Una giornata speciale
Mi ricordo varie cose di questo viaggio d'istruzione. Prima di tutto non posso dimenticare la
lunga e faticosa camminata per arrivare a Barbiana. Giunti a destinazione abbiamo parlato e
sopratutto ascoltato le parole dell'ex-alunno di Don Milani, che ci ha mostrato e parlato di
un metodo scolastico davvero particolare ed insolito. Si trattava di uno studio di gruppo, di
una collaborazione e unione tra gli studenti. Si trattava di un continuo esplorare la
conoscenza. Cooperazione, altruismo e interesse erano la ricetta segreta. Non era
importante chi fossi, quali difficoltà dovesse affrontare economicamente e socialmente la
tua famiglia, cosa che, ovviamente, era accentuata in un ambiente piccolo ed emarginato
come quello di Barbiana. Don Milani voleva far sì che TUTTI potessero accedere alla scuola,
senza distinzioni di alcun tipo. Questo dimostra la grande umanità di Don Milani, che aveva
anticipato la concezione, solo moderna, dell'importanza dell'istruzione, dell'importanza di
capillarizzare l'alfabetizzazione. Dunque tutto fa leva sull'uguaglianza dei ragazzi che
partecipavano alle pseudo-lezioni della scuola di Barbiana. I ragazzi più grandi che sapevano
più cose dei più piccoli, a volte potevano pure fare da insegnanti. Ciò dimostra la grande
interazione che ci doveva essere tra gli studenti. Oltre che ad una collettività però ci doveva
essere anche un'individualità, fondata sulla riflessione personale, la critica, la responsabilità.
Riassociando questi elementi alla mia vita da studentessa, posso testimoniare che capire
che la scuola debba essere fonte di conoscenza anche personale e non solo esterna; è
fondamentale, perché dimostra che lo studio non deve essere fine a se stesso, ma applicato
a situazioni quotidiane. Non si tratta di un meccanismo chiuso, senza finalità. Spesso non
siamo capaci di capirlo perché viviamo in una società in cui l'istruzione è già sottintesa, in
cui andare a scuola è qualcosa di scontato e diventa solo parte della nostra nauseante
routine; ma se per qualche secondo chiudessimo gli occhi e cercassimo di immedesimarci in
un bambino che è costretto a lavorare dalla mattina alla sera, che non ha la possibilità di
sfruttare le proprie capacità, che non può decidere per il proprio futuro, che non è libero,
riusciremmo a comprendere l'importanza dell'istruzione a 360°.
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