Risorse in rete e qualità dell'informazione Strategie didattiche per promuovere un'efficace ricerca, selezione e organizzazione di informazioni - Corso di formazione "Team 14" - Cigliano (VC) - 28/01-11/02/2016

PNSD 4.2: LE COMPETENZE DEGLI STUDENTI

La Buona Scuola parte dalla consapevolezza che i nostri studenti, proprio perchè immersi in una società tecnologicamente ricca e pervasa da media e tecnologie digitali, non possono essere lasciati soli. Serve accompagnarli nello sviluppo delle competenze che servono. La sfida formativa che abbiamo davanti è oggi relativa in primo luogo alla capacità di reperire, comprendere, descrivere, utilizzare, produrre informazione complessa e strutturata, tanto nell’ambito scientifico e tecnologico quanto in quello umanistico e sociale. (Azione #14 - Un Framework Comune Per Le Competenze Digitali Degli Studenti)

DIDATTICA E RISORSE IN RETE

Già dal 2001 la commissione per il riordino dei cicli suggeriva di strutturare il curricolo in modo tale da fornire a tutti gli studenti strumenti concettuali e abilità necessarie ad organizzare informazioni, dati e conoscenze.

In particolare la didattica del terzo millennio deve mirare a sviluppare la capacità di selezionare, nel campo infinito delle informazioni disponibili, quelle pertinenti e significative. Lo scopo è quello di accostare gli studenti ad un metodo per un accesso significativo alla conoscenza, utile non solo nel corso di eventuali studi successivi, ma anche per un costante aggiornamento professionale e di life-long learning.

REPERIRE RISORSE IN RETE: L'INFO-DETECTIVE

Con il neologismo "info-detective" si vuole indicare colui che sa raccogliere nel web informazioni in modo efficace ed efficiente, come un vero e proprio detective. Inoltre l'infotective deve saper rappresentare e rielaborare i dati trasformandoli in conoscenza utile a risolvere i problemi.

Parlando di "info-detective" ci si riferisce a:

  • DOCENTI: per i quali reperire risorse in rete è indispensabile avendo come obiettivo quello di portare in aula una didattica attiva e vitale.
  • STUDENTI: che, sotto la guida degli insegnanti, devono imparare a districarsi nel mondo complesso della rete e a scegliere le fonti più attendibili, selezionandole e finalizzandole allo scopo della loro ricerca.

STRUMENTI UTILI PER APPROFONDIRE

Tutto quello che vorremmo sapere dal manuale di Google. Molto dettagliato...forse troppo.

Si tratta di un utilissimo percorso didattico con tanto di esercizi passo passo indirizzato specificatamente agli studenti dell'ultimo anno di superiori, per la preparazione della "famigerata" tesina. Ma a mio parere è uno strumento utilissimo per i docenti e gli studenti dalle scuole medie in avanti.

Irrinunciabile catalogo delle principali risorse istituzionali in rete organizzato per categorie: Motori di ricerca, Istituzioni pubbliche italiane, Programmi, Manuali, Multimedia, Biblioteche, Editoria, Musei, Università, Scuola e Didattica, Discipline scolastiche. Ce n'è per tutti i gusti...

Un motore dedicato alla ricerca di file pdf. Semplice ma utilissimo

Sintesi per neofiti

Un po' più di approfondimento e qualche curiosità...

Dal sito ufficiale di Google una panoramica sulla società e sulla sua mission.

LABORATORIO DI RICERCA-AZIONE: Una proposta di ricerca esplorativa

La classe si organizza in gruppi da due docenti ciascuno, quanto più possibile omogenei per disciplina di insegnamento. A ciascun gruppo viene assegnato un argomento di ricerca che sia il più lontano possibile dalle competenze dei due componenti, scegliendo tra gli argomenti sotto definiti:

  1. Il Carnevale in Sicilia
  2. I giochi del passato
  3. La vita quotidiana dei bambini nella Roma antica
  4. Alla scoperta di Albenga romana
  5. Marcello Marchesi: chi era costui?
  6. La figura di Ulisse nella letteratura
  7. Una storia delle unità di misura
  8. Dalla geometria euclidea alle geometrie non euclidee
  9. I numeri primi sono veramente i primi numeri?
  10. I principali motori di ricerca per il Web
  11. I componenti di un Pc
  12. Apparecchiature per l'amplificazione

Verranno concesse circa due ore di tempo per svolgere i seguenti passaggi della ricerca-azione:

  • Raccolta della sitografia essenziale;
  • Sintesi dei contenuti di ciascun sito esaminato (su un software di videoscrittura);
  • Creazione di una presentazione schematica, in almeno 5 slide, per mezzo di un software di presentazione
  • Creazione di una slide conclusiva in cui si mettono in evidenza le difficoltà incontrate durante lo svolgimento del lavoro o che, presumibilmente, uno studente avrebbe potuto incontrare durante un lavoro analogo.

A conclusione del lavoro di ricerca-azione ciascun gruppo, in max 10 minuti, relazionerà sul lavoro svolto.

Approfondiamo: il WEBQUEST

Cos'è il Webquest? Quando nasce come pratica didattica?

Bernie Dodge, l'inventore del WebQuest (1995)

Bernie Dodge illustra per la prima volta la metodologia del Webquest nell'articolo del 1995 dal titolo "Some Thoughts About WebQuests".

In quest'articolo egli parte dalla considerazione che ormai Internet sta ampiamente prendendo piede nelle scuole americane, senza tuttavia che esista un'idea sufficientemente precisa, e comunque adeguatamente fondata su base pedagogica, di come servirsene per arricchire le attività di insegnamento.

Un Webquest ha come obiettivo quello di rendere efficace il tempo speso dagli allievi nella loro attività di navigazione in internet. La rete può infatti essere dispersiva quando non venga utilizzata avendo chiari gli scopi per i quali ci si rivolge alle informazioni in essa depositata.

Il Webquest ha lo scopo di integrare le nuove tecnologie all'insegnamento, creando un ambiente di apprendimento sufficientemente semplice. Secondo la definizione di Dodge, un webquest è un'attività da svolgersi in internet, basata sul problem solving. Le informazioni (in tutto o in parte) di cui necessitano gli studenti sono delle risorse selezionate del cyberspazio.

Bernie Dodge distingue due modalità di utilizzo della metodologia del webquest in classe: una dà luogo a dei webquest di breve durata, l'altra ad attività più strutturate che coprono periodi più lunghi di tempo. Un webquest di breve durata, coprendo l'arco di due-tre lezioni, prevede soprattutto l'acquisizione di dati conoscitivi e una loro rielaborazione in un testo di sintesi, in una mappa concettuale, in un diagramma di flusso.

Un webquest a lungo termine, invece, coinvolge capacità di pensiero più sofisticate. Nel webquest a lungo periodo si può pensare di indurre lo studente ad analizzare approfonditamente un qualche corpus conoscitivo, di elaborarlo per dimostrare una comprensione autentica del materiale, producendo un prodotto che, sottoposto, al giudizio sociale possa essere giudicato accettabile.

Descrivendo la struttura fondamente di un webquest, Dodge propone il seguente schema:

1. Introduzione: fornisce le informazioni di base

2. Compito: descrive quale compito debba svolgersi;

3. Risorse: individua le risorse occorrenti per portare a termine efficacemente il compito assegnato. Delle risorse fanno parte tanto le risorse elettroniche, sia quelle predisposte ad hoc dal docente ed inserite in apposito sito, sia quelle liberamente fruibili nella rete, precedentemente visitate e recensite dal docente, quanto altro tipo di risorse, come i libri reperibili nella biblioteca della scuola o in altra biblioteca pubblica o privata, indirizzi e-mail o numeri telefonici di esperti a cui potersi rivolgere per ricevere risposta a quesiti utili alla soluzione del compito assegnato;

4. Processo: una descrizione del processo che gli studenti debbono mettere in atto nella effettuazione del compito;

5. Suggerimenti: si tratta di consigli che vengono offerti dal docente allo scopo di aiutare gli studenti ad organizzare le informazioni acqusite. I suggerimenti possono darsi sotto forma di domande a risposta più o meno giudata, consistere in griglie organizzative, in mappe concettuali, in schemi causa-effetto, ecc.

6. Criteri di valutazione: è lo spazio in cui si spiegano quali saranno gli obiettivi da raggiungere in quanto a conoscenze, abilità e competenze e con quali indicatori e punteggi verranno valutate;

7. Conclusione: è il momento che ricorda agli studenti cosa hanno imparato e li consiglia su come successivamente ampliare l'esperienza per acquisire ulteriore conoscenza.

Un webquest funziona meglio come attività di gruppo in cui si assegni un ruolo oltre che un compito (del tipo: siete dei detective, siete un funzionario di un'agenzia governativa...). Il ruolo potrebbe essere accompagnato da un piano d'azione (del tipo: siete stati incaricati di ritrovare..., dovete man mano che acquisite le vostre informazioni informare i vostri superiori utilizzando la posta elettroncia...). Sotto questo profilo i webquest possono configurarsi in una molteplicità di modi:

  • possono assumere l'aspetto di data-base organizzati dagli allievi;
  • possono configurarsi come dei veri e propri "micromondi", attraversabili dagli utenti alla stregua di veri e propri spazi fisici;
  • possono proporre una storia o un'inchiesta interattiva;
  • possono darsi nella forma di un blog che analizzi una situazione controversa, sollecitando gli utenti ad aggiungere le loro considerazioni ove non si trovino d'accordo con le tesi sostenute nel documento stesso;
  • possono, ancora, proporre delle interviste immaginarie a personaggi reali o immaginari, dopo aver acquisito una molteplicità di informazioni, sí da rendere l'intervista stessa verosimile

Se poi, infine, si propone di pubblicare i webquest in rete si conseguono alcuni scopi fondamentali: innanzitutto si inducono gli allievi a porre la loro attenzione su un'operazione di digitalizzazione pubblica, capace di indurre effetti di certo interessanti, verificabili attraverso il feedback che può aversi da parte degli utenti delle proprie pagine web; secondariamente si propongono dei modelli che altre classi, anche geograficamente distanti, potrebbero assumere a riferimento della loro attività.

Una proposta di Marco Guastavigna: un webquest per spiegare il webquest

Created By
Cinzia Ordine
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