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“Il Nido” recensione a cura di: gaia zavaglia 2D - Fellini

“Il Nido” di Kenneth Oppel

CASA EDITRICE BUR Ragazzi

Steve, un bambino di circa undici anni ha un nuovo fratellino, Theo, ma questi ha qualcosa che non va. Ci è nato, sin dal primo giorno c’è stato qualcosa che è andato storto, che si è rotto e che forse non può essere aggiustato. Steve lo sa e passa la maggior parte delle sue giornate da solo mentre i genitori si occupano del piccolo o in macchina, a fare avanti e indietro dalla casa all’ospedale, perché il bambino ha un continuo bisogno di interventi e cure. Sta male. Steve, però, ha anche i suoi di problemi, infatti tutte le notti, quando va a letto, proprio ai suoi piedi un’ombra si muove misteriosa, rimanendo a fissarlo, a studiarlo. Una notte, però, accade qualcosa: degli angeli, o almeno così pensa Steve, cacciano via l’ombra sul letto del ragazzo e si presentano come la sua salvezza e quella del piccolo Theo: lo possono curare, gli assicurano, portandolo in un luogo meraviglioso e luccicante. All’inizio Steve le ascolta, li segue con ammirazione, ma poi il velo cade e tutto diventa chiaro: gli angeli sono vespe (per le punture delle quali Steve ha una forte allergia) e il luogo affascinante in cui ogni notte viene condotto è il loro nido, che scoprirà poi essere sul balcone di casa sua. Le vespe, inoltre, non possono curare il bambino, ma sono in grado di crearne uno perfetto che donerebbero a Steve in cambio del vero Theo. La tentazione è forte: avere un fratellino perfetto, eliminando tutti i suoi problemi, i timori dei genitori e le preoccupazioni. Steve accetterà? Le vespe sono buone o cattive e cosa vogliono farne del vero Theo? Chi è in realtà l’ombra sotto i piedi di Steve?

Steve è un ragazzino spaventato, pieno di paure, insicurezze e problemi. E’ molto distaccato verso il fratellino Theo: ha paura che possa attaccargli uno dei suoi problemi o la sua intera malattia, nonostante lui stesso sia cosciente del fatto che sia un brutto pensiero e se ne vergogni. Addirittura, durante il libro chiama suo fratello semplicemente “il Piccolo” ed arriva finalmente a chiamarlo Theo (facendoci finalmente scoprire il suo nome) solamente verso la fine del libro. E’ allergico alle punture di vespe ma sarà proprio lui a fronteggiare la proposta che queste gli presenteranno.

La Vespa Regina è un personaggio che cambia costantemente il suo atteggiamento. E’ particolarmente disponibile in alcune situazioni, ma in altre si rivela in un suo lato più eccentrico e cattivo.

Il libro mi è piaciuto tanto, si sente una costante tensione, la situazione è sempre precaria. Su di me personalmente ha avuto un effetto amplificato, avendo un fratellino piccolo come Theo, ho sentito il peso sul cuore della scelta di Steve. Ho adorato il personaggio della Regina, anche se alla fine è variabile, perché è lei che crea l’atmosfera, con le sue parole e i suoi atteggiamenti. Il finale del libro mi ha scosso: mi sono spaventata davvero! La suspance tenuta durante la storia è costante e questo mi ha fatto leggere il libro tutto d’un fiato, ma con il respiro sospeso.

Consiglio questo romanzo a tutti gli amanti dell’horror perché se vi piace leggere con la tensione alle stelle questo è il libro giusto!