Il fotografo Andrea Simeone ci presenta il banco ottico. Molti di noi l'hanno visto solo nei documentari su Basilico e la curiosità è tanta: non sappiamo esattamente cosa sia e come funzioni, ma Andrea ha già pianificato tutte le tappe ed i colpi di scena che ci porteranno a desiderare di averne uno tutto nostro.
Iniziamo con una breve ma fondamentale introduzione teorica: nonostante sia costruttivamente molto semplice, il banco ottico richiede diversi accorgimenti per essere reso operativo, ad esempio scopriamo che inserire le lastre di pellicola nell'apposito caricatore, per il verso giusto, nel buio assoluto è tutt'altro che banale. Per fortuna, dopo le nostre simulazioni, lo fa il "maestro" per noi.
Capita la teoria, iniziamo a prendere dimestichezza con strumenti e procedure poco familiari, poi si compone, si focheggia....e ci si meraviglia di questa immagine grandissima, che compare rovesciata sul vetro. Non è il mirino della reflex, non è un monitor elettronico....è la luce che disegna e ricrea la scena che stiamo osservando...senza batterie, senza lcd, senza pixel!
Ci sentiamo molto vintage mentre infiliamo la testa sotto al panno nero, per vedere la grande, grandissima immagine sottosopra. Iniziamo a testare le nostre capacità con delle pellicole peel apart a sviluppo istantaneo: scalpitiamo mentre trascorrono i pochi secondi necessari allo sviluppo. Separiamo il positivo dal negativo con lo 'strappo', trattenendo il fiato, urlando poi per la bellezza del risultato.
Effettuati i test, ci sentiamo pronti per affrontare gli scatti con le lastre di pellicola. Passiamo in sala posa dove aggiustiamo luci e riflettori. Una volta pronti inizia il rito: lettura con esposimetro, scelta diaframma, scelta tempi, messa a fuoco e...scatto! Quasi come una normale macchina fotografica, ma con più calma e più testa...l'elettronica non esiste, la buona riuscita dell'immagine è nelle nostre mani.
I negativi sono pronti! Possiamo toccare con mano le immagini che per magia sono diventate concrete.
Credits:
Lumos Fotografia