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Piatsaw Un diario sulla Resistenza dei Popoli OriginaRi dell’Alta Amazzonia.

Il progetto racconta le diverse metodologie di resistenza attuate dai popoli nativi dell’Amazzonia ecuadoriana minacciati dalle continue concessioni per attività estrattive a imprese straniere. La politica estrattiva non solamente distruggerebbe la Amazzonia, ma farebbe perdere ai nativi amazzonici il loro territorio assieme alla loro identità e le loro tradizioni. Nel territorio Shuar e Achuar c’è presenza di rame e oro, mentre più a nord, nella Provincia di Pastaza e Orellana, dove vivono indios Sápara e Kichwa, la minaccia è per l’estrazione di greggio. Il concetto della identità del territorio e il suo controllo; la conservazione della razza e della tradizione indigena; la Guerra dell’Alto Cenepa del 1995 che li divise tra ecuadoriani e peruviani; il trionfo di Sarayaku con la denuncia contro il Governo d’Ecuador; l’attacco a Nankints e il conseguente sfollamento da parte delle autorità nella Comunità di Tsumtsuim, sono i temi centrali che costruiscono questo diario sulla resistenza di quello che rimane dei popoli amazzonici dell’Ecuador.

Piatsaw* Il primo Uomo della mitologia Sápara che profetizzò la fine della Cultura del suo popolo.

: Donna Sàpara (o Zàpara) sbircia all’interno di un aeroplano mono-motore a tre posti atterrato alla Comunità Morete, nell’Amazzonia ecuadoriana. Questo territorio, lontano dalla civilizzazione e circondato da migliaia di ettari di foresta vergine, è raggiungibile solo per via aerea. Non ci sono vie d’accesso, né terrestri, né fluviali adatte alla navigazione e a piedi si impegnerebbero circa sei giorni di cammino nel fango. L’assenza di accessi terrestri è vista come una benedizione per gli Indios, che mantengono il controllo sull’accesso d’intrusi nel territorio e preserva la foresta Amazzonica (dalla deforestazione necessaria per l’opera edilizia). L’arrivo di un aeroplano è sempre vissuto come un evento speciale, dove quasi tutta la Comunità attende l’arrivo, essendo l’unico ponte di contatto con il “mondo delle città”. Comunità Morete, Provincia di Pastaza, Amazzonia ecuadoriana.
La casa della Signora Rosario Ware di 108 anni, nella località di Wamutey a Tundayme, nella Provincia di Zamora-Chinchipe, sud-est ecuadoriano. La sua proprietà si trova dentro la zona del “Progetto Mirador”, concesso all’ impresa cinese Ecuacorriente S.A. . La Signora Rosario nel giro di pochi anni è stata sfollata con la forza per ben 3 volte delle autorità o da incaricati dell’Impresa straniera. La concessione mineraria è per il valore di 4738 milioni di libbre di rame.

Gloria assieme a suo figlio, osserva dalla sua casa la valle che si estende a occidente della Comunità Shuar di Tsumtsuim. Dopo essere stati sfollati violentemente dalla Comunità di Nankints nell'agosto 2016, dalle Autorità ecuadoriane, circa trenta uomini, principalmente di Tsumtsuim, ripresero il controllo del loro territorio attaccando l'accampamento dei minatori, tre mesi dopo essere stati sfollati. Lo scontro a fuoco con i Militari durò due giorni. Poi dovettero retrocedere. Il 14 dicembre 2016 si dichiara lo Stato Marziale in tutta la regione di Morona-Santiago. Tsumtsuim fu attaccata da centinaia di Militari che si avvicinarono sparando contro il villaggio. Ventisei famiglie, che compongono la Comunità, dovettero scappare abbandonando le proprie case e addentrarsi nella foresta al calare della notte.

Ad oggi, il Governo ecuadoriano ha dato 41.700 ettari di foresta Amazzonica, in concessione a Imprese straniere per progetti minerari a grande scala.

Francisco Chumbía gioca con sua figlia il 4 febbraio del 2015 a Chichis, Cantone Tiwintza, nella Provincia di Morona-Santiago. È un ex soldato Shuar che fu in servizio attivo durante dieci anni nella divisione d’intelligenza ecuadoriana e partecipò al conflitto dell’Alto Cenepa del 1995. Francisco calpestò una mina anti-uomo seminata dal suo stesso esercito troppo vicino alla posizione che occupava. Migliaia di mine furono seminate nella regione della Cordigliera del Condor nella Provincia di Morona-Santiago e Zamora-Chinchipe. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, ci furono centoventi vittime per mine antiuomo in Ecuador tra il 1995 e il 1999.
Javier Ushigua, vent’anni, della Comunità di Yaku Runa in Provincia di Pastaza. I suoi lineamenti sono il risultato della mescolanza dei geni di differenti Nazionalità indigene dell’Amazzonia. Sua nonna, della Nazionalità Shuar si sposò con un uomo Achuar e sua madre con un uomo Sápara. In Javier esistono i geni di tre delle quattro Nazionalità indigene che convivono nella stessa Comunità, dove lui è il Presidente eletto. Yaku Runa è una Comunità “interculturale” di non più di trenta persone e di quattro diverse etnie: Kichwa, Sáparas, Shuar e Achuar. Possiede trecento ettari di territorio, dei quali venticinque furono mantenuti come foresta vergine. Pur essendo a soli venti chilometri dalla cittadina di Puyo, non vollero il servizio elettrico e l’ultimo palo della luce fu posto a pochi metri dall’entrata della Comunità. La visione di Javier è chiara e determinata al bene della Comunità e la preservazione delle tradizioni amazzoniche. Nell’attualità la Nazionalità Sápara conta 574 individui che continuano la resistenza contro l’estrazione petrolifera e controllano l'entrata, degli sconosciuti, nel loro territorio ancestrale.
Una famiglia della Comunità di Sarayaku ritorna in canoa, dopo una “Minga”. La “Minga” è l’atto più solidale di una società comunitaria, tradizione delle diverse etnie amazzoniche. È il lavoro comunitario dove tutti partecipano per aiutarsi a vicenda. In cambio, i partecipanti, riceveranno il pranzo e “Chicha” (una bevanda di manioca fermentata con la saliva delle donne di casa). In quest’occasione, una giovane coppia ricevette, con lo sforzo di tutti, il materiale necessario per costruire il tetto di “paja” per la loro nuova casa. Rio Bobonaza, Comunità del Pueblo Originario di Sarayaku.
Carico di alimenti donati agli abitanti della Comunità di Tsumtsuim nel tragitto per raggiungerla. I Militari che, dopo aver attaccato con armi da fuoco i membri della Comunità nel dicembre 2016, occuparono per circa tre mesi le loro case. Al loro ritorno, le famiglie di Tsumtsuim trovarono le loro proprietà saccheggiate. I Militari rubarono, dalle vecchie pentole, agli attrezzi per il lavorare, ultimarono i prodotti dei loro orti e mangiarono tutto il pollame. Fu necessario poco più di un anno per ristabilire il ciclo produttivo dei loro alimenti e tornare alla loro indipendenza.
Una canoa viaggia sul fiume Bobonaza, all’altezza della comunità di Sarayaku. Il Bobonaza è l’unico accesso alla zona. Il viaggio per arrrivare fin qua è difficile, con circa 50 chilometri di sentiero da Puyo doce possono circolare solo con fuoristrada e circa cuatro ore di navigazione via fiume in canoa quando il fiume lo permette. Il Popolo Originario di Sarayaku sempre si oppose alla costruzione di vie terrestri per evitare deforestazione e mantenere il controllo di chi si avvicini, intrusi indesiderati come gli incaricati delle imprese petrolifere e militari. Provincia di Pastaza.
(a sinistra) “Testa” dell’Ex Presidente ecuadoriano Rafael Correa in ciò che resta da un poster elettorale all’interno di una casa Shuar, nella Comunità di Paandin, Cantone Macuma. Gli Shuar sono comunemente conosciuti per la loro pratica ancestrale (ora “ufficialmente” non più praticata) di tagliare e ridurre le teste dei loro nemici come rispetto e auto-protezione dallo Spirito del defunto che resterebbe in essa. (a destra) L’Anziana Mukutsawa che gesticola il suo macete. È la Presidente della Comunità di Llanchama Cocha nel territorio Sápara. Tutte le decisioni della Comunità vengono prese secondo il suo volere. È una dei componenti della Comunità che sempre porta con sé un macete e un “Motorola” per comunicare con tutto il territorio, che i Sápara mantengono strettamente controllato per preservare la foresta vergine, considerandosi i Guardiani degli Spiriti che vivono in essa. Nessuno sconosciuto è benvenuto nel loro territorio, per paura che con l’inganno, entrino incaricati della Impresa petrolifera o gente del Governo che vogliano estrarre il greggio o deforestare il loro Sacro territorio. Comunità di Llancama Cocha, Provincia di Pastaza.
Inalazione di estratto di tabacco. Sono le tre del mattino e la Comunità di Yaku Runa è sveglia per la tradizionale ingestione di “Guayusa” (infusione) per provocare il vomito e così lavarsi l’organismo da possibili infezioni o batteri. Oggi c’è, per chi lo desideri, la possibilità di inalare l'estratto di foglie di tabacco, dalle mani dell’Anziano della Comunità. Il succo di tabacco inalato serve per aumentare la propria forza per spiegare i sogni della notte e per poter ricevere insegnamenti e forza e come sapere di cosa occuparsi o da cosa difendersi nel giorno seguente.
Larve in vendita nel mercato alimentare Binazionale Ecuador/Perù, sul fiume Santiago. Località di Soldado Monge, Amazzonia ecuadoriana. Le due guerre, quella del 1941 e del 1995, sempre per motivi di demarcazione territoriale tra i due paesi, divisero la etnia Shuar tra ecuadoriani e peruviani. Mai fu accettata la frontiera per i popoli locali, che in un giorno come questo stringe relazioni commerciali con le Comunità dall’altro lato della frontiera.
(a sinistra) Giovane indigeno, ereditario di tre geni diversi appartenenti a tre etnie indigene amazzoniche, con vestiti moderni. Comunità multiculturale di Yaku Runa. (a destra) Difensore del territorio e dell’Amazzonia della Comunità di Tsumtsuim. Ad oggi, gli uomini di Tsumtsuim sono sotto l’ordine di cattura, proclamato dall’ex Presidente Correa e quindi con l’impossibilità di uscite dalla Comunità per il rischio di essere arrestati.
La lancia di “Chonta” (arma tradizionale Shuar), “serve nella guerra come nella caccia”. Si usa per uccidere sia l’uomo, sia un animale. Comunità Shuar di Buena Esperanza. Provincia di Morona-Santiago.
Il neonato di Luisa e Hilario piange nella sua amaca nella Comunità di Llanchama Cocha. Al suo lato, gli oggetti che Luisa normalmente porta con sé quando si allontana da casa, una radio Motorola e il suo machete.
Elicottero dell’Esercito ecuadoriano decolla da un campo sportivo della scuola elementare nella Parrocchia di San Juan Bosco il 24 novembre 2016. Secondo notizie ufficiali della Commissione Nazionale Indigena dell’Ecuador (CONAIE), l’Esercito ecuadoriano partecipò a un’operazione repressiva appoggiando gli interessi dell’impresa Exca China che iniziava attività di estrazione nella zona di Nankints.
(da sinistra a destra) (a sinistra) Pozzo petrolifero nella Provincia di Sucumbío. Nel 1964 l’Impresa petroliera Texaco (oggi Chevron) arrivò in Ecuador con concessioni per 1.5 milioni di ettari di foresta amazzonica per l’estrazione di petrolio nella Provincia di Sucumbío e Orellana. Solo, nel periodo, dal 1972 al 1992 l’Impresa estrasse 1.5 milioni di barili di greggio e dove intenzionalmente riversò nella regione, principalmente nei fiumi, 19.000 milioni di barili di scarti petroliferi. Fu considerato per ONG’s ecologiste, il disastro ambientale legato al petrolio, più grave di tutti i tempi. Per l’Impresa Texaco, nella zona dove operava, non vi era presenza d’insediamenti umani, squalificando totalmente la presenza indigena della zona. (a destra) La Signora Rosa, assieme a suo marito, fondò circa cinquant’anni fa la Comunità di Tsumtsuim. Anche loro dovettero scappare e nascondersi nella giungla a causa dell’attacco dei Militari alla Comunità.
Giochi di lotta tra i bambini di Llanchama Cocha dopo un bagno al fiume Conambo.
Vista aerea della cittadella di Shell, in Provincia di Pastaza. Questo cittadina adottò il nome Shell per la prima Impresa petrolifera statunitense che sbarcò in Ecuador nel 1937 e dove lì iniziò ad estrarre l’oro nero. Prima dell’arrivo dell’Impresa, per gli indios il posto era conosciuto per la presenza di cinghiali. Oggi è una dei Municipi più grandi di Pastaza con 8.000 abitanti e l’Aeroporto “Rio Amazonas” che conta dodici aerolinee per aeroplani, con scali in tutta la Amazonia ecuadoriana.
Vista aerea di una zona deforestata nell’Amazzonia in territorio Sápara.
Uomo di guardia nella Comunità di TsumTsuim, Provincia di Morona-Santiago.
Vista del fiume Coangos una delle zone del conflitto del 1995. Durante la guerra dell’Alto Cenepa, gli abitanti nei pressi di Coangos dovettero essere evacuati verso la riva nord del fiume Santiago. Coangos, Provincia di Morona Santiago.
Andrès Wisum, ex soldato Arutam della Comunità Shuar di Buena Esperanza, Provincia di Morona-Santiago. Gli Arutam furono un gruppo di soldati d’élite e commando di indios che risposero alla chiamata alle armi e accompagnarono agli inesperti militari ecuadoriani negli sconosciuti territori amazzonici durante il conflitto armato dell’Alto Cenepa. Alcuni di essi furono decorati con la medaglia d’Onore come Eroi Nazionali. La Guerra dell’Alto Cenepa fu un conflitto successo tra le forze armate ecuadoriane e peruviane tra il 26 di gennaio e il 28 febbraio del 1995, scaturita per la mancanza di demarcazioni di 78 chilometri di confini tra Ecuador e Peru in piena giungla amazzonica. Divisi con il Protocollo di Rio de Janeiro, tra ecuadoriani e peruviani, gli indios Shuar furono in prima linea nella guerra per la difesa del loro territorio. Oltre a conoscere il loro territorio come la palma delle loro mani, gli Arutam potevano sopravvivere per lunghi giorni della giungla, potendo camminare fino a sessanta ore senza riposo. Si racconta che, attraverso una cerimonia di Iniziazione, avevano ricevuto la protezione del loro Dio Arutam e che fece in modo che nessuno di loro cadde in guerra.
Foresta Amazzonica con limite d’accesso. Un’informazione delle Nazioni Unite del 1999 dichiara che 90.000 mine anti uomo furono disseminate nella regione della Cordigliera del Condor, calcolando un’area stimata di 426.480 chilometri quadrati. Le mine anti uomo disseminate, a causa alle condizioni fangose del terreno si mossero dalla loro posizione, invalidando le coordinate di posizione originali. Dalla fine della guerra ad oggi, la foresta Amazzonica nasconde mine dimenticate e si calcola che 21.000 indios, nel solo lato ecuadoriano, hanno sofferto le conseguenze del conflitto.
Le protesi di Atanasio Anguasha, indios Kichwa di cinquantacinque anni. Durante il conflitto era Sergente con quindici anni di servizio. Nel 1997, a due anni dal termine della guerra, lavorava nelle operazioni di ricerca e rimozione delle mine abbandonate e fu così che successe l’incidente. Come i Metal Detector a disposizione dell’Esercito furono inutili in un terreno umido, come la giungla e così dovettero continuare le operazioni di ricerca con le sonde o con il machete. Shell, Provincia di Pastaza.
Amárum, il Maestro della scuola di primo grado nella Comunità Sápara di Lanchama Cocha.
Elica di aeroplano precipitato sul territorio della Comunità Kichwa di Sarayaku.
Carlos Wilson Tendetza, fratello di José Tendetza, assassinato due anni fa per essere stato difensore e attivista contro l’estrazione dell’Impresa mineraria cinese ECSA. Negli ultimi otto anni furono ritrovati i corpi di tre indios Shuar difensori dell’Amazzonia in contrasto con le attività di estrazione mineraria a grande scala nel loro territorio. I loro omicidi rimasero insoluti e nella totale impunità. Comunità Shuar di Yanúa, Sud oriente ecuadoriano.
(a sinistra) Giovane difensore della foresta Amazzonica della Comunità di Tsumtsuim. (a destra) Edwin, recentemente graduato nel Battaglione “Iwias” (I demoni della giungla), aspetta l’autobus fuori dalla Base d’Addestramento Militare a Shell nella Provincia di Pastaza. Nacque ventiquattro anni fa quando iniziò la Guerra dellAlto Cenepa. Il proposito della Scuola Militare degli “Iwias”, è formare Soldati di Fanteria per la giungla con le genti native della regione amazzonica. Dal momento che fu formata questa forza speciale, il Battaglione, fu considerato in Ecuador come la forza armata più letale in possesso all’Esercito.

Nicola "Ókin" Frioli © All Rights reserved 2017

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Nicola "Okin" Frioli
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Nicola Frioli © All rights Reserved 2017

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