La tappa di oggi è relativamente breve, solo 250 km. Ma la mattina avremo la visita al Palo Duro State Park, quindi (tanto per cambiare) siamo di corsa. Essere costantemente a corto di tempo è ormai normale per i nostri On The Road. Per quanto ci proviamo, le cose da vedere e da fare sono sempre più del tempo che abbiamo a disposizione.
Ci svegliamo sotto un cielo plumbeo e un clima fresco, come sempre prima delle 7, e si va giù a fare colazione. In hotel le cose sono sempre le stesse: latte, cereali, uova, bacon, yogurt, oatmeal, pane... e waffle. mentre io prendo da bere, arriva Davide:
D: vuoi il Waffle?
V: solo se è a forma di Texas
Davide: .... (va via perplesso e anche un po' offeso)
.... 2 minuti dopo ...
D: è a forma di Texas...
V: eh si te l'avevo detto, dai allora fammelo
D: pensavo che mi stessi prendendo in giro
Il Cadillac Ranch, poco fuori città, è un'altra attrazione bizzarra: 10 Cadillac piantate nel terreno a muso in giù. Se acquistate una bomboletta (se siete fortunati le trovate anche lì, lasciate da qualcun altro) potete scrivere e disegnare sulle macchine. Anche questo lo avevamo già visto nel 2012, con una bella giornata di sole. Oggi pioviggina, per me potremmo anche tralasciarlo, ma Davide insiste perché vuole scrivere sulle macchine.
Lungo la strada ci fermano dei motociclisti tedeschi i quali stanno percorrendo la R66 da Los Angeles a Chicago, e ci chiedono di accompagnarli al Cadillac Ranch perché non lo trovano. Lì per lì mi verrebbe da lasciarli al loro destino, persi a vagare per sempre nel Texas Panhandle, perché insomma, se lo meritano. Non si percorre la Route 66 al contrario! Ma noi, in fondo, siamo tanto buoni, e li scortiamo...
Fa veramente freddo e le macchine sono immerse nel fango. Davide si mette all'opera, quando ha finito che ne andiamo soddisfatti.
Il Palo Duro Canyon, che raggiungiamo alle 9:45, non fa parte del National Park System (NPS), è un parco statale e quindi la tessera annuale dei parchi non vale. L'ingresso costa 5$ a testa, come sempre ci danno anche la mappina con l'indicazione di tutti i trail.
Noi di solito cerchiamo di fare diversi trail più corti, così da vedere il parco da diverse angolazioni. Visto che però continua a piovere, dobbiamo scegliere un solo trail abbastanza rappresentativo, e al limite finito quello ce ne andiamo. Decidiamo di rischiare con il Lighthouse Trail, quello più famoso e gettonato, che è anche abbastanza lungo, 6 miglia tra andata e ritorno.
Per fortuna non piove, ma resta molto nuvoloso, e le foto non rendono granché. Sono molto dispiaciuta perché la zona è notoriamente arida e molto calda. Siamo stati davvero sfortunati! Cercando il lato positivo, se non altro abbiamo fatto il trail senza schiattare: 6 miglia sotto il sole cocente sarebbero state molto pesanti.
Vedete quei due "piccoli" pinnacoli al centro della foto? Ecco, noi dobbiamo arrivare lì, attraversando anche il letto di un fiume. Che è in secca, ma con questo tempo sono un po' preoccupata. Le flash flood non sono poi così rare, in pochi minuti il fiume in secca potrebbe diventare un torrente di fango.
Giungiamo al cartello "End of the Trail". ma non c'è niente, nessun panorama!!! guardo in alto, i due pinnacoli li vedo, ma non capisco come arrivarci. Ad un certo punto scende dalla montagna una coppia di mezza età con un cane, capisco allora che bisogna salire da lì. Gli ultimi metri del sentiero sono quasi un'arrampicata, a tratti ci dobbiamo aggrappare anche con le mani.
Torniamo indietro, fortunatamente siamo ancora asciutti e soprattutto non abbiamo dovuto guadare il fiume. Ci mangiamo i nostri soliti panini del Walmart all'area picnic, in compagnia di alcuni tacchini, poi facciamo qualche altro stop nel parco, ma solo nei punti panoramici. L'idea di fare un altro breve trail, il Pioneer Nature Trail, salta dopo 50 metri perché il sentiero è pieno di cavallette che zompettano da tutte le parti. Sarebbe contento il mio gatto, ma io proprio no!
Ci siamo attardati molto nel parco, così tutto quello che avevamo in mente di vedere a Lubbock, per esempio la Prairie Dog Town o il National Ranching Heritage, salta.
Le attrazioni in USA chiudono molto presto, solitamente alle 17. La stagione estiva, quando i musei restano aperti un po' più a lungo, va dal Memorial Day al Labor Day, quindi dall'ultimo lunedì di Maggio al primo lunedì di Settembre
Tanto vale, a questo punto, fare qualche sosta lungo la strada per fotografare un po' di countryside. Qui intorno ci sono solo fattorie, con le mucche e i classici mulini a vento.
Solo 200 km ci separano la Lubbock, una città universitaria di circa 250.000 abitanti, annunciata da una fitta rete di cavalcavia. Tra le attrazioni della città, come detto: il National Heritage Center, il Prairie Dog Town, il campus e lo stadio da football.
Tutta roba che non visiteremo, perché arriviamo in città alle 17 circa. L'unica cosa che ci interessa è Buddy Holly. Classe 1936, morto a soli 23 anni in un incidente aereo, con sua seppur breve vita, e tre soli album pubblicati, è riuscito ad essere considerato il padre del rock&roll. Musicisti del calibro di Bob Dylan, Bruce Springsteen e Eric Clapton si sono ispirati a lui. Il giorno della sua morte è comunemente detto "the day the music died", il giorno in cui la musica morì, frase citata anche nella canzone "American Pie" di Madonna. A lui è dedicato un piccolo museo in città, e una statua.
La città non ha un vero centro, e la zona più viva è considerata il Depot District, anche se dalle mie foto sembra deserta. Qui ci sono diversi locali di musica dal vivo e il Cactus Theater, che alla sera si riempiono. Le vetrine dei locali sono oscurati, per questo motivo sembrano sempre chiusi, o deserti.
Mentre siamo qui che passeggiamo e facciamo foto accosta un'auto. Il ragazzo alla guida tira giù il finestrino, e gentilmente ci dà qualche informazione sull città, cosa vedere e cosa fare, chiudendo con un bel "Welcome to Lubbock!" In particolare, mi dice di tornare in zona quando farà buio, perché ci sono degli archi che la sera sono illuminati al neon ed è molto bello. Ovviamente noi seguiamo il suo consiglio
Come dicevo, ci sono diversi locali, ma noi siamo troppo stanchi per la musica dal vivo. Per cena andiamo al Rudy's, una catena specializzata nel bbq. Il ristorante è un po' fuori città, ed è una specie di fast-food: ordini alla cassa e ti consegnano il cibo, mentre i condimenti e le bibite te li prendi da solo. Tutto è molto spartano e a buon mercato, come piace a noi: carne avvolta nella carta oleata, tovaglioli di carta, tavoloni in legno sui quali campeggiano questi cartelli: "your mama's not here - clean up your own mess", ovvero "qui tua madre non c'è, pulisci da solo".
Con soli 35$, io prendo un pulled pork sandwich e un peach cobbler, Davide prende mezza libbra di brisket moist e mezza libbra di brisket lean, preferendo però il primo perché si scioglie letteralmente in bocca. Ottima anche la selezione di birre, anche queste self-service dall'enorme vasca al centro del locale.
Il brisket è il petto di manzo, cotto al barbeque molto lentamente. Il brisket "moist" (umido) viene cotto lasciando più grasso, con una bagna umida; il "lean" (snello) prevede una cottura più secca, che rende la carne più magra e affumicata.
Prima di rientrare facciamo un giro in auto della zona del campus e poi, per la prima volta, una sosta al negozio Cracker Barrel's Country Store, di cui ci innamoreremo! Un negozio/ristorante tutto in stile country, con alimentari, abbigliamento, suppellettili per la casa, CD e giocattoli!