Dopo lo spostamento relativamente breve di ieri, oggi si ricomincia a fare sul serio: sono circa 500 i km che ci separano dalla nostra meta, Alpine, giù a sud vicino al confine con il Messico. Ci addentriamo sempre più nel cuore dello stato.
In fase di programmazione, sono stata indecisa a lungo su questa tappa. A Fort Davis c'è un famoso osservatorio, il McDonald Observatory, e in alcuni giorni fanno lo Starparty, una serata aperta al pubblico per osservare le stelle. Questo avrebbe comportato una notte extra a Fort Davis, anziché due ad Alpine. Alla fine il destino ha scelto per me, per stasera lo Starparty non è in programma.
Programmare in dettaglio le attività giornaliere è essenziale per evitare brutte sorprese, per esempio percorrere tanti km e trovare un'attrazione chiusa!
Per spezzare il viaggio, ho segnato una sosta a Midland, città natale di George W. Bush, nel mezzo del Permian Basin. Cos'è il Permian Basin? E' la fortuna del Texas, in termini economici, Qui si trova infatti un grosso giacimento petrolifero, e si nota anche dal costo della benzina. In Texas è già basso, ma qui la troviamo a 1,79$ al gallone, equivalenti a 0,40€ al litro.
In effetti, man mano che ci avviciniamo, siamo sempre più circondati da pozzi di estrazione del petrolio, ce ne sono persino a ridosso dell'autostrada. Il paesaggio circostante è molto diverso da quello che mi aspettavo. pensavo ad un terreno desertico, invece c'è tanto verde, anche grazie alle abbondanti (ed inusuali) piogge di questa stagione.
Vi starete chiedendo cosa c'è da vedere a Midland. Non molto, in effetti. Ma vogliamo sgranchirci un po' le gambe e non rendere la giornata troppo noiosa. Facciamo una brevissima sosta alla casa natale di George W. Bush.
E poi andiamo al Permian Basin Petroleum Museum. Anche quest'attrazione è stata a lungo dibattuta, indecisi se andare o no, considerando anche i 12$ di ingresso. La signora alla reception, però, è gentile e simpatica. Inoltre, con la sua parlantina riesce a convincermi che questo è il museo più bello del mondo, e che la sua visita è essenziale.
Il museo è stato recentemente rinnovato, molto grande e interattivo. Le nuove esposizioni sono state inaugurate il 2 Aprile di quest'anno (2016), al termine di un progetto di rinnovamento da 18 milioni di dollari.
La prima sala spiega la storia geologica della zona, e del giacimento: come e quando si è formato, come e quando è stato scoperto, e come è stato sfruttato. Si passa poi all'era moderna, con una rassegna di prodotti di uso comune derivati dal petrolio. Molto interessante l'area dedicata alle previsioni sulla durata del petrolio fatte negli anni 70-80. Vi erano due teorie divergenti sul futuro del petrolio: una teorizzava la fine del petrolio entro il 1990, l'altra l'esatto opposto, ovvero che il petrolio fosse infinito.
Poi si passa alla parte più scientifica, con tante postazioni interattive e giochini, per esempio si può provare a perforare il terreno, stimare i costi di un barile del petrolio in base alla situazione politica, fino all'esplorazione dei nuovi metodi di estrazione (es. il fracking), per finire con una sezione dedicata alle energie alternative.
Ma non è ancora finita: ci sono altre tre aree espositive enormi: una dedicata alle auto da corsa dell'azienda Chaparral, una ai minerali; e l'ultima, ancora in fase di completamento, sugli animali robotizzati, di cui non ho foto perché era, appunto, in completamento, e non ci hanno fatti entrare
Terminiamo la visita all'ora di pranzo, e ci mangiamo le nostre insalatone di Walmart ai tavoli da pic-nic fuori dal museo. E poi si gira il muso della macchina verso sud, verso Fort Davis. Ci lasciamo i pozzi petroliferi alle spalle, piano piano i paesi diventano sempre più sporadici, e si cominciano a vedere le prime montagne
C'è così tanto verde, proprio non me l'aspettavo. Questa immagine è la sintesi del momento in cui mi sono perdutamente innamorata del Texas
Il Fort Davis National Historic Site, in una posizione meravigliosa, è un vecchio avamposto militare famoso per essere presidiato dai "buffalo soldiers", i soldati afroamericani. E' stato utilizzato prevalentemente nella seconda metà dell'800, e serviva a proteggere le persone (e le merci) per percorrevano la strada tra San Antonio e El Paso dagli attacchi degli indiani.
E' parte del National Park System, quindi se avete il pass annuale America the Beautiful, qui lo potete usare.
Il sito è ben conservato e si possono vedere le principali strutture: le case degli ufficiali, la drogheria, l'ospedale, le stalle.
Una sirena posta al centro scandiva le attività giornaliere: ad ogni suono corrispondeva una determinata azione. La sirena suona ancora oggi, ma con una programmazione più serrata, in quanto la giornata viene adeguata agli orari di apertura del sito. All'interno del museo, potete ritirare la brochure sulla quale c'è anche la legenda. Noi arriviamo poco prima della chiusura, e assistiamo alle chiamate per ammainare la bandiera, per il rancio e per la ritirata notturna.
Fort Davis è un paesino di 1200 abitanti, a bel 1600 mt di altitudine. Facciamo un giro in centro, ovvero lungo la via principale, e ci fermiamo a prendere un gelato dentro al Drug Store, un negozietto che sembra essere stato teletrasportato direttamente dagli anni '50. Ci serve un signore anziano tenerissimo che, poverino, ci mette un quarto d'ora solo ad infilarsi i guanti.
Ancora 40 km ci separano dalla nostra destinazione finale della giornata, Alpine.
E' ancora più sperduta di Fort Davis, ma è resa più viva dalla presenza dell'università. Gli studenti si guadagnano da vivere lavorando nelle attività turistiche: ristoranti, hotel eccetera. E' il classico paesino della provincia americana, e vive grazie alla vicinanza con il Big Bend National Park.
Proviamo ad acquistare qualcosa da mangiare in hotel, ma i supermercati non sono proprio ben forniti, così andiamo, in extremis, al Guzzi Up. Arriviamo alle 8 e mezzo, siamo appena in tempo. La pizza non è niente male, la nostra cameriera è molto curiosa, non è abituata ai turisti stranieri, e ancora meno agli italiani.
Negli Stati Uniti, i ristoranti chiudono molto presto la sera. Nei centri più piccoli, anche alle 20.30 - 21.00. Assicuratevi di arrivare per tempo!
Ci ritiriamo presto nella nostra stanza, domani dovremo svegliarci prima dell'alba. ma, soprattutto, è ora di fare la lavatrice! Nella hall c'è un'intera squadra di football americano in ritiro. Mentre loro studiano con il coach le tattiche per la partita, io gli passo accanto con il mio bucato!