Loading

#INSTACITY andrea gnocchi

#INSTACITY

Personale di Andrea Gnocchi alla Casa Museo Spazio Tadini, Via Nicolò Jommelli, Milano - a cura di Melina Scalise

Dal 19 settembre al 15 ottobre 2017, presso la Casa Museo Spazio Tadini, è allestita la mostra personale di Andrea Gnocchi #Instacity, a cura di Melina Scalise.

Della città, di questo paesaggio antropizzato, dove la natura addomesticata e la progettazione umana hanno avuto il sopravvento sulla scelta abitativa della popolazione mondiale, Andrea Gnocchi ha scelto di farne un suo racconto contemporaneo. Si è cimentato in un'impresa difficile quanto mai necessaria per esprimere quel cambiamento di inizio del terzo Millennio che porta a una nuova visione del paesaggio urbano ormai definito metropolitano e cosmopolita.

Instacity @Spazio Tadini

La rappresentazione pittorica della città nella storia dell’arte ha assunto ruoli diversi. Per esempio nel Quattrocento è stata sfondo della scena umana e divina per esaltare il potere religioso e politico. Nel Settecento la sua raffigurazione spesso documentava il viaggio prima dell’invenzione della fotografia. Nel primo Novecento i centri urbani venivano dominati da prospettive aeree in un tripudio di dinamicità, tecnologia e positività per poi veder spegnere ogni esaltazione alla fine dello stesso secolo, quando la città diventa luogo di alienazione, di vita sopraffatta dal1 cemento indisciplinato e irrefrenabile delle costruzioni e custode di cattedrali industriali abbandonate.

Brooklyn Bridge

Della città, di questo paesaggio antropizzato, dove la natura addomesticata e la progettazione umana hanno avuto il sopravvento sulla scelta abitativa della popolazione mondiale, Andrea Gnocchi ha scelto di farne un suo racconto contemporaneo. Si è cimentato in un’impresa difficile quanto mai necessaria per esprimere quel cambiamento di inizio del terzo Millennio che porta a una nuova visione del paesaggio urbano ormai definito metropolitano e cosmopolita.

La sua ricerca pittorica l’ha portato ad una sintesi rappresentativa in cui domina un concetto di tempo, di segno attraverso la luce, di struttura e di racconto socio-politico della città che passa attraverso una visione iconografica. Potremmo definirlo un architetto del pensiero, il costruttore di una mappa concettuale del territorio dell’uomo contemporaneo che trova i suoi punti nevralgici nella permanenza illuminante di alcune costruzioni simbolo

Una ricerca quanto mai attuale perché oggi qualunque città ha ormai individuato una serie di luoghi e architetture simbolo, elementi di identificazione di una nazione, di un popolo, di una cultura.

La mostra a Spazio Tadini presenta l’ultima produzione di Andrea Gnocchi e dei suoi riflettori puntati sulle città. La mostra è realizzata in collaborazione con Casa D’arte San Lorenzo.

Ognuno riconosce gli edifici e le città che ha scelto di rappresentare anche solo attraverso un dettaglio. Chiunque sa della loro storia e dell’appartenenza culturale. Chiunque si sente a casa e attraverso loro e avverte la forza della permanenza temporale che spesso attraversa secoli di storia. Quelle architetture dipinte da Gnocchi sono come strutture radicali che si appropriano del cielo di tutti diventando pilastri su cui sviluppare il futuro che è sempre e solo tutto da inventare.

In una società dell’immagine l’artista sceglie di chiamare questo ciclo sulle città #Instacity. Il titolo rimarca, dal mio punto di vista, quanto Gnocchi esprime attraverso la mia lettura dei suoi dipinti. L’ hastag sottolinea che questo ciclo parla di un “non luogo”, uno spazio virtuale, una “camera” che potrebbe essere fotografica, oscura o anche solo la camera in cui ci si può collegare un computer alla rete. Quella “camera” potrebbe essere il punto di osservazione, di condivisione e di racconto di mille città con scatti colti e condivisi da milioni di persone: tutti “stanno in quella città” tutti stiamo e siamo “instacity” .

L’arte di Gnocchi vive in continuo dialogo tra passato e futuro, tra nostalgia e sguardo verso la realtà, immaginando un domani che è già oggi.

In quel paesaggio di luce che corre in milioni di chilometri di fili che viaggiano da una parte all’altra del mondo, spesso molti restano dietro la tela, in quella dimensione “fantasma” e si fermano un attimo prima della realtà lasciando a pochi la fine del progetto, la costruzione ed invenzione del futuro. Ma questa potrebbe essere l’inizio di un altro racconto e ad Andrea Gnocchi e alla sua pittura devo questa suggestione.

La mostra sarà aperta ai visitatori, ad ingresso libero dal 19 Settembre 2017 al 15 Ottobre 2017

"..e d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione"[Arancia Meccanica]

Report Abuse

If you feel that this video content violates the Adobe Terms of Use, you may report this content by filling out this quick form.

To report a copyright violation, please follow the DMCA section in the Terms of Use.