L'on the road parte col botto: 600 i km che ci separano dalla nostra destinazione, Amarillo, nel nord dello stato (il cosiddetto "panhandle"). Di solito, ci prendiamo un giorno di cuscinetto al nostro arrivo. Un po' per riprenderci dal fuso, e un po' per tamponare eventuali problemi con il bagaglio. Però, non mi sento veramente sul suolo americano finché non comincio a macinare km di asfalto.
La sveglia suona presto, e dopo la colazione in hotel siamo pronti. Infilo subito ai piedi gli stivali nuovi, nonostante il caldo. Voglio entrare subito nell'atmosfera del Texas! E poi, stiamo andando nella città dei Cowboy, non posso mica sfigurare!
Gli immancabili di un On the Road che si rispetti: il mitico frigorifero di polistirolo di Walmart, il pranzo per la giornata, e una sana dose di cibo spazzatura da consumare nei lunghi spostamenti!
Alle 9.30 siamo già a Fort Worth nella zona Stockyards, l'unico quartiere della città che visiteremo. Conviene arrivare presto. Il parcheggio di fronte al Colyseum, 5$ per tutta la giornata, si riempie velocemente.
Gli Stockyards sono il quartiere dove si tenevano, e si tengono tutt'ora, le aste per l'acquisto del bestiame. Oggi è una zona per lo più turistica, tutta in stile western un po' artefatto. Si snoda essenzialmente l'ungo Exchange Avenue e all'incrocio con Main Street, qui ci sono la maggior parte dei negozi e delle attrazioni.
Oggi non c'è l'asta del bestiame, quindi aspettiamo le 10, quando finalmente comincia a muoversi qualcosa, aprono i negozi della Station Gallery e curiosiamo un po' in giro. La maggior parte dei negozi ha i classici souvenir, qualcuno ha roba più bella: vedo che qui gli stivali costano molto di più di quello che li ho pagati ieri a Dallas.
Sulla Exchange Avenue c'è anche la Cowboy Walk of Fame, con le stelle sul marciapiede come a Los Angeles. Più avanti, dopo l'incrocio con Main St, c'è Leddy's, un famosissimo negozio di cappelli e stivali. Sono stupendi, ma qui si parla di prezzi molto elevati: occorre aggiungere uno zero al prezzo che ho pagato io ieri!
L'attrazione principale è la piccola mandria di bovini Longhorn, che alle 11 (e poi ancora nel pomeriggio) vengono fatti uscire dal recinto per una breve camminata lungo la Exchange Avenue. Cerchiamo di vederli già nel recinto, ma probabilmente sono tenuti in un luogo più riparato, visto che fa già molto caldo. Un cartellone ci mostra le loro foto e i loro nomi.
Mentre aspettiamo che inizi la Cattle Drive, facciamo due chiacchiere con dei signori. Appena gli diciamo che siamo italiani, cominciano a farci domande. Sono curiosi di sapere qualcosa del terremoto che ha colpito Amatrice poche settimane fa, il 24 Agosto. Ci chiedono com'è la situazione, una signora in particolare era molto dispiaciuta, mi ha detto che le piange il cuore quando sente queste notizie perché il nostro patrimonio culturale è inestimabile, qualcosa che loro, essendo un paese per lo più moderno, non possiedono... Sono rimasta piacevolmente stupita, pensiamo sempre che gli americani siano degli zoticoni che non conoscono nulla al di là del proprio quartiere, ma non è così. Anche loro non si capacitano del perché stiamo andando ad Amarillo, evidentemente questa meta non va molto di moda tra gli americani!
Arrivano le 11 ed inizia la Cattle Drive. I 15 Longhorn compaiono da una stradina laterale accompagnati dai cowboy. Percorrono stancamente 200 metri della exchange, poi scompaiono nel recinto. Un'esperienza deludente per noi, magari con i bambini è più divertente. Pensavamo durasse un po' di più, o forse c'era troppa gente, anche indisciplinata visto che i poveri addetti alla sicurezza dovevano urlare ogni due secondi di stare sul marciapiede.
Finita la messinscena (quindi alle 11.10 ) entriamo nel Colyseum, il palazzetto dove fanno i rodeo e altri eventi a tema western. Si può accedere agli spalti e dare un'occhiata in giro alla Hall of Fame, nella quale è nominato anche il famoso cantante country nonché cowboy George Strait.
Poi passiamo da Rodeo Plaza e andiamo fino al Billy Bob's Texas, il più grande Honky Tonk al mondo. Peccato non essere qui stasera, sarebbe stato bello fare due salti.
Le città americane sono spesso attrezzate con aree picnic, o anche solo dei tavolini. Fort Worth non fa eccezione e, davanti al Colyseum, troviamo uno spazio all'ombra dove consumare le provviste acquistate da Walmart stamattina.
Un'ultima chicca prima della lunga traversata: il Bureau of Engraving and Printing, ovvero la Zecca di stato! Purtroppo le foto sono tassativamente vietate. Dobbiamo lasciare tutto in auto, possiamo portare con noi solamente i documenti e qualche spicciolo. Nemmeno il cellulare è consentito. Fortunatamente l'edificio è presidiato, il rischio che qualcuno rubi dalle auto è piuttosto basso.
Il tour, rigorosamente accompagnato, comincia dalla hall, dove campeggia un cubo contenente banconote per un milione di dollari! poi si prosegue con l'audio-guida e si passa sopra alla "fabbrica dei dollari", dove si vede come vengono stampati i bigliettoni verdi. Terminato il giro, la navetta ci riaccompagna alla nostra vettura.
A questo punto, dobbiamo per forza metterci in marcia per Amarillo, abbiamo ancora 550 km, ci vorrà tutto il pomeriggio. La strada è lunga e noiosa, si passa da paesini microscopici che mi fanno sempre pensare "ma come fanno a vivere qui?".
Ci fermiamo a fare benzina. Non abituati né alla dimensione del serbatoio né al prezzo facciamo 20$, e a 19$ il contatore si ferma perché il serbatoio è pieno. Stiamo per andarcene e abbandonare il nostro dollaro, ma mi viene voglia di prendere uno di quei beveroni freddi al caffè, così entro a comprarlo. Alla cassa, la signora mi ha fatto 1$ di sconto per il dollaro di benzina che non ho fatto!
Arriviamo ad Amarillo intorno alle 19, siamo davvero stanchi per la lunga traversata. Il clima è cambiato parecchio. Siamo più a nord, vero, ma soprattutto siamo a quasi 1000 metri di altitudine, contro i 200 circa di Dallas/Fort Worth. Si è anche annuvolato, e la temperatura si aggira sui 20°.
Per noi è la seconda volta ad Amarillo, l'altra volta era il 2012 e stavamo percorrendo la mitica Route 66. Anche se la Strada Madre qui ormai è solo un ricordo, essendo stata sostituita dalla Interstate, Amarillo attira ancora i turisti grazie alle sue attrazioni a tema.
La scorsa volta abbiamo soggiornato e cenato al Big Texan, l'hotel/ristorante più iconico della città. Una struttura enorme e alquanto kitsch, in stile villaggio western. C'è anche un mega negozio di souvenir e una sala giochi, oltre a decorazioni di dubbio gusto come i ritratti che diventano zombie! Questa volta dedichiamo meno tempo al Big Texan, passiamo solo velocemente a fare due foto.
Andiamo invece a mangiare al Coyote Bluff Café, conosciuto grazie alla serie Man vs Food. Io mi prendo il Burger from Hell, che avevo appunto visto in tv: un panino gigante e piccantissimo con peperoncino e salsa piccante. Davide, che di piccante non ne vuole sapere, prende un classico cheeseburger. Le patatine ce le dividiamo perché la porzione è gigante. Meravigliosa la vasca da bagno piena di birre, tutte a buon mercato, intorno ai 3$.