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Il neonato: come facilitare il suo corretto sviluppo motorio attraverso un corretto posizionamento

I mammiferi appena nati sono pronti a muoversi autonomamente o quasi, tutti tranne il piccolo di uomo il quale è incapace di muoversi e di reagire, tranne che per qualche riflesso di sopravvivenza come ad esempio il riflesso di Moro. Già da piccoli i bambini hanno bisogno di sentirsi non solo protetti ma anche liberi di fare le loro esperienze; è da queste, infatti, che otterranno il miglior insegnamento ed è in queste che troveranno le migliori opportunità di crescita.

Dopo nove mesi in quella “sacca”, protetto e coccolato dalla mamma, il bambino sentendosi costretto, ormai è completo e cresciuto tanto, ha un corpicino da piccolo uomo, è stanco di rimanere in quello spazio che si riduce sempre più. Si ribella, vuol liberarsi, concentra tutte le sue forze, un bel giorno parte per uscire all’aria aperta, nel mondo, per affrontare la vita. Spinge e si muove, attraversa uno stretto passaggio aiutato dai muscoli della mamma, ed ecco finalmente il tanto atteso mondo, lo spazio aperto, il luogo della vita e del movimento…

Il bambino venuto al mondo, passerà nel suo sviluppo motorio da una fase di prelocomozione (0-6 mesi ) ad una fase di locomozione vera e propria che lo accompagnerà per tutta la sua vita, esso ha una serie di pool muscolari che nell’arco del suo sviluppo si organizzeranno in famiglie muscolari funzionali. L’organizzazione funzionale di queste strutture muscolari, secondo il metodo GDS (Godelieve Denys-Struyf) ha una connotazione psico-fisica, esse organizzate in una determinata maniera donano caratteristiche comportamentali e morfologiche differenti. Questa organizzazione di muscoli non è casuale, ma segue uno specifico progetto universale, comune a tutti gli esseri umani presenti in ogni latitudine e longitudine del pianeta. Secondo GDS noi tutti abbiamo bisogno di tutte e 5 pool funzionali per esistere, 3 per stare in piedi e 2 per relazionarci, aggiungo inoltre che non bisogna dimenticare che il primo linguaggio è corporeo. Il bambino che viene al mondo è un “vuoto” di tutto ma ha un potenziale di tutte le strutture muscolari, il bambino imparerà mimando, questo è un aspetto importante nella metodica GDS, il bambino va lasciato di esprimere quello che è presente a livello potenziale, libero di installare le proprie strutture seguendo il suo ritmo, senza accelerarlo, altrimenti i gruppi muscolari potrebbero mal strutturarsi dando conseguenze bio-meccaniche in futuro. Tale organizzazione segue dei tempi e una sequenza ben precisa che la Struyf rappresenta con una sinusoide, chiamata “Onda di crescita” L’onda di crescita GDS è una rappresentazione dell’avanzare del tempo, in tale onda è rappresentato un avanzare temporale con dei ritorni e delle ripartenze.

Per tutta la vita dell'essere umano, questo processo di strutturazione psico-comportamentale continuerà, perché l'onda di crescita sarà seguita da molte altre onde, per rafforzare o ricostruire negli adolescenti e negli adulti alcune tappe di sviluppo poco presenti, scarsamente assimilate o in sospeso.

In questo articolo si prende in esame il punto “0” il punto di partenza dal quale poi avrà inizio tutta l’organizzazione biomeccanica e psico-comportamentale dell’individuo.

Il gruppo muscolare funzionale AM (Antero-Mediana) che è la prima successione anatomico funzionale che deve istallarsi, le “radici” appunto essenziali per avere la “forza” per andare avanti.

Essa determina la Struttura affettiva, e la funzione riproduttiva, rappresenta la terra, e in Medicina Tradizionale Cinese lo stomaco, milza e pancreas, l'archetipo è la Madre.

A livello del cranio si nota una espressione importante del settore posteriore, e per ciò che riguarda torace ed addome interessa tutto il settore anteriore.

La definizione di questa struttura è come l’immagine del bimbo in posizione fetale e rappresenta come uno stato di ritorno su di sé, verso l’ego, la vita vegetativa e le sensazioni.

La famiglia muscolare funzionale che prenderemo in esame in questo articolo è appunto la AM che da una forma arrotolata che da una serie di vantaggi, dal un punto di vista biomeccanico, questa posizione permetterà di collocare D8 (T8) in apice di cifosi dorsale, attorno alla quale si organizzeranno successivamente le lordosi cervicale e lombare.

Il bambino nell’utero è in AM, in posizione fetale, nel primo periodo di vita extrauterina, deve vivere in un contesto che deve nutrire la sua AM, la prima pietra da mettere per la costruzione è l’AM : si deve mettere il bambino in un ambiente AM cioè posizionarlo in una condizione di massima ricezione dei sensi questo gli permetterà di captare tutto;

Premesso che nel bambino tutti i muscoli sono presenti ma non connessi, presenti ma non organizzati in famiglie, c’è da dire che sarà il movimento e la psicomotricità che permetterà la connessione. Questa connessione dovrà avvenire in un ordine ben preciso, qualsiasi sia la tipologia di partenza del bambino, qualsiasi sia il suo potenziale.

Qualunque sia il potenziale di partenza è importante che si installi l’AM come primo gruppo.

In utero il bambino è in AM e in qualunque modo avvenga il parto è indispensabile rimettere il bambino in AM dopo la nascita, perché questo bambino di fatto è un essere fragile che ha perso il “guscio” protettivo della mamma, fragile con un qualsiasi potenziale.

Dopo la nascita, è importante che il bambino possa ritrovare questa posizione di sicurezza e di ancoraggio, per poter vivere in un corpo compatto ed unito. Il vissuto corporeo suggerito da questa posizione del corpo permetterà al bambino di sentirsi sostenuto e contenuto in un corpo dove gli arti sono raccolti, in un corpo unito e completo. Questa posizione di accudimento assieme allo sguardo dell'adulto che lo accompagna donerà al bambino la sensazione di esistere in un corpo che è il suo. Per lui, è il primo passo verso la differenziazione del corpo di sua madre. Primi e principali compagni di questa avventura sono la mamma e il papà che, sostenuti da familiari e amici più vicini, hanno l’importante compito di aiutare il piccolo a crescere e relazionarsi con il mondo.

Per questo è bene dirigere buoni consigli ai genitori pur sapendo che non c’è educatore, medico, né terapista più adatto di un genitore consapevole per accompagnare e stimolare al meglio lo sviluppo delle potenzialità di questa nuova creatura che crescerà per anni al loro fianco, seguendo il loro esempio e la loro guida. La facilitazione dell’installazione di questi pool funzionali non è da intendere come una anticipazione del corso della natura e del suo bagaglio motorio, ma piuttosto come una opportunità per aiutare il piccolo in questo percorso rispettando tempi e le modalità di sviluppo.

I genitori devono sempre ricordare:

“…ora mi trovo davanti una persona come me, dotata di una sua libertà, che deve essere stimolata con molto amore in vista dell’autonomia; una persona che si trova a suo agio qualora venga aiutata a compiere movimenti e ad assumere posizioni naturali.”

Il neonato nella fase di prelocomozione ha delle “posture” obbligate e obbligatorie che sono quelle dovute all’età: orizzontale, supina, prona, laterale. Per questo consigliamo ai genitori di lasciare il bambino, fin dai primi giorni di vita, il più libero possibile da costrizioni quali vestitini stretti o ingombranti, da scarpe, sia da ogni tipo di struttura costrittiva come sdraietta, dondolo, ovetto o altro, che potranno essere usati con parsimonia come un “salvagente” per liberare il genitore libero di assolvere le proprie attività.

Ecco di seguito alcuni consigli base utili per permettere a ciascun bambino di sviluppare le proprie potenzialità motorie in totale autonomia:

- Come e dove posizionare il bambino

In casa non certo sempre nell’ovetto o nella sdraietta, nel seggiolone o nel box, che devono essere usati per brevi periodi come “emergenza”. Nei primi tre mesi le braccia della mamma o la fascia costituiscono il posto e la posizione migliore per il piccolo, è infatti molto importante mantenere la posizione a “C” della cifosi totale con la quale nasciamo (fig. 1). In seguito, dopo il terzo mese si può stendere a terra un tappeto di gomma piuma o una coperta doppia e soffice e lasciare il bambino sdraiato e libero (fig.2) L’utilizzo del tappeto serve anche delimitare visivamente lo spazio che andrà via via ampliandosi man mano che il bambino acquisterà fiducia e capacita di movimento.

Fig. 1, Fig. 2

Finché non è in grado di farlo autonomamente il bambino va posizionato in tutte le posizioni: sul fianco, pancia sotto, pancia sopra, possibilmente cambiando sempre il suo orientamento rispetto ai punti cardinali per stimolare il suo orientamento spaziale. Da questa posizione orizzontale imparerà pian piano ad assumere tutte posizioni possibili a lui funzionali. Nell’arco della giornata, sempre dopo il terzo mese, ad ogni riposino, è opportuno cambiare sempre la posizione in cui dorme, prono, a 45° su un fianco, supino, a 45° sull’altro fianco e così via, questo soprattutto per evitare plagiocefalie ovvero deformazioni del cranio, il quale nel primissimo periodo di vita è molto delicato e malleabile.

- Come muovere il bambino

E’ importante tener presente che non si ha tra le mani una bambola, ma un essere umano che ha già in sé dei modi obbligatori di muoversi ed esigenze proprie nell’essere mosso. Il primo schema di movimento che andrà acquisendo il bambino a partire dalla nascita è il rotolare, base del movimento del neonato. Nelle varie azioni quotidiane, il bimbo va quindi fatto sempre rotolare. Per prenderlo in braccio non deve essere sollevato come avviene normalmente, ma va fatto rotolare a pancia in giù sulla propria mano, come spiegato nelle seguenti immagini. In ogni spostamento è inoltre importante che il bambino guardi sempre verso il basso, verso terra: in questo modo il capo non penzola in dietro ma in avanti ed il piccolo si abitua ad avere come riferimento il terreno, il pavimento, non il soffitto, proprio come un adulto che quando cammina e si muove tiene come punto di riferimento il terreno.

Prendere in braccio: con le due mani si avvolgono i fianchi e l’addome del bambino. Per dargli la necessaria sicurezza posturale è necessario che i palmi delle mani dell’adulto siano appoggiati sull’addome del bambino (fig. 3);

Si alza il fianco, accompagnando il movimento di rotolamento, finché il piccolo sarà completamente ruotato e si troverà sulla mano dell’adulto (fig.4);

E’ importante che durante tutta la manovra la pancia sia sempre rivolta verso il basso (fig 5).

In seguito lo si porta al petto facendo attenzione al capo che deve flettersi in avanti.

Fig. 3, Fig. 4, Fig. 5

Riadagiare il bambino:

Si può posizionare il bambino facendolo ruotare dalla mano alla superficie d’appoggio, tramite una prono-supinazione dell’avambraccio; oppure laddove non fosse possibile per mancanza di spazio come per esempio nel posizionarlo nella culletta o navicella, è importante poggiare prima il sederino e poi la testa, seguendo l’asse corporeo longitudinale (fig. 6)

Fig. 6

Queste manovre possono essere effettuate nel quotidiano come per il cambio del pannolino, vestire e svestire il piccolo. Infatti, tali manovre diventeranno molto più utili se il bambino non verrà mai sollevato, ma ruotato a destra e sinistra, sfilandogli man mano, ad ogni rotazione, i vestiti. In questo modo si stimoleranno le basi di quella che in GDS viene chiamata “Triade dinamica” AL-AP-PL , che è alla base della costruzione del movimento.

Autore: Alessandro CialdellaOsteopata D.O. Posturologo Biomeccanicista Comportamentale

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