L'aria frizzante, la neve croccante; orizzonti che tolgono il fiato (quel poco che resta), un accogliente rifugio; il silenzio assoluto della notte, le risate dall'alba al tramonto.
Sei lì, immerso in quelle meraviglie...
E sei a un passo dal cielo, azzurrissimo, ma fai un altro passo per arrivare ancora più vicino, poi un'altro...e intanto il sole ti sorride e allora tu lo metti sui terzi per dargli più importanza e poi lo fai "stellato" per renderlo magnificente. Perchè sei un "fotografo", come il resto della banda...quei puntini colorati sparpagliati lungo la traccia persa nel mare bianco.
"Ah, questa vince!". Devi mostrarla, aspetti tutti: il puntino viola, quello arancio, quello azzurro...
E allora qualcuno grida "E' l'ora del sefie!!!" e allora la regia si mette in moto: "State carini!", "dieci secondi!", "ancora una!", "l'ultimissima!".
E poi ancora silenzio, neve croccante, bianco, bianco, azzurro, azzurro...la Cima Nove, la Cima Dieci, il Col Becchei, il Monte Castello, il Monte Cavallo, le Cime di Ciampestrin, il Conturines...
Sei lì, siete lì ...e non vorreste più tornare a casa!
E’ difficile trasmettere ad altri le forti sensazioni che provi a diretto contatto con la Montagna senza rischiare di sembrare un po’ pazzo; ma è altrettanto difficile, nel periodo in cui viviamo, riuscire a distinguere quali sono i veri momenti della follia umana. Conoscere ed amare la montagna è un privilegio che non tutti possono avere, molti sono i modi in cui ella ti sceglie, da quel momento diventa impossibile resistere al suo richiamo, ti educa come una mamma, ti rimprovera severamente quando sbagli, pretende il reciproco rispetto, ti insegna a vivere la solidarietà con i compagni.
