Attraverso la strategia del Cooperative Learning, abbiamo attivato una vera e propria "officina" di poesia, dove abbiamo discusso dei contenuti, del lessico, della forma e dei messaggi dei componimenti assegnati. Infine, su imitazione di liriche significative, abbiamo composto in modo personale e originale le nostre poesie individualmente o in gruppo, di cui viene qui presentata una breve antologia.
Siamo partiti da una lirica di Attilio Bertolucci "Vento", che è un inno alla potenza distruttrice, ma anche alla vitalità rinnovatrice della Natura, cose che l'autore ha sperimentato durante la sua giovinezza in campagna. La poesia è costruita su una similitudine incisiva tra il lupo e il vento, che calano dai monti, provocando con la loro furia "sgomento" (v. 4); poi, una volta stanchi, si addormentano, lasciando il posto a uno stupore incredulo. Le due figure si fondono, come rivela l'uso ambivalente dei verbi "fischia" (v. 5) e "caccia" (v. 8).
Vento (A. Bertolucci)
Come un lupo è il vento
che cala dai monti al piano
corica nei campi il grano
ovunque passa è sgomento.
Fischia nei mattini chiari
illuminando case e orizzonti
sconvolge l’acqua nelle fonti
caccia gli uomini ai ripari.
Poi, stanco s’addormenta e uno stupore
prende le cose, come dopo l’amore.
Seguendo lo schema di "Vento", ognuno di noi ha scelto un elemento della natura e lo ha descritto, secondo la propria sensibilità, partendo da una similitudine.
Abbiamo letto "A Zacinto" di U. Foscolo, in cui il poeta esprime la nostalgia verso i luoghi della propria infanzia, nei quali non potrà più tornare a causa dell'esilio cui è condannato, e "Trieste" di U. Saba, una lirica di amore nei confronti della sua città, in cui il poeta trova un "cantuccio" da cui osservare isolato ogni suo angolo e ripensare alla propria vita...
Trieste (U. Saba)
Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
Credits:
Creato con immagini di vencav - "Fresh grass with dew drops at sunrise. Nature Background" • songdech17 - "Wood bridge" • hui_u - "beautiful waterfall in Thailand" • Umberto - "Navigando nel Golfo di Napoli - Ischia - Procida - Monte di Procida" • phpetrunina14 - "yellow flowers of rapeseed field blue sky"