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La nostra vocazione… zaini in spalla!

Come capi e capo dell’AGESCI scegliamo il servizio al prossimo come stile di vita: una vocazione a vivere l’amore che oggi sentiamo nei confronti dei "nostri" ragazzi e delle loro famiglie, ma anche di chi in questo momento è rimasto ai margini e vive esperienze di povertà economica, sociale ed educativa.

In questi mesi abbiamo mantenuto accesa la relazione con i nostri ragazzi, assieme a loro abbiamo vissuto un'esperienza inaspettata, un tempo diverso che ha richiesto ad ogni capo e ad ogni Comunità di costruire una nuova vicinanza.

Ora per le nostre Comunità capi è il momento di ripartire, con un entusiasmo rinnovato, con audacia e creatività. Decidiamo di metterci in strada insieme ai ragazzi, con lo zaino sulle spalle, nelle città e nei paesi, raccontando a tutti lo stile che da sempre orienta l’esperienza scout.

Nel nostro animo sentiamo un anelito di libertà e il bisogno di riscoprire la bellezza di giocare, di vivere avventure e di servire assieme. Al tempo stesso il bene che vogliamo ai nostri ragazzi ci interpella e ci fa porre in atto tutte le tutele possibili per la loro salute e quella delle loro famiglie: un impegno per tutte le nostre Comunità capi.

Torniamo a mettere i ragazzi al centro. In questi mesi bambini e ragazzi sono rimasti in silenzio, hanno dimostrato di saper rispettare le regole seppur con tante sofferenze. L’autoeducazione ci stimola a considerarli capaci di progettare e fare scelte: non si tratta soltanto di riportare i minori di età al centro dell’attenzione educativa, ma di dare loro la parola, di condividere le decisioni che li riguardano nel rispetto della loro età per costruire assieme il bene comune, recuperando diritti che in questi mesi sono apparsi compressi.

Torniamo a condividere con loro quanto vissuto. La lontananza fisica di questo tempo ci ha fatto provare molte emozioni e vivere momenti anche dolorosi: questa esperienza condivisa ora si trasforma in occasione di crescita e di cambiamento.

Torniamo a esplorare i territori consueti con occhi nuovi. Nell’isolamento abbiamo percepito la mancanza della vita all’aperto, l’impossibilità di uscire di casa anche solo nel nostro quartiere. Ciò ha messo in primo piano l’essenziale, la necessità di stare in relazione, la bellezza di un creato da contemplare e custodire. Da qui possiamo ripensare a spazi di incontro, intesi soprattutto come quelli di immediata prossimità, sia fisici che di relazione, da esplorare, conoscere e riscoprire, da vivere in maniera responsabile.

Torniamo a essere Comunità, scrigno di identità e di relazioni profonde. Come scout e guide ripartiamo da quella costruita nei nostri Gruppi con i ragazzi per ampliare il nostro orizzonte. Apriamoci agli altri, collaborando attivamente per costruire il bene del nostro Paese e per sentirci pienamente Chiesa.

Torniamo a metterci a servizio lì dove c’è bisogno del nostro aiuto, non risparmiando energie perché siamo chiamati a tutelare la vita, a cercare gli ultimi, a sostenere i fragili. Molte realtà bussano alla nostra porta chiedendo un aiuto. L’esperienza vissuta ha generato in noi una voglia di cambiare stile: non vogliamo sia un proposito ben presto dimenticato. I bambini del nostro territorio, le parrocchie, il Paese chiedono il nostro aiuto e come scout e guide la nostra risposta non può che essere eccoci, siamo pronti per servire. Un impegno come persone e come Comunità.

Il nostro zaino potrebbe risultare pesante, ma sappiamo che la Comunità sostiene le nostre difficoltà, ci incoraggia e ci stimola a continuare a camminare.

Sentiamo forte una chiamata, puntare in alto, costruire ponti, abitare in modo nuovo i nostri territori. I nostri ragazzi ci attendono per poter camminare al nostro fianco lungo la strada, maestra di vita e luogo di relazione!

Documento elaborato dal Comitato nazionale del 22 maggio 2020.