Esiste una realtà dimensionale molto più profonda, a noi inaccessibile, magmatica, quella astrale.
Le profondità infinite e siderali pongono numerosi interrogativi sull'inizio, sull'esistenza stessa e sulla fine. Profondità che forse sono la chiave per capire l’essenza sulla quale l’individuo si interroga senza risposte dai tempi dei Maya e – di contro – la necessità di rifugiarsi nella condotta di una vita alla giornata, senza troppi problemi.
Nel mentre gli enigmi mi assalgono, osservo i cieli racchiudere fenomeni di grande metafora della vita. Come le comete, splendore fugace di brillanti esistenze pur sempre effimere; le eclissi, che descrivono le inesorabili fasi della vita che quasi mai mantengono luce sui suoi figli; le meteore che ben dipingono la caduta dei regimi e il tonfo delle potenze che dominano gli uomini, o delle false divinità che su esse si poggiano. E così via in un crescendo che arriva eloquentemente fino ai buchi neri, entità astrali dalle sinistre interpretazioni simboliche.
L’apocalisse stessa, concetto di per sé universale che può sembrare la fine del mondo, ma non è che la fine del nostro mondo, assicurando la continuazione dell’universo e del mio cielo.