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Chattanooga - Gatlinburg giovedì 20 settembre

I giorni volano e il viaggio si sta rapidamente avvicinando alla fine, ormai ci rimangono solo due giorni pieni, che tristezza!

Tra gli innumerevoli vantaggi di viaggiare a Settembre aggiungiamo pure che, per vedere l'alba, non sei costretto a levatacce assurde. Con un panorama come quello che abbiamo dalla nostra stanza, impossibile non approfittarne L'alba è molto suggestiva da qui, soprattutto la foschia sulle colline

Lasciamo a malincuore questo posticino così romantico, e ritentiamo la sorte con il Point Park, o meglio, con il suo parcheggio. Lascio Davide in auto e vado all'ufficio NPS per vedere se mi possono aiutare con il parcheggio. Purtroppo no, il parchimetro è di proprietà del municipio, e loro non hanno nessuna autorità. Ma, dietro al Visitor Center c'è il loro parcheggio, che è gratuito, possiamo usare quello. Il parco fa parte del circuito NPS, pertanto, se possedete la tessera annuale "America the Beautiful", potete usufruirne

E' il momento di mettere a posto un altro tassello della Guerra Civile Americana. Come già detto, tutti conoscono Gettysburg e il discorso di Lincoln, ma non sarebbe certo bastata quella battaglia a far capitolare la Confederazione, se l'Unione non avesse già precedentemente indebolito e isolato il sud vincendo altre battaglie, come a Vicksburg e, appunto, Chattanooga.

La Campagna di Chattanooga fu un'importante vittoria per i nordisti, perché la città era uno snodo ferroviario cruciale. Conquistare questa città, inoltre, aprì la strada per la battaglia di Atlanta e la marcia su Savannah, di cui abbiamo parlato il primo giorno con l'Antebellum Trail.

La campagna si svolse nel 1863. Una combinazione di gravi errori di valutazione da parte del generale confederato Braggs, nonché astuzia da parte di Grant, permisero agli unionisti di avere la meglio. C'è da dire anche che i confederati avevano sottovalutato le nuove tecnologie belliche impiegate dagli unionisti, e rimanendo ancorati ad un concetto "cavalleresco" di guerra.

Per scoprire di più sulla battaglia, visitate il museo presso il Visitor Center. Troverete dei cimeli, pannelli informativi, qualche video, e tanti libri da acquistare. Noi abbiamo la fortuna di fare due chiacchiere con il ranger, incuriosito dalla nostra nazionalità.

Oggi, Point Park è una semplice area verde, con un obelisco memoriale al centro, e alcuni cannoni e altri cimeli sparsi per il parco. Il panorama sull'ansa del fiume Tennessee è davvero spettacolare, anche se oggi c'è un po' di foschia.

Point Park ci porta via meno tempo del previsto, e così possiamo tornare in centro, per visitare il mitico Chattanooga Choo Choo.

"Chattanooga Choo Choo" era il nomignolo dato ad una piccola locomotiva a vapore da un giornalista. Nel 1941, la Glenn Miller Orchestra dedicò una canzone country proprio al treno, facndolo entrare nella storia.

Il treno a vapore, ovviamente non quello originale, si trova nella vecchia Terminal Station, che oggi è diventata un hotel. E' persino possibile dormire in un vagone! La Terminal Station avrebbe dovuto essere demolita, ma alcuni imprenditori, affascinati dalla canzone "Chattanooga Choo Choo", decisero di fare l'investimento e convertirla in hotel. Incredibile, il potere della musica!

Parcheggiamo davanti all'ingresso, ed entriamo. In realtà, credo che quel parcheggio sia solo a tempo, e destinato agli ospiti che devono fare il check.in. Noi non ce ne siamo accorti, e siamo stati fortunati a non prendere multe. Non fate come noi, parcheggiate in strada!

La copia del Chattanooga Choo Choo staziona (è proprio il caso di dirlo!) sui binari. C'è anche un'area relax carina, con sedie, panchine, una fontanella, e un gioco simile alle bocce con il quale ci divertiamo qualche minuto.

Mi dispiace lasciare così presto questa cittadina, che sembra davvero piacevole, e secondo me avrebbe qualcosa in più da offrire se si avesse più tempo a disposizione. Per esempio, non abbiamo visitato né l'acquario né l'Art District, sempre lungo il fiume, le Ruby Falls (già citate) e il Chickamauga and Chattanooga National Park. Ma purtroppo il nostro tempo disponibile a Chattanooga è terminato e ci mettiamo in marcia per il Great Smoky Mountains National Park.

Visto che nel pomeriggio dovremmo fare un po' di trekking nel parco, decidiamo di fare una cosa alquanto strana per i nostri standard: pranzare! A conti fatti, in questa vacanza sono stati più i giorni in cui abbiamo saltato il pranzo. Sicuramente, le colazioni ad ora tarda ci hanno aiutato a tirare fino a cena con un po' di frutta.

Oggi facciamo un'eccezione e proviamo il Cracker Barrel, una catena molto diffusa, dove però non eravamo mai stati. Non a mangiare, almeno, ma solo a fare shopping. Siamo molto soddisfatti del nostro pranzo, le porzioni sono molto generose, e i prezzi bassi. Non stupisce che i ristoranti di questa catena siano sempre pieni.

Entriamo nel Great Smoky Mountains da Townsend, e prendiamo la Fighting Creek Gap Road per andare verso Cades Cove, la prima area del parco che visitiamo. Costeggiamo il fiume in un paesaggio tipicamente montano. Fortunatamente non c'è molto traffico, e arriviamo abbastanza in fretta all'area di parcheggio e camping. Si potrebbero noleggiare delle biciclette per fare il percorso panoramico di Cades Cove, ma desistiamo perché costa troppo, e ci metteremmo troppo.

Cominciamo la nostra esplorazione con il Pine Oak Nature Trail, circa 2,5 km nel bosco. La nostra speranza è quella di avvistare qualche orso. Il sentiero è semplice, e sinceramente abbastanza anonimo. E' solo una camminata nel bosco come ne abbiamo tanti anche noi. Purtroppo nessun avvistamento, di orsi, siamo un po' delusi.

Ci rimettiamo in auto per percorrere Cades Cove, una strada panoramica. Ho visto diversi video su YouTube con avvistamenti di orsi in quest'area, anche con molti turisti. Ma noi non abbiamo fortuna nemmeno qui. A parte il panorama, carino perché le montagne si stagliano sulla vallata, non c'è altro. La strada è a lenta percorrenza, siamo costretti a fermarci a intermittenza, perché c'è molta gente, ed è così interessante che io ad un certo punto mi addormento.

Torniamo sulla strada principale per andare a Gatlinburg, dove abbiamo l'hotel. I limiti sono molto bassi, e ci vuole un'oretta per arrivare, anche se i km sono relativamente pochi (50).

Normalmente, chi soggiorna nelle Smoky Mountains, dorme a Cherockee, nel centro del parco. Noi abbiamo scelto Gatlinburg perché la maggior parte delle attrazioni che ci interessano (Newfound Gap e Clingsman Dome) sono tra le due cittadine. Dormendo a Cherockee, avremmo dovuto fare due volte avanti e indietro. Dormendo a Gatlinburg, ci siamo risparmiati circa 60 km. Che, con i limiti di velocità e il traffico del parco, non sono pochi.

Noi, per adesso, non ci fermiamo in hotel, dobbiamo prima fare ancora una visita. Ci fermiamo a are rifornimento, e subito imbocchiamo la Roaring Fork Motor Trail, un'altra strada panoramica.

Avrei voluto fare il Grotto Falls Trail, ma sono 4 km a/r e temo di non fare in tempo a rientrare a Gatlinburg prima che faccia buio, e questa strada non sembra proprio l'ideale da percorrere senza luce. Scegliamo, allora, un altro trail, il Noah "Bud" Ogle Cabin, molto più breve (1 km circa), così siamo sicuri di rientrare con la luce.

Il sentiero comincia e termina proprio dalla Cabin, questa casa/fattoria tipica della zona degli Appalachi nel 19mo secolo. Il complesso comprende la casa e il fienile, e, in fondo al trail, un mulino ancora funzionante. Vedere le abitazioni dell'800 è molto interessante, questo sentiero ci piace.

Purtroppo, niente orsi nemmeno qui. La mia speranza è di vederne qualcuno dall'auto, contando sul calare della luce e sulla riduzione del traffico. Invece nulla, solo innumerevoli tronchi d'albero e rocce scambiati per orsi.

La strada panoramica parte e torna dallo stesso punto, poco fuori dal centro di Gatlinburg. Nella seconda parte, troviamo altre aree abitate nel tardo '800, simili a quella che abbiamo già visto.

Al tramonto, troviamo un bel punto panoramico, e ci godiamo il calar del sole con la sola compagnia di un gruppetto di ragazzi Amish. Si vedono già i colori dell'autunno, ancora più caldi alla luce del tramonto.

Torniamo a Gatlinburg e andiamo, finalmente, a fare il check-in nel nostro penultimo hotel, l'Econo Lodge Inn & Suites Convention Center. Abbiamo la stanza proprio sopra la reception, diciamo che va bene perché la sistemazione è parecchio economica.

Gatlinburg è nominata in una famosa canzone di Johnny Cash A Boy Named Sue. Nella canzone, il ragazzo Sue (che sarebbe un nome da donna) si trova a Gatlinburg in un saloon, e incontra per la prima volta il padre, che l'ha abbandonato da piccolo, I due cominciano una rissa che termina fuori, sulla strada polverosa e fangosa.

Ecco, la Gatlinburg di oggi non ha nulla a che vedere con quello che io mi immaginavo dalla canzone. Niente saloon, niente atmosfera western. Solo una via di trappole per turisti: negozi di souvenir, attrazioni improbabili come cinema 5D, minigolf, e una torre panoramica, lo Space Needle, che costa 13$ a testa.

Ceniamo al No Way Jose, un ristorante messicano. Io prendo delle enchiladas piccanti e Davide le solite fajitas, la cena è ottima, e accettano le nostre patenti di guida come documento per servirci gli alcolici. Tenetelo presente come alternativa al passaporto.

La nota positiva è che troviamo una grossa rivendita della Ole Smoky, azienda produttrice del Moonshine. Non acquistiamo nulla, ma ce ne pentiremo amaramente. Qui hanno tantissimi gusti, e anche le varianti con la panna, e tutto costa la metà rispetto all'Italia. Un barattolo da 750cc costa 31$, quando in Italia io lo trovo a 55€. Purtroppo questo non lo sapevo, e così non ho comprato nulla.

Il Moonshine è un whisky quasi puro, non filtrato e non invecchiato, che veniva prodotto illegalmente durante il proibizionismo. Si chiama Moonshine perché era distillato di notte, di nascosto, nei campi, al "chiaro di luna" Infine, veniva imbottigliato nei barattoli delle conserve, sempre per dare meno nell'occhio.

Visto che non c'è altro da fare, a meno che non si vogliano spendere cifre assurde per labirinti di specchi o altre attrazioni di dubbio gusto, ce ne torniamo a letto. Domani sarà la nostra ultima giornata intera, e sarà molto intensa!

Created By
Valeria Rovellini
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