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I segreti della monaca di Monza Prof.ssa TERRIBILE

Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un’impressione di bellezza, ma d’una bellezza sbattuta, sfiorita e, direi quasi, scomposta. Un velo nero, sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa, cadeva dalle due parti, discosto alquanto dal viso; sotto il velo, una bianchissima benda di lino cingeva, fino al mezzo, una fronte di diversa, ma non d’inferiore bianchezza; un’altra benda a pieghe circondava il viso, e terminava sotto il mento in un soggolo, che si stendeva alquanto sul petto, a coprire lo scollo d’un nero saio.
Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato e reso mancante da una lenta estenuazione. Le labbra, quantunque appena tinte d’un roseo sbiadito, pure, spiccavano in quel pallore: i loro moti erano, come quelli degli occhi, subitanei, vivi, pieni d’espressione e di mistero. La grandezza ben formata della persona scompariva in un certo abbandono del portamento, o compariva sfigurata in certe mosse repentine, irregolari e troppo risolute per una donna, non che per una monaca. Nel vestire stesso c’era qua e là qualcosa di studiato o di negletto, che annunziava una monaca singolare: la vita era attillata con una certa cura secolaresca, e dalla benda usciva sur una tempia una ciocchettina di neri capelli; cosa che dimostrava o dimenticanza o disprezzo della regola che prescriveva di tenerli sempre corti, da quando erano stati tagliati, nella cerimonia solenne del vestimento.

I - L’infanzia e l’educazione di Gertrude

Ultima figlia di un principe milanese, Gertrude era destinata an-cor prima di nascere alla vita religiosa. Tutta l’educazione fami-liare (perfino i giocattoli) era rivolta a inculcarle la necessità di farsi monaca.

II - I richiami del padre

Il principe era il più persuasivo: anche se non diceva mai esplicitamente alla figlia che non aveva scelta, tuttavia spesso la richiamava a comportamenti più adatti alla vita nel monastero, dove avrebbe primeggiato.
III - La “signorina” in convento e i sogni dell’adolescenza
Accolta in convento a sei anni, riverita per forza o per pietà dalle monache, Gertrude a poco a poco, attraverso le chiac-chiere delle altre educande sul loro futuro mondano, si convin-se che la vita monacale non faceva per lei. Nessuno poteva co-stringerla a prendere il velo.

IV - La lettera al vicario

Per legge si diventava monaca soltanto attraverso una supplica al vicario. Convinta a scrivere la richiesta da alcune monache complici del padre, Gertrude si pentì immediatamente di averla firmata.
L’anno dopo, giunse per Gertrude il mese da trascorrere in famiglia, come previsto dalla legge per sottoporsi all’esame per accertare la sincerità della vocazione religiosa. Su suggerimento di una confidente e aiutata da alcune educande, Gertrude scrisse allora una lettera al padre per informarlo della sua volontà di non farsi monaca. Aspettò una risposta che non arrivò, ma capì ugualmente che le sue nuove intenzioni non erano state ben accolte dal padre.

VI – L’isolamento di Gertrude nella casa paterna

Durante il viaggio in carrozza che l’avrebbe riportata alla casa paterna, felice di rivedere il mondo esterno dopo otto anni di convento, Gertrude si ripromise di non retrocedere dalle sue decisioni. I famiglia però trovò una cattiva accoglienza: nessuno le parlava e tutti erano bruschi con lei mentre tra loro erano in gran confidenza. In pochi giorni il suo isolamento fu totale. Nonostante il suo desiderio di affetto, era risoluta nelle sue in-tenzioni di resistere al ricatto familiare.

VII – Batticuore… Gertrude e il paggio

La solitudine condusse Gertrude ad avvicinarsi a un paggio, l’unico che le prestasse attenzione. Un biglietto che gli stava scrivendo le fu sequestrato da una cameriera e consegnato al principe, che cacciò via il paggio e fece sentire la figlia colpevole, meritevole di castighi spaventosi.

VIII – La prigionia di Gertrude nella casa paterna

Dopo cinque lunghi giorni di isolamento nella sua camera con la sola compagnia dell’odiosa cameriera, Gertrude scrisse al padre una lettera di perdono. L’avevano convinta i sentimenti al-terni di vergogna e di paura per le conseguenze del suo biglietto, tanto che il monastero le sembrava quasi un rifugio.

Vi son de’ momenti in cui l’animo, particolarmente de’ gio-vani, è […]

come

un fiore appena sbocciato, s’abbandona mollemente sul suo fragile stelo […].

Il padre (astuto e interessato, incapace di “timido rispetto”) scruta la figlia (in quel momento emotivamente fragile, paragonata perciò a un bocciolo abbandonato sul suo stelo) e coglie al volo la sua debolezza per assoggettare la sua volontà (che non sta in guardia), ossia per farle accettare il convento a vita.

IX – Una resa non voluta

Accolta dal padre, Gertrude si gettò ai suoi piedi implorandone il perdono. Il principe, in malafede, ne approfittò per strapparle ancora una volta il consenso («Ah sì») a prendere il velo monacale e convocò il resto della famiglia per comunicare la buona novella. Gertrude non riusciva a darsi pace, ma preferì non compromettere quella bontà tanto desiderata.

In questa scena l’“astuzia interessata” del principe/padre raggiunge spietatamente il suo scopo. Lo stesso autore interviene direttamente a commentare:

«(non ci regge il cuore di dargli in questo momento il titolo di padre)»

X – Benvenuta!

Festeggiata dalla madre e dal principino, Gertrude fu accolta di nuovo come una di famiglia, prima di tornare il monastero.

Scrittura creativa

1. Gertrude, vittima di una prepotenza e in condizione di disagio, decide di scrivere delle lettere.

SCEGLI TRA:

• lettera privata al padre, tenendo conto dei rapporti molto distaccati e formali tra i due

• lettera formale indirizzata al vicario

• messaggini via whatsApp o e-mail indirizzati al paggio

2. scrivi, per una rivista di gossip on-line, un articolo che riporta diverse interviste alle consorelle del convento di Monza e ad un tal Egidio; alcune voci parlano di una Signora affezionata alla ragazza, altre indugiano in pettegolezzi e commenti malevoli.

Partendo dal titolo sotto riportato, scrivi l’articolo e fallo seguire da una serie di post di commento.

Sopruso nel convento di Monza.

SUOR GERTRUDE È LA PRINCIPALE SOSPETTATA.

Agnese disperata “ Liberate mia figlia! Lasciate in pace la povera gente”.

Credits:

Creato con immagini di Álvaro Serrano - "Fountain pen on stationery" • Andrew Buchanan - "Vintage Document - Distressed" • Thomas Tucker - "untitled image" • Erzsébet Vehofsics - "untitled image" • Jon Tyson - "untitled image" • Nathan Dumlao - "untitled image"