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L'Italia nell'Età umbertina

Dopo aver raggiunto l'Unità d'Italia, il governo della Destra storica vuole pagare i debiti che l'Italia ha con le banche e le potenze estere. Per questo occorre denaro e il governo decide di ottenerlo dai cittadini con nuove tasse: si tratta di imposte indirette che aumentano il prezzo dei prodotti che si comprano e si vendono.

1868: tassa sul macinato che fa crescere il prezzo della farina e quindi del pane. I cittadini protestano, ma le proteste vengono soffocate nel sangue.

La Destra storica inoltre crea uno stato accentrato: i sindaci sono nominati dal re e dipendono dai prefetti, anche loro nominati dal re. Quindi il re è al centro di tutto.

In campo economico, la Destra storica sceglie il liberismo:

  1. abolisce le imposte doganali quindi le merci estere possono essere vendute in Italia senza tasse ai commercianti
  2. stipula accordi commerciali co altre nazioni per esportare merci italiane
  3. in Italia potenzia la rete dei trasporti, soprattutto le ferrovie

1878: muore Vittorio Emanuele II e diventa re Umberto I (re dal 1878 al 1900). Gli anni del suo regno vengono chiamati Età umbertina.

Nel 1876 vince la Sinistra storica e cambia il governo; il nuovo presidente del Consiglio è Agostino De Pretis che fa subito alcune riforme.

  1. abolisce la tassa sul macinato
  2. fa una riforma della scuola elementare per contrastare l'analfabetismo
  3. fa una riforma del sistema elettorale per far votare tutti i cittadini maschi che sanno leggere e scrivere
  4. in campo economico abbandona il liberismo e afferma il protezionismo

Queste riforme migliorano poco la situazione in Italia e l'unica riforma davvero efficace è quella sul protezionismo, che dà impulso allo sviluppo dell'industria siderurgica, tessile e zuccheriera.

1887: Depretis muore e lo sostituisce Francesco Crispi, anche lui della Sinistra Storica. E' Presidente del Consiglio, ministro degli Interni e ministro degli Esteri. Fa alcune riforme democratiche:

  • vara una riforma del Codice penale e abolisce la pena di morte
  • ammette il diritto di sciopero
  • istituisce enti assistenziali per i bisognosi

Tuttavia, Crispi fa anche politica in modo autoritario e non tiene conto delle opposizioni. Dà ampi poteri alla polizia e la autorizza a sparare sui manifestanti. Nel 1893 la polizia reprime il movimento di protesta organizzato dal Partito socialista italiano, fondato da Filippo Turati.

Nell'età umbertina, anche il papa Leone XIII incoraggia le opere sociali della Chiesa, sia per lo spirito di solidarietà insito nel cattolicesimo sia per il timore di essere scavalcato dai socialisti nella vicinanza alle classe più povere.

Nelle campagne nascono associazioni cattoliche e vengono organizzate attività di beneficenza con cooperative, casse rurali (banche che prestano denaro ai contadini a basso interesse) e istituzioni di carità.

Per la città, il papa scrive le Rerum Novarum, un'enciclica sul mondo industriale moderno in cui dice che:

  • i lavoratori devono obbedire ai padroni e rispettare la proprietà privata
  • i padroni devono rispettare i lavoratori, dare salari giusti, case e ambienti di lavoro igienici

Leone XIII è però ancora rigido verso la politica e la Chiesa continua a non avere nessun rapporto con lo Stato italiano.

Nel 1898 il prezzo del pane aumenta improvvisamente per il cattivo raccolto in Italia e il blocco delle importazioni di grano dagli Stati Uniti. In tutta Italia ci sono proteste e tumulti. Il presidente del Consiglio Di Rudinì proclama lo stato d'assedio e ordina all'esercito di reprimere le proteste.

Il generale Bava Beccaris fa sparare con i cannoni sui manifestanti e fa cento morti e cinquecento feriti; il re Umberto I non si oppone al massacro. Negli Stati Uniti un operaio anarchico italiano emigrato, Gaetano Bresci, decide di vendicare i morti; torna in Europa e nel 1900 uccide il re Umberto I.

Credits:

Creato con un’immagine di SCR3AMFR3AK - "train landscape fog"

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