LA POLITICA ESTERA DI MUSSOLINI
La politica estera del regime fascista fu sia nazionalista, in quanto il fascismo voleva imporre la supremazia dell'Italia sulle altre nazioni, ma anche colonialista, poiché Mussolini riteneva l'espansione coloniale necessaria per dare prestigio all'Italia e per risolvere il grave problema della disoccupazione offrendo agli italiani nuove terre.
L’INVASIONE DELL’ETIOPIA
Nell'ottobre del 1935 Mussolini, senza nemmeno una dichiarazione di guerra, invase l’Etiopia. La campagna d’Etiopia fu breve e crudele: l'Italia per vincere ricorse anche a gas asfissianti ed utilizzò un gran numero di soldati e di armi. L’Etiopia era un paese africano indipendente, membro della Società delle Nazioni. Il suo territorio era arido e povero di risorse, infatti la sua conquista non portò vantaggi economici all'Italia, ma fu realizzata solo per ragioni di propaganda e di prestigio. Il 5 maggio 1936 fu conquistata la capitale Addis Abeba e venne proclamato l'Impero dell'Africa Orientale Italiana costituito da Etiopia, Libia, Eritrea e Somalia, impero di cui Vittorio Emanuele III divenne imperatore.
Francia e Inghilterra non accettarono l'occupazione e fecero approvare dalla Società delle Nazioni delle sanzioni che vietavano l'esportazione in Italia di armamenti e prodotti industriali. La propaganda fascista le definì "inique sanzioni" e Mussolini riuscì a sfruttare la situazione a suo favore sostenendo che l'Italia era vittima di una congiura internazionale promossa da Francia e Inghilterra.
L’ALLEANZA CON LA GERMANIA
L'unico paese che sostenne l’Italia contro la Società delle Nazioni fu la Germania, che presto si sarebbe alleata con l'Italia. La Germania infatti non aveva disapprovato la conquista coloniale italiana, anzi l'aveva appoggiata con rifornimenti di armi e materie prime. L'alleanza tra i due paesi, caratterizzata dall'obbedienza dell'Italia nei confronti della Germania, si fece via via più stretta, forse perché Mussolini rimase affascinato dalla determinazione di Hitler e dell'efficienza militare tedesca, ma anche perché Il Duce vedeva nella Germania una grande potenza dominatrice e volle schierarsi in anticipo dalla parte del vincitore.
LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
Un altro fatto grave accade in quel periodo. Nel 1936 scoppiò una guerra civile che sconvolse la Spagna per tre anni. Da una parte c'era il governo repubblicano con le milizie popolari, dall'altra c'erano le truppe di Francisco Franco, generale di ispirazione fascista. Hitler e Mussolini inviarono aerei, navi e truppe in aiuto di Franco, mentre a difesa del fronte popolare giunsero, con l'appoggio dell’URSS, volontari da numerosi paesi, e anche molti antifascisti italiani. Francia e Inghilterra rimasero prudenti e non presero alcuna iniziativa. Molte città furono distrutte dai bombardamenti e ci fu più di 1 milione di morti. Il 28 marzo 1939 Madrid cadde nelle mani di Franco e venne instaurata una dittatura fascista che rimase al potere per quasi quarant'anni fino al 1975.
LA “GRANDE GERMANIA”
A partire dal 1938 Hitler si sentì abbastanza forte per mettere in atto il suo piano della “Grande Germania”, cioè l'unificazione di tutti i popoli di lingua tedesca in un unico Stato. Il 12 marzo le truppe naziste occuparono l'Austria che fu annessa con un plebiscito (Anschluss) il mese seguente. Inoltre Hitler voleva espandersi a est conquistando l'Europa orientale per impossessarsi delle risorse necessarie allo sviluppo del popolo tedesco, riducendo i popoli slavi in schiavitù secondo la teoria dello "spazio vitale".
Il terribile destino che attendeva l'Europa cominciò a manifestarsi del 1939, anno in cui la situazione precipitò:
- Hitler invase anche la Cecoslovacchia con la scusa che una delle sue regioni, quella dei Sudeti, era abitata da minoranze tedesche.
- Mussolini, seguendo l'esempio tedesco, invase l'Albania.
IL PATTO D’ACCIAIO
Subito dopo Germania e Italia firmarono un’alleanza militare chiamata Patto d'acciaio che impegnava i due paesi ad aderire a qualsiasi iniziativa militare dell'alleato. Con questo patto Mussolini si consegnava nelle mani di Hitler e l'Italia era obbligata a seguire la Germania nella sua follia.
IL PATTO MOLOTOV - RIBBENTROP
Ma l'accordo più inaspettato fu quello firmato il 23 agosto 1939 tra il ministro degli esteri sovietico Molotov e quello tedesco von Ribbentrop. Nessuno poteva immaginare che Hitler e Stalin si sarebbero alleati! Ufficialmente il patto dichiarava che i due paesi non si sarebbero aggrediti a vicenda, ma un documento segreto stabiliva che, in caso di guerra, Germania e Unione Sovietica si sarebbero spartite la Polonia e le tre repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania.
L'impressione suscitata da questo accordo fu enorme poiché, con esso, si stavano stringendo la mano gli uomini simbolo di due visioni del mondo inconciliabili: il comunismo e il nazismo. Stalin affermò in seguito di essere stato costretto ad accettare il patto di Hitler per guadagnare tempo e preparare il suo esercito ad affrontare la guerra. Tuttavia, quando la Germania invase la Polonia, Stalin non esitò ad occupare la sua parte di quella nazione insieme alle tre repubbliche baltiche. La seconda guerra mondiale era iniziata!