caduta abbondante nelle ultime settimane. peccato, si sarebbe potuto anche fare il bagno.
Ci spostiamo allora verso le Chisos Mountains, dove speriamo di avere un clima più favorevole e riuscire a fare ancora qualche trail. Al Chisos Basin Visitor Center la temperatura è decisamente più accettabile, siamo a 26-27°.
Il primo trail che facciamo è il semplicissimo Window View Trail, su sentiero pavimentato, davvero alla portata di tutti e molto breve. Offre un bel panorama sulla "finestra" tra le montagne da cui si vede il panorama
Il secondo trail è il Basin Loop Trail, circa due miglia su sentiero sterrato nella boscaglia. Non è difficile, ma un po' deludente in quanto il panorama è lo stesso del Window Trail.
Ci sono altri percorsi in quest'area che offrono molto di più in termini paesaggistici. Noi non li abbiamo fatti per mancanza di tempo, in quanto sono percorsi molto più lunghi, anche di 10-11 km e richiederebbero un pernottamento.
Lasciamo le Chisos Mountan e imbocchiamo la Ross Maxwell Scenic Drive. La strada è stupenda, ad ogni svolta il panorama cambia, dal deserto a verdi vallate, alle montagne.
La nostra idea era quella di fare qualche altro trail, per esempio il Lower Burro Mesa Trail o il Chimneys Trail. Ma, arrivati alla partenza, desistiamo. Il termometro segna 38°, non c'è anima viva in giro, e soprattutto i sentieri sono interamente sotto il sole a picco. Non vale la pena rischiare di stare male, anche perché potrebbe essere un serio problema. Il parco è semi-deserto, a chi chiediamo aiuto? Chi ci viene a recuperare, e quanto ci costerebbe? Così, ci fermiamo solamente ai viewpoint segnalati per fotografare il panorama.
Il Santa Elena Canyon è l'ultima tappa dentro al parco. Qui ritroviamo l'imponente costone roccioso che ci separa dal Messico. Man mano che scendiamo e cambiamo angolazione ci sembra che il confine si sposti: ora è a destra, ora a sinistra, ora davanti a noi.
E' ancora più spettacolare del Boquillas Canyon. Peccato che essere così sfiniti e cotti dal caldo, il trail che si immerge nel canyon sarebbe stupendo, ma non ce la facciamo a farlo. Ci limitiamo ad arrivare alla riva del fiume.
Tra l'altro, si sono ormai fatte le 18.30, tra non molto il sole tramonterà, e Alpine dista almeno due ore da qui. Sarebbe stato meglio dormire qui o a Terlingua, ma non abbiamo trovato posto.
Ci fermiamo a Terlingua a fare benzina, tutto questo sali e scendi ha messo a dura prova il nostro serbatoio. Lì, incontriamo due signori con un pick-up, anche loro a fare benzina. Riforniscono non solo il serbatoio, ma a che un numero indefinito di taniche. Anche loro ovviamente si incuriosiscono sentendoci parlare in italiano, e ci fanno qualche domanda. Resto super sorpresa, sono informatissimi su tutto quello che riguarda il nostro paese e l'Europa: il terremoto, l'emergenza migranti, la Brexit... non mi aspettavo che questi due signori, che vivono un un posto dimenticato da Dio, siano così informati sull'attualità europea e italiana.
Gli stiamo così simpatici che donano un sasso, una specie di sampietrino, che a loro dire è originale indiano, Mi assicurano che è legale e che posso portarlo in Italia. Io ringrazio, accetto, ma non mi fido e alla prima curva abbandono il reperto. Non si sa mai, meglio che resti nella propria terra.
La strada di ritorno è lunga e siamo molto stanchi, e dispiaciuti di non aver fatto tutti i trail che volevamo. Ma l'avvicinarsi di un temporale ci regala uno dei tramonti più belli di sempre.
Arriviamo ad Alpine verso le 20.30, molto affamati, essendoci alimentati esclusivamente a gatorade e barrette. Purtroppo, come dicevo ieri, i ristoranti chiudono molto presto, infatti non troviamo più nulla aperto. Non ci resta che il drive-in di Sonic. Il cibo è mediocre, ma l'esperienza di mettersi con la macchina davanti al mega pannello con il menù è molto divertente.