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Il concetto di Tempo nella Ristrutturazione del Vissuto Personale

Spesso su internet si leggono proposte terapeutiche che, tra i loro obiettivi, hanno la pretesa di cambiare l’aspetto psicologico ed emotivo di un individuo, o sanare le sue ferite sulla base di semplici massaggi o stiramenti delle catene miofasciali.

Naturalmente ciò scatena ilarità di molti addetti ai lavori, soprattutto se ciò viene promesso in pochi giorni.

Ammesso che far “cambiare l’aspetto psicologico” sia eticamente corretto e il riuscirci sia possibile, ci vorrebbe del tempo per modificare un pattern già costituito e quando si parla di ristrutturazione e Riabilitazione dell’individuo non posso che concordare sulla inadeguatezza della sola terapia manuale, degli esercizi e della educazione.

Per le mie conoscenze nel campo della terapia corporea, l’unica metodica che realmente può operare un profondo cambiamento nell’individuo è l'aspetto Comportamentale delle Catene GDS.

Attraverso la strategia dell'Onda di Crescita che è alla base dello sviluppo neuro-psico-motorio del bambino e che può essere rivissuta attraverso alcune tecniche chiamate re-jeux e descritte in un prossimo articolo, si può davvero permettere ai nostri pazienti di operare qualche modificazione a partire dal loro interno.

Naturalmente, per vedere fiorire questo cambiamento c’è bisogno di tempo; citando Thorwald Dethlefsen ci accorgiamo che il tempo non possiede soltanto una quantità, ma anche una qualità.

L’esperienza soggettiva del tempo è un buco nero nella scienza medica: il modo in cui percepiamo il tempo può curare o uccidere.

Oggi poche persone riescono a farsi un'idea seppur vaga della qualità del tempo. Nei tempi passati avveniva esattamente l'opposto. Allora si considerava in prima istanza la qualità del tempo e si tralasciava piuttosto la sua quantità.

La qualità del tempo non ha niente a che vedere con la durata, Dethlefsen nei suoi scritti afferma che ogni punto del tempo, o sezione del tempo (può essere un'ora, un secondo o un decennio), possiede una determinata qualità, che consente che emergano solo quei fatti che sono adeguati a questa qualità.

Espresso in altri termini, questo significa che in quel determinato momento possono realizzarsi soltanto quei fatti i cui contenuti qualitativi corrispondono alla rispettiva qualità del tempo.

Sul piano filosofico, si possono rilevare due modi diversi di considerare il tempo: nell'antica Grecia si distingueva il suo aspetto quantitativo, inteso come misurazione matematica, denominato chrònos, dal tempo qualitativo o kairós, associato cioè ad un determinato valore o archetipo.

L’onda di crescita GDS è una sapiente fusione tra il concetto di “tempo ciclico”, simboleggiato dal serpente Uroboro, tanto caro alle civiltà orientali e agli alchimisti, e le più moderne “time-line lineari” normalmente utilizzate nella cultura occidentale.

L'uroboro è un simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche Rappresenta un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine.

Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta l'energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l'unità e l'androgino primordiale, la totalità del tutto, l'infinito, l'eternità, il tempo ciclico, l'eterno ritorno e l'immortalità.

Il tempo, in questa visione alchemica, sempre si ripete e sempre è succube del fato, elemento essenziale di questa concezione temporale. Il tempo non può essere altro che la ruota in cui tutti gli esseri eternamente rinascono, muoiono e si ricompongono allo stato originale, come descrivono le mitologie orientali.

La concezione lineare è rappresentata da una freccia che inesorabilmente corre verso il futuro. È tipica della religione ebraica e del cristianesimo. Dio crea il mondo e questo inevitabilmente va verso l’apocalisse. La storia assume un significato datole dalla direzione imposta da Dio. C’è un inizio ed esiste una fine verso cui si corre ed a cui bisogna giungere preparati.

Il concetto occidentale di progresso, nasce proprio da questa idea. Un concetto laico nato dall’idea prettamente religiosa.

Ma anche nell’idea lineare sono presenti i cicli. Il tempo religioso è un tempo eminentemente ciclico: è il tempo del rito, che si ripete uguale a sé stesso infinite volte. La nascita, la predicazione, la morte e la resurrezione di Gesù si ripetono ogni anno per i cristiani. O il rito dell’Eucaristia, che ripete l’atto dell’Ultima Cena da circa duemila anni.

Ma anche a livello profano assistiamo al ripetersi di cicli. Banalmente le varie mode che ritornano. I pantaloni a zampa d’elefante in voga negli anni settanta e ora ritornati. Il maggiolino Volkswagen ritornato in versione aggiornata. Cicli che si ripetono.

Nella vita quotidiana sperimentiamo le due idee di tempo. La nostra vita ha un inizio ed una fine, ed è vincolata dalla freccia del tempo che corre inesorabile verso la morte. L’aspetto lineare. Ma viviamo anche dei cicli. Prima siamo bambini, poi cresciamo poi a nostra volta procreiamo, invecchiamo e moriamo. È questo è accaduto ai nostri genitori e si ripeterà per i nostri figli. O come abbiamo detto poco sopra il tempo religioso o le varie mode. I nostri ritmi biologici, come quello circadiano per esempio sono anch’essi dei cicli.

La scienza del 900 ha rivoluzionato in profondità il concetto di tempo, creando una vera e propria frattura tra il linguaggio scientifico e quello filosofico. Il tempo rigido indipendente ed assoluto di Isaac Newton è diventato progressivamente un’entità dinamica, elastica e strettamente legata allo spazio con Albert Einstein. Per lui il tempo è una variabile dipendente sia del moto che del campo gravitazionale in cui si trova ogni singolo osservatore. Non esistono più, dunque, un passato, un presente ed un futuro validi per tutti e in ogni luogo.

Ancora più inafferrabile ed etereo è, poi, il concetto di tempo nella meccanica quantistica. Il concetto di tempo è sempre più declinato al plurale: dal tempo ai tempi.

A partire da J. Piaget scopriamo come il bambino acquisisca la nozione di oggetto insieme a quella di spazio; mentre la nozione di tempo è associata a quella di causalità. Il bambino impara a collocare i gesti reversibili nello spazio e quelli irreversibili nel tempo.

Il concetto di tempo è stato poi associato a quello di Io. Secondo il filosofo tedesco H. Reichenbach “Io sono” equivale a “Io sono ora”. Al contempo, però, l’uomo percepisce soggettivamente anche “il divenire”. Secondo I. Kant: “il tempo non è qualcosa di oggettivo. Non è sostanza, né accidente, né relazione, ma una condizione soggettiva necessaria, dovuta alla natura della mente umana”. Secondo M. Heidegger, poi, “la temporalità è l’essenza stessa della vita umana” ed è espressa da una famosa immagine di Borges: “Il tempo è la sostanza di cui sono fatto. Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume; è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre; è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco”.

La strategia dell'onda GDS esce da un concetto biomeccanico e mediante il moto delle sue “onde” che avanzano inesorabilmente, utilizza la concezione del tempo ciclico ma all'interno di un’ottica di time-line lineare, tipica del mondo occidentale.

All’ interno dell’onda di crescita GDS vengono proposte alcune esperienze che permettono di integrare la persona con il proprio vissuto corporeo, con il proprio scheletro, con i suoi muscoli.

Come Reich, anche noi infatti parliamo di "corazza muscolare" che protegge, sostiene e nasconde le fragilità che ogni essere umano ha, ma non è certo lo stiramento colui che riesce a ristrutturare un corpo e farlo abitare bene dalla personalità che vive a suo interno.

GDS proporrebbe altre tecniche: la "Condensazione AM" in Terapia Manuale, o il “Re-jeu” a livello Comportamentale. Per gli allievi formati in Biomeccanica Comportamentale GDS, queste soluzioni sono tra gli strumenti più efficaci per “nutrire” lo scheletro e liberarlo dalle tensioni muscolari.

Queste tecniche hanno la specificità di avere un rapporto particolarissimo con il tempo. Esse sono inserite in precisi momenti dell’Onda di crescita GDS, e si sposerebbero con la “grammatica temporale” dell’Uomo.

Utilizzate in determinate fasi dell’Onda, creerebbero una sorta di “stargate” nel corpo-materia, generando potenti modificazioni interne.

Il tempismo di scegliere una tecnica proprio in un preciso momento può dunque essere decisivo; soprattutto quando il soggetto ricevente “apre le porte” all’elemento di cambiamento.

In terapia, come si sa, una parola, un’esperienza di vissuto corporeo, un tocco preciso può generare la giusta reazione solo quando il ricevente è disposto a riceverla. Le porte del cambiamento si aprono dall’interno, insomma.

L’elemento terapeutico che “accende” il seme di autoguarigione si colloca quindi in un preciso momento sull’Onda. Lo stesso elemento terapeutico erogato in un tempo differente probabilmente non sortirebbe lo stesso risultato. Conoscere quel tempo significa giocare la partita terapeutica avvalendosi di una quarta dimensione, l’aspetto temporale.

Una volta instillato nel paziente “il buon seme che cura”, la modificazione neuro endocrina che ne segue, porta ad un innalzamento della qualità dell’attività del ritmo circadiano. Se guardiamo ad un tempo più lungo, ad un ritmo di medio termine come quello stagionale, si capisce che innescare un percorso di guarigione può portare a benefiche conseguenze che si ripetono ad ogni stagione, a cascata negli anni.

Su un’onda più lunga ancora, una “scintilla” accesa in un determinato periodo della vita, può illuminare e far prendere una decisione importante che guida la vita del paziente verso un cambiamento epocale.

Nelle nostre vite, ci sono onde corte e onde lunghe, quindi.

Ogni onda si ripete ciclicamente, come l’uroboro; il tutto procede verso avanti, verso la punta della freccia del tempo lineare.

Il senso finale dell’ecologia GDS è che quando viviamo una vita che non è in fase con l’onda che cavalchiamo, il corpo è in sofferenza: le fasce si irrigidiscono, i trigger point si attivano, le catene muscolari si tendono, il tixotropismo aumenta.

Contraendosi, gli elementi mio-fasciali vogliono sostituirsi all’osso, alla sua funzione di sostegno.

Secondo Godelieve Denys-Struyf, i muscoli sono definiti come veri e propri "rapitori della funzione ossea".

Un muscolo non è dunque solo una banale struttura da massaggiare, è l’elemento psico-comportamentale da mettere in fase con il tempo raffigurato sull’onda di crescita.

Saper osservare il paziente con occhio attento significa comprenderne anche i suoi funzionamenti più profondi, comprese le sue dinamiche temporali.

Come vive il suo tempo il mio paziente?

Quello che vado a proporre è in fase con l’onda del paziente?

Come mi situo sull’onda di crescita io terapista? Sono in una fase PM, di realizzazione personale, oppure sono in una fase differente?

Queste e altre domande è opportuno porsi quando ci approcciamo alla delicata sfera umana altrui.

Se, come terapisti, per eccessiva voglia di potere, con troppa superficialità ci avventuriamo nel ricalco e guida, o peggio, imponiamo i nostri modi e i nostri tempi, riusciremo mai a condurre i nostri pazienti verso la piena Riabilitazione?

Fabio Colonnello: Fisioterapista -Osteopata D.O., Biomeccanicista Comportamentale GDS

Created By
Fabio Colonnello
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