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Perseverare è da Wei Ying! Mo dao zu shi, i racconti storti!

I rumori del mercato sovrastavano le voci di un gruppo di persone vestite di bianco.

Imbarcazioni scivolavano veloci, beccheggiavano, davano colpi sordi contro il porticciolo, appena accostavano. Le grida di chi esortava agli acquisti, i colori delle merci, l’aria limpida che faceva risaltare ogni dettaglio; tutto era una vivace confusione.

Il gruppo di bianco vestito procedeva compatto, in elegante ordine marziale. I loro abiti ondeggianti, fluttuanti, sfioravano i banchi con le mercanzie ma senza sostare.

Visi giovani e intenti a parlare in maniera nascosta, quasi furtivi, si adocchiavano e indirizzavano messaggi. Parlottio, sorrisi.

Era una normalissima mattinata di rientro verso i Meandri delle Nuvole, mancavano ancora una decina di chilometri.

Le persone dagli abiti candidi erano precedute da un duo diversamente assortito: perché a dispetto di un’elegante figura anch’essa tutta bianca, se ne aggiungeva una dall’andamento un po’ meno marziale e decisamente di nero vestita. Praticamente una mosca nel latte.

Il nugolo umano così composto, Cultori più discepoli, era abbastanza abituato agli sguardi che immancabilmente ricevevano al loro passaggio. In qualunque luogo essi passassero richiamavano un’attenzione ammirata.

Lo sapevano bene.

Questo era anche uno dei motivi per cui transitavano velocemente nei centri abitati, attraversando mercati, folle, paesi, senza indugiare a lungo: la loro modestia doveva essere all’altezza delle Regole! Soffermarsi, parlare e permettere di essere osservati a lungo avrebbe costituito un’imperdonabile gesto di superbia.

Quella mattina, però.

Quella mattina non fu considerato un piccolo elemento che faceva da discrimine e che, soprattutto, di quelle regole se ne faceva – normalmente - un boccone.

Già! perché se c’era una cosa che aveva imparato Wei WuXian nella sua nuova e brillante vita, era godere senza nessuna forma di pudore dell’ammirazione largamente elargita al loro passaggio.

Ad ogni capannello di persone incrociate sul cammino, per loro c’erano sempre parole di elogio; negli sguardi affascinati si poteva comprendere quanto grande fosse il rispetto suscitato dai Cultori. Per Wei WuXian questo tipo di attenzione era quasi meglio di una bevuta di Sorriso dell’Imperatore!

Sì, ho detto “quasi”.

Quella mattina, infatti.

Il corteo bianco, con quella lancia in resta che era Hanguang Jun, camminava piuttosto spedito; per lui, un vero fendi-confusione, già tre persone costituivano un ammasso insopportabile. Figuriamoci quando si trovava nel bel mezzo di un mercatino fluviale.

Non camminava veloce, no, librava proprio a mezz’aria: i giovani alle sue spalle, suddivisi in file ordinate, facevano quasi fatica a resistere al passo: spesso lo facevano a rischio di inciampare in qualche banco o mucchio di merce.

Ma qualcosa lo bloccò. No, in verità non fu “qualcosa” bensì “qualcuno”.

Quella mattina, esattamente.

Erano giunti in fondo al mercato, quando Wei WuXian, colto da un turbinio di nostalgia, si bloccò all’improvviso osservando della merce. Mancavano solo pochi metri, e invece…

Lo sguardo che gli aveva rivolto Lan Zhan, quasi di supplica, sembrava proprio dire “Ma che c’è adesso? Siamo quasi fuori da questa confusione! Non ti puoi fermare!”. Ovviamente, secondo il suo costume, non disse assolutamente nulla di tutto ciò, ma confidò che l’altro – che lo conosceva quanto conosceva sé stesso – capisse tutto da quell’occhiata di sbieco.

“LanZhaan! LanZhann! GUARDA!” si esaltò abbassandosi, per vedere meglio, il tipo vestito di scuro.

La figura candida e lunare (un po’ rigida e impettita, va detto) che sino a quell’istante aveva camminato speditamente non solo si fermò ma fece anche un segno – evidentemente compreso alla perfezione, pur nella sua enigmaticità – indirizzato ai ragazzi: sempre volteggiando in mezzo a stoffe bianche e vaporose, passarono veloci al loro fianco, andarono oltre e non si fermarono.

Il gesto di Lan Zhan, appariva evidente, doveva esser stato un “Almeno voi che potete, proseguite!”.

Ora si poteva dedicare con attenzione a quel grumo di capelli scuri, vestiario altrettanto e umore brillantissimo, che si era definitivamente accucciato a terra per toccare merce, parlottando con le venditrici.

Lo guardava sentendo il cuore dare battiti irregolari: non comprendendo se più desiderava baciarlo o picchiarlo. Tant’è vero che, ogni tanto, finiva per fare le due cose contemporaneamente.

Ma erano al mercato.

Incuriosito, si lasciò coinvolgere.

“Cosa c’è da guardare?” gli chiese.

Sempre accucciato, l’altro non solo non rispose ma alzò il tono della voce così che le parole scambiate con quelle due giovani (e graziose), venditrici fossero ben percepibili anche da Lan Zhan.

“Voi! Voi gentilissime! A quanto vendete queste nespole? Eh?”

Al ragazzo di bianco vestito, dal portamento perfetto, tremò lievemente l’angolo dell’occhio destro.

Risposte stemperate nelle risatine, da parte delle fanciulle…

“Davvero! Siete graziose quanto questi frutti! - diceva, imperterrito, quello abbassatosi all’altezza dei loro occhi – questo? Questo ad esempio: ha un colore così bello: mi ricorda le guance della persona che amo! Chissà quanto costa un frutto così perfetto!” parlava, con un tono davvero ammaliante.

Le ragazze ridevano nascondendo la bocca.

“Deve essere fortunata questa persona! Siete così bello! Siete voi a somigliare alla nespola! Quanto ci offrite? Quanto le pagate?”

“Oh, no, non sono io quello bello: vi garantisco!” e mentre lo diceva teneva fra le mani un tondo frutto dall’apparenza soda e succosa. Si rialzò per mostrarlo meglio a Lan Zhan.

Che intanto sentiva tremare anche l’angolo dell’occhio sinistro, lo sguardo fatto fessura.

“Non lo farai di nuovo, vero?” disse sottovoce. Ma si pentì immediatamente.

“Non ho forse ragione?” rivolto alle venditrici “Questo Cultore è molto, molto più bello di me! Non siete d’accordo?”

Le ragazze, nascondendo non solo la bocca ma l’intero viso con le maniche dell’abito, ridevano compulsivamente.

Lan Zhan aveva una colorazione verde, ma molto bella.

“Smettila. Smettila subito!” riuscì a dire sottovoce senza nemmeno schiudere le labbra.

“Non vi pare davvero magnifico? Degno di tutte le nespole mature di questo mercato?” Wei Ying continuava a perorare la sua causa, sballottando il frutto e guardando un po’ le ragazze, un po’ la faccia verde al suo fianco.

“Oh, sì sì, certo, ma anche lei!” e giù risatine. La più intraprendente delle due, forse la più grandicella e maliziosa, continuò: “Dovete essere davvero generoso per elogiare così tanto il vostro amico! Siete molto gentile, oltre che bello!”, sempre gracidando.

“Ahhhh, ma vi assicuro che la mia non è generosità! Bisognerebbe essere ciechi per non ammetterlo! Non serve essere amici: è bellissimo! Non credete? Bellissimo e meritevole di tutte le nespole del mondo!”

Tihodettodifinirla WEIYING!” una sorta di piccolo ruggito seppur a tono appena percepibile uscì da Lan Zhan e fu detto, per sicurezza, direttamente dentro al padiglione auricolare dell’interessato.

Le fanciulle, imbarazzate sino a un certo punto, ma più che altro curiose di capire dove andasse a parare quel ragionamento, continuavano a fare “sì sì” con la testa, come i muli. Ragliando risate.

Fino a che, quella più smaliziata: “Ma siete davvero gentile, Voi! E dite, Lui è vostro fratello? siete così affiatati!”.

“Fratello? Lui? No! Signorine, vi sbagliate di grosso! Lui non è affatto mio fratello! Ne ho uno acquisito ma non ha un decimo della sua eleganza e bellezza! Non parliamo poi dell’intelligenza… ”

Lan Zhan iniziò a tirarlo per la manica, strattonando: finiscila! Finiscila! Andiamo via! Persino un estraneo avrebbe compreso questi gesti disperati.

Wei Ying lo stava facendo di nuovo.

A Lan Zhan parve di essere precipitato, ancora, nell’imbarazzo di vent’anni prima. Anno più, anno meno.

“E gli state cercando moglie, per caso, che ne elogiate la bellezza in questo modo?” le due si scambiavano occhiate d’intesa, sempre gracidando.

“Oh no di certo! Non scherziamo: è che mi piace vantarmi di lui con signorine che si intendano di frutti così belli, tutto qui. Non posso certo cercargli una moglie. È già sposato!”

Un rumore come di qualcuno che soffoca, giunse dalle spalle di Wei Ying: il ragazzo verde in viso si era trasformato velocemente nel ragazzo color porpora.

“Ahhhh, ecco, un uomo così, dovevamo immaginarlo che avesse già moglie!” fingendo di arrossire nascosero i volti direttamente sotto la mercanzia.

Intanto – erano pur sempre lì per vendere - avevano preparato un cesto ricolmo di nespole, porgendolo a Wei Ying; quest’ultimo era intento a cercare il portamonete nelle tasche dell’abito bianco.

“Ma anche voi siete davvero carino! Voi non avete moglie?” indagavano le due, con un tono speranzoso.

“EH! Sposato anche io! Da poco, ma sposato anche io, mie signorine!”

Ohhhhhhhhhhhhhhh. Una sommessa delusione si alzò da quelle bocche.

“Prendete, prendete questa frutta allora: farà felici le vostre mogli ne siamo certe!”

“Ah, ne sono certo anche io! - squittì Wei Ying con un sorriso che, se non avesse avute le orecchie, avrebbe fatto il giro della testa - “Ne sono assolutamente certo!”

Si voltò dalla parte del ragazzo bordeaux.

“Tieni! Tieni Lan Zhan: sono per te! Ti ho fatto felice?”

Le due venditrici, sedute, zitte, avevano persino smesso di ridere.

Sulle loro teste si ergeva un enorme punto interrogativo.

Il tipo elegante (ma fosforescente in viso) agguantò Wei Ying per un braccio: “Ti ho detto di finirla e ANDIAMO!”

“Hey! Ma non hai sentito? Ho preso le nespole per te: non sei felice? Non sei un marito estasiato dal gesto? Eh?”

Gli occhi delle ragazze puntavano su di loro, tondi e sporgenti, come se stessero per lasciare le orbite.

“Smettila immediatamente Wei Ying!” non più esattamente sottovoce.

“Ah, non è niente, non è niente – rassicurò le venditrici – scaramucce normali quando si è sposati da poco! Non è successo niente!”

Ma mentre diceva così Lan Zhan lo stava già trascinando lontano dal banco; il cesto traballante lanciava nespole in tutte le direzioni.

“Ma le fai cadere! Le ho prese per te! Anche questa volta fai così? Dai! NONèGIUSTO!” piagnucolò Wei Ying, con passi malsicuri, trascinato con foga e più in fretta possibile fuori dal mercato.

“Fai piano, fai piano, non mi tirare Lan Zhan! Stanno cadendo tutte le nespole! Piano!” ma ormai erano abbastanza distanti dal banco della frutta per essere uditi.

Il ragazzo che stava riprendendo la sua colorazione quasi normale si placò e rallentò.

“Tu sei completamente pazzo! Non sai quando fermarti!” ringhiò ancora.

“No Lan Zhan, hai ragione. Con te non riesco. Volevo esibirti un po’. Volevo vantarmi del mio magnifico sposo. Mi perdoni?” e stava già facendo la sua migliore espressione imbronciata, con il labbro inferiore lievemente sporgente.

Come si fa a rimanere arrabbiati con uno così?

Infatti Lan Zhan si voltò, lo squadrò in silenzio, lasciò andare il braccio che ancora stringeva forte: “Ci farai linciare prima o poi Wei Ying!”

“Ma noi siamo Cultori, chi oserebbe? E poi tu sei così bello… “ sogghignò ulteriormente, porgendogli la nespola più tonda e lucida di tutto il cestino.

“Sei tu quello bello. Sei tu quello che conquista tutte le ragazze sorridendo” mise il broncio.

“Ahhh, ecco il mio Lan Zhan che fa il geloso! Dai, smettila subito. Immediatamente. E questa volta accetta…ti prego “ mostrandogli la grossa nespola, sul palmo della mano.

Quella mattina, infine.

Lan Zhan allungò la mano e accettò il frutto.

“Solo perché sono tuo marito”

“Certo, certo Lan Zhan che lo sei”

“Mh” e morse elegantemente il frutto.

“Certo, lo sarai sempre”

“Mh” e si voltò a mordere le labbra di Wei Ying, facendolo finire in apnea.

Almeno stava zitto.

Lan Cìan©

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Lan Cìan
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