28 giugno 1914: a Sarajevo uno studente serbo di nome Gavrilo Princip (affiliato ad un'associazione terroristica serba chiamata "La mano nera" con sede a Belgrado) assassina l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'Impero austro - ungarico.
L'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe viene preso dalla disperazione. Ha perso negli anni precedenti un fratello, fucilato dai ribelli in Messico, la moglie Sissi uccisa da un terrorista, si è suicidato il suo figlio prediletto. Ritiene il Regno di Serbia responsabile del crimine e, dopo aver ottenuto il sostegno del suo alleato il Kaiser di Germania Guglielmo II, DICHIARA GUERRA ALLA SERBIA.
Lo zar di Russia Nicola II viene avvisato che l'Austria intende annettere la Serbia al suo impero; da protettrice della Serbia e contraria all'espansione dell'Impero austro - ungarico nei Balcani, non può assolutamente permetterlo. Nicola II ordina la mobilitazione generale: la chiamata alle armi degli uomini abili.
Di conseguenza il Kaiser Guglielmo II, il 1 agosto 1914, ordina pure lui la mobilitazione generale.
La Francia, dal canto suo, non può accettare che la vicina Germania entri in guerra e si sente obbligata a chiamare alle armi i suoi uomini. 13000 soldati tedeschi vengono inviati ai confini con la Francia.
La Gran Bretagna non può fare a meno di dichiarare guerra.
5 agosto 1914: è ufficialmente scoppiata la Grande Guerra, chiamata Prima Guerra Mondiale, che oppose:
- gli ALLEATI (o INTESA: Francia, Russia, Gran Bretagna, più tardi Giappone)
- agli IMPERI CENTRALI (Austria e Germania)
L'Europa viene attraversata da una straordinaria ondata di patriottismo, alimentata da anni di propaganda, scontri nelle colonie, il culto del militarismo. Tutti sono convinti che si tratterà di una GUERRA LAMPO (guerra d'attacco che si risolve in un'unica battaglia decisiva).
6 agosto: i Tedeschi occupano il Belgio e pochi giorni dopo entrano nella Francia del Nord Est rompendo gli accordi internazionali visto che il Belgio si era dichiarato neutrale. MA in questo modo sorprendono i Francesi che si sono schierati più a Sud.
NEL FRONTE OCCIDENTALE l'esercito francese viene travolto e i Tedeschi, grazie alla loro mossa a sorpresa, arrivano a 25 km da Parigi. Ma a quel punto i Tedeschi, sul punto di prendere Parigi, devono spostarsi a Est (fronte ORIENTALE) per contrastare l'attacco della RUSSIA.
I FRANCESI riescono a riorganizzarsi e contrastano i TEDESCHI nella battaglia della MARNA, costringendoli a ripiegare. La battaglia della Marna segna la fine della guerra lampo e la trasformazione del conflitto in una GUERRA DI TRINCEA: una GUERRA DI LOGORAMENTO.
Allo scoppio della guerra, l'Italia si trovava a confrontarsi con Paesi che erano nettamente superiori sul piano economico e industriale (v. grafico produzione acciaio, materia prima fondamentale per le munizioni)
Gli armamenti risalivano alla Terza guerra di Indipendenza, mancava l'artiglieria pesante (cannoni a lunga gettata), nessuna fabbrica sapeva produrre bombe a mano. Inoltre la popolazione era sostanzialmente pacifista.
Inoltre, dal punto di vista politico, l'Italia si trovava in una condizione contraddittoria. Da un lato era entrata nella Triplice Alleanza con Germania e Austria, ma dall'altro proprio dall'Austria voleva ottenere le terre irredente di Trento e Trieste. Per tutti questi motivi all'inizio l'Italia si dichiarò neutrale.
In Italia era sempre più acceso il confronto tra neutralisti (coloro che non volevano entrare in guerra) ed interventisti (tra i socialisti "traditori" vi era anche un giovane giornalista dell'"Avanti", Benito Mussolini).
Furono però soprattutto gli interventisti a far sentire la loro voce, condizionando l'opinione pubblica a forza di slogan, volantinaggi e manifestazioni.
Intanto il re e il governo strinsero un nuovo patto segreto con Francia e Inghilterra, il Patto di Londra che prevedeva che, in caso di vittoria, l'Italia avrebbe ottenuto Trento, Trieste, l'Istria (ma non Fiume), la Dalmazia, parte delle colonie tedesche e il protettorato dell'Albania.
Il Parlamento, intimorito dai nazionalisti, rinunciò al suo diritto di voto e la decisione venne presa da Vittorio Emanuele III e dal Presidente del Consiglio Antonio Salandra. Il 24 maggio 1915 si mosse la prima brigata alpina, ma gli Austriaci erano già schierati su un fronte di 650 km.
- 1915: 125 industrie coinvolte con 115000 operai
- 1918: 1976 industrie coinvolte con 900000 operai
- le fabbriche destinate alla produzione bellica dovevano seguire un regime di tipo militare (vietato diritto di sciopero, soppresse le norme contro gli infortuni, controlli serrati sulle presenze e divieto assoluto di divulgare notizie sulla produzione)
Nella trincea, però, la vita era molto più dura (le scarse condizioni igieniche, la monotonia insopportabile rotta solo dagli assalti alla baionetta da parte della fanteria che si lanciava al massacro sotto il fuoco delle mitragliatrici, il contrattacco delle seconde e delle terze file...).
Il generale Luigi Cadorna, comandante dell'esercito italiano, tentò prima una serie di attacchi fallimentari, poi schierò le truppe lungo il fiume Isonzo e l'altopiano del Carso: una lunga guerra di trincea che costò mezzo milione di morti.
24 ottobre - 12 novembre 1917: le truppe italiane, mal guidate e comandate, costrette a vivere in condizioni terribili, furono travolte dall'esercito austro tedesco che sfondò le linee a Caporetto. 700000 uomini gettarono le armi e si ritirarono per 150 km. La fuga dei soldati fu fermata dagli alti ufficiali sulla linea del fiume Piave.
La disfatta di Caporetto sconvolse l'opinione pubblica italiana; Cadorna fu sollevato dall'incarico e sostituito dal generale Armando Diaz, più sensibile alle condizioni di vita dei soldati. Capì che era necessario risollevare innanzitutto il morale delle truppe.
Se avessero sfondato anche la linea del Piave, allora gli Austriaci avrebbero occupato tutta la Pianura Padana e sarebbero arrivati fino al Po. I soldati dovevano difendere non più solo i confini del Paese, ma le loro stesse case.
LA GUERRA DIVENTA MONDIALE
Intanto si aprirono fronti in tutto il mondo: alcune nazioni temevano di essere attaccate e invase perciò dichiararono guerra, altre pensarono con la guerra di ottenere un vantaggio economico.. I motivi furono diversi. Comunque entrarono in guerra anche Romania, Bulgaria, Turchia a fianco degli Imperi centrali; le tribù arabe, le colonie come il Canada, l'Australia, contingenti africani e indiani a fianco degli Alleati.
IL FRONTE ORIENTALE
I Russi sul fronte orientale erano in grave difficoltà. Non avevano un'economia abbastanza forte da poter supportare anni di guerra e ormai i soldati vivevano in condizioni drammatiche. Migliaia di persone morivano di fame mentre lo Zar sembrava non rendersi conto della disperazione del suo popolo. Iniziarono a diffondersi gli scioperi, le proteste e le manifestazioni anche degli stessi soldati.
Nel 1917 scoppiò LA RIVOLUZIONE, con cui fu destituito lo Zar e addirittura arrestato. Il partito marxista salì al potere e stabilì il RITIRO DAL CONFLITTO. Austria e Germania pensarono di essere più vicine alla vittoria.
MA ENTRANO IN GUERRA GLI STATI UNITI...
Sempre nel 1917 il Presidente degli USA Wilson dichiarò guerra alla Germania; le truppe americane sbarcarono in Europa con massicci armamenti e preparati ad affrontare un conflitto di tale portata. Avevano carri armati, cannoni, ospedali da campo.
PERCHE'?
- motivo patriottico: la guerra sottomarina in atto aveva visto l'affondamento non solo di navi inglesi che portavano rifornimenti dal Nuovo Mondo anche di navi statunitensi con a bordo civili (v. affondamento del Lusitania)
- motivo economico: ovvero la necessità da parte degli Stati Uniti di riportare la pace e la libera circolazione di merci tra America e Europa.
LA CONSEGUENZA DELL'INGRESSO IN GUERRA DEGLI USA FU...
innanzitutto l'indebolimento della pressione di Tedeschi e Austriaci sul fronte italiano, a cui si sommò la diserzione di alcuni ungheresi che lasciavano l'esercito degli Imperi centrali per andare a difendere la loro terra attaccata dai Bulgari.
Diaz decise pertanto di approfittarne e sferrare un'offensiva che portò alla vittoria degli Italiani sull'Austria a Vittorio Veneto, anche grazie alla leva del '99 , i più giovani dell'esercito.
IL 4 NOVEMBRE 1918 L'AUSTRIA FIRMO' L'ARMISTIZIO CON L'ITALIA.
Intanto anche gli Alleati avevano sferrato l'attacco finale. Americani, Inglesi e Francesi liberarono la Francia settentrionale e il Belgio. La Germania entrò nel caos, scoppiarono gli scioperi, si rivoltarono anche diversi soldati e la Marina. Molte forze politiche chiedevano l'abdicazione del Kaiser e questi decise di fuggire dopo la notizia che l'Italia aveva sconfitto l'Austria a Vittorio Veneto.
11 novembre 1918: la Germania, ormai diventata una Repubblica (fondata con atto ufficiale nella cittadina di Weimar e per questo chiamata Repubblica di Weimar), firmò la resa. E lo stesso fece l'Impero turco ottomano.
Credits:
Creato con un’immagine di British Library - "1914, World War 1. Highland Territorials in a trench. Photographer: H. D. Girdwood."