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il tempo “Non esiste buono o cattivo tempo, ma solo buono o cattivo equipaggiamento” BP

Questa frase di BP ci è tornata subito alla mente pensando al tema del casotto di questa settimana. Certo, BP parlava del tempo meteorologico e non di “kairòs”, del tempo opportuno. Possiamo però provare ad effettuare una traslazione, in fondo sempre di buono o cattivo “equipaggiamento” dobbiamo essere dotati per affrontare i tempi, per vivere in questo tempo presente.

Proprio ora, magari, ci rendiamo conto che lo scautismo ci ha dato un buon “equipaggiamento” per affrontare questa realtà attuale nella quale sembra di vivere dentro una barchetta leggera sospinta impetuosamente da alte onde minacciose.

La sfida oggi nel nostro servizio, probabilmente, è proprio quella di riappropriarci del tempo per riempirlo di senso da parte di “servi inutili a tempo pieno”.

La questione del tempo ci interroga come persone e come capi rispetto a due aspetti. Da una parte l’urgenza del tetris quotidiano per incastrare le diverse cose da fare, dall'altra, la ricerca del senso di quello che si fa. Come capi in servizio è particolarmente pressante la riflessione sulla nostra efficacia nel lasciare un segno e nel proporre ai ragazzi esperienze di qualità.

È esperienza comune, parlando tra capi, incrociare le difficoltà di ognuno a proposito del tempo, del modo in cui a volte ci sovrasta, di come non riusciamo invece noi a determinarne la qualità e la spendibilità al meglio, del tempo che ci è donato, del pezzo di strada che facciamo qui per costruire un regno che comincia da qui e non finisce qui.

Vorremmo essere adulti significativi, sentiamo la responsabilità della testimonianza ma non è semplice non “distrarsi” tra gli impegni, le difficoltà e le tentazioni della quotidianità. Quando sembra che il tempo ci stia sfuggendo di mano è bene ricercare la radice e il senso del nostro agire di capi.

Essere capi educatori è la vocazione del dono del tempo (appunto), energie e intelligenza al servizio dei ragazzi. È un servizio e come tale richiede sacrificio, gioia, qualche rinuncia, buona volontà, speranza…Insomma si tratta di fare delle scelte, ovvero prendere e insieme lasciare. E le scelte come ben sappiamo non sono mai semplici.

È importante dunque il tempo che viviamo in sede, quello che viviamo a preparare le attività che è segno tangibile della nostra scelta di servizio ma ancora di più è prezioso il tempo che doniamo indirettamente ai nostri ragazzi, quello che impieghiamo aspettando, osservando, pazientando, in attesa che i semi che abbiamo sparso attecchiscano, trovino acqua abbondante, sole caldo, vento mite. Il tempo che ci vuole.

Sarebbe bello che ogni tanto nelle nostre verifiche, soprattutto noi capi in branca R/S, cambiassimo tono.

Vanno bene gli obiettivi e tutto il resto ma sarebbe bello che ci chiedessimo quanta pazienza abbiamo avuto? Quanto siamo stati capaci di porci in ascolto? Di porci in attesa davanti ai ragazzi senza fare un primo ingombrantissimo passo?

Insegnare ai rover e le scolte a spendere bene il proprio tempo è riempire di significato la vita delle comunità R/S, per crescere persone significative, capaci di essere servitori di questo tempo.

Non dobbiamo dimenticare che ad ognuno di noi viene consegnata una piccola parte di una risorsa inestimabile: un po' del tempo dei nostri ragazzi, un po' di ciò che una volta usato non potrà mai essere recuperato.

La nostra responsabilità, enorme, è sognare ed aiutarli a sognare come vivranno il loro tempo, chi saranno nel loro futuro, mettendogli in mano la pagaia della loro canoa affinché la guidi con sicurezza verso qualunque meta desiderino.

La pattuglia regionale R/S

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