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Viso, mani,corpo,occhi: ecco come interpretare il linguaggio non verbale dei tuoi pazienti: gli indicatori di menzogna

-"Non ho avuto tempo di fare gli esercizi"

-"Ora sospendo con i trattamenti poi magari ritorno più avanti"

Come ti dicono queste frasi i tuoi pazienti?

Secondo i linguisti più del 90% della nostra comunicazione giornaliera è non-verbale. È quindi un contributo enorme al linguaggio verbale e, dal momento che la comunicazione è strettamente ambivalente, possiamo facilmente comprendere quanto sia più grande il rischio di non capire quando si è al telefono, o alla tastiera, piuttosto che quando si parla faccia a faccia.

Sapere se le parole dette dal paziente corrispondono a verità , ci lascia liberi di decidere la nostra risposta migliore, o ci regala la possibilità di rispettare la volontà del paziente evitando inutili conflitti.

Ecco quattro distretti corporei a cui puoi fare più attenzione:

VISO

La catena AP ha la maggiore espressione nel viso. Il viso di un essere umano contiene circa 43 muscoli, il numero varia da soggetto a soggetto (un interessante studio del 2008, pubblicato su Science Daily, ha evidenziato come alcuni individui ne posseggono solo il 60% di quelli conosciuti).

Quelli maggiormente responsabili delle espressioni facciali sono detti muscoli mimici pellicciai.

Tra questi importanti sono:

1. i due muscoli buccinatori, formano la parete delle guance, sono utilizzati per soffiare o quando si "sbuffa", in questi casi si esprime malcontento o noia davanti a una situazione sgradita o ripetuta

2. il muscolo frontale o corrugatore della fronte, denota sorpresa, curiosità, ma anche disappunto o impressionabilità

3. l'orbitale che muove le sopracciglia è un indicatore di attenzione. In particolare attenzione, sorpresa, meraviglia agiscono sulle sopracciglia alzandole e facendo aprire maggiormente l'occhio, al fine di aumentare la loro capacità visiva

4. orbicolare della bocca, si ritiene sia collegato a sensazioni di avidità

5. orbicolare interno della bocca, viene utilizzato per chiudere la bocca, serrare le labbra.

Le labbra serrate indicano una certa chiusura nei confronti degli altri e un atteggiamento freddo, privo di empatia

6. orbicolare degli occhi: le contrazioni possono mostrar concentrazione (palpebrale) senso di soddisfazione (occhio superiore). Muscolo traverso, quello che fa arricciare il naso e fa contrarre le narici, è tipico del disgusto.

7. Platisma, sono una coppia di muscoli superficiali che dal bordo della mandibola si inseriscono nella clavicola. Denotano concentrazione e nervosismo

8. Il muscolo piramidale, situato tra le due orbite oculari, fa arricciare l'attaccatura superiore del naso. Denota dubbio o perplessità

9. I muscoli sopracciliari, collocati sopra le sopracciglia, indicano un tentativo di concentrarsi

10. Il quadrato del mento: provoca un rigonfiamento poco pronunciato, collegato ad un'auto ed etero sensazione di forza e di volitività (Mussolini). Porre le mani chiuse sui fianchi vuole lanciare un forte segnale di corporeità, di realismo, sensualismo.

11. I muscoli masseteri hanno la funzione di sollevare la mandibola ma quando guizzano contraendosi isometricamente esprimono nervosismo e tensione interna .

Lasciando da parte i segni attraverso i quali il viso può tradire un'emozione nascosta, gli indizi che fanno capire che una mimica è falsa, sono caratterizzati dalla assenza di contrazione di qualcuno tra i muscoli qui sopra citati, che in genere risultano essere poco controllabili, e quindi più attendibili, che quali non entrano in azione in una mimica non sincera.

Ma ci sono altri tre indizi che fanno pensare che un'espressione non sia sincera:

" l'asimmetria del volto

" la scelta del tempo

" collocazione dell'espressione nel corso della conversazione (Ekman & Friesen, 1969).

Per quanto riguarda l'espressione asimmetrica del volto, i movimenti che appaiono sono uguali in entrambi i lati del volto ma con un'intensità differente, risultano più accentuate su un lato rispetto l'altro. Tali espressioni non vanno confuse con quelle unilaterali che invece hanno la caratteristica di apparire in una sola metà del viso. Questo fenomeno di asimmetria accade solo nel caso in cui l'espressione sia volontaria, ovvero quando l'individuo cerca di mostrare un volto che indica un qualcosa di diverso rispetto ciò che pensa.

Nel caso la mimica fosse spontanea ciò non sarebbe osservabile. È da tener presente però che l'asimmetria non è prova certa di menzogna, infatti anche certe espressioni autentiche possono essere asimmetriche: tutto quello che si sa è che la maggior parte non lo è. Chi ha intenzione di smascherare le bugie non deve mai basarsi su un solo indizio, ma deve averne molti.

Come Riconoscere la falsità

Un altro indizio che risulta fondamentale sono i tempi di attacco (quanto impiega a comparire) e di stacco (quanto impiega a scomparire) dell'espressione. Le espressioni di lunga durata sono valutate come false in quanto la mimica che esprime emozioni vere resterebbe sul viso per meno di 5 secondi. Anche in quei casi estremi è raro che l'espressione si mantenga invariata a lungo: c'è piuttosto una rapida successione di molte espressioni più brevi.

Infine anche l'esatta collocazione di un'espressione rispetto al flusso del discorso e ai movimenti corporei è da tener presente, le espressioni infatti devono essere sincronizzate con i gesti e con le parole per risultare sincere (effetto timing).

Riassumendo il volto può racchiudere svariati indizi di menzogna: micro-espressioni, segni che si rilevano dai muscoli facciali meno controllabili, dilatazione della pupilla, asimmetria, errori nei tempi e nella scelta del momento e sorrisi falsi. Alcuni di questi fanno trapelare informazioni che il soggetto vorrebbe nascondere, altri fanno capire solo che il soggetto mantiene nascosto qualcosa, altri ancora indicano che un'espressione non è autentica. Questi segni si diversificano rispetto alla precisione delle informazioni che permettono di ottenere. Alcuni mostrano esattamente qual è l'emozione autentica, anche se il soggetto cerca di dissimularla, altri svelano solo se l'emozione dissimulata è negativa o positiva, altri ancora sono generici, lasciando capire semplicemente che c'è un'emozione che non si vorrebbe mostrare. (Ekman, 2011).

MANI

Ekman elenca otto gesti comuni, riguardanti le mani, che indicano la menzogna:

" Mano sulla bocca

Il primo è la mano sulla bocca: quando viene detta una menzogna il cervello ordina inconsciamente alla mano di bloccare le parole false che pronuncia. Talora avviene che la bocca sia coperta solo da alcune dita o dal pugno, ma il senso del gesto non cambia.

" Toccarsi il naso

Un altro gesto è quello di toccarsi il naso, che può essere costituito da una serie di rapidi sfregamenti sotto di esso o da un unico tocco, rapido e quasi impercettibile. Anche questo gesto va interpretato in relazione agli altri segnali corporei e al contesto, poiché il soggetto che lo compie potrebbe avere il raffreddore o un'allergia.

" Sfregarsi l'occhio

Il terzo gesto è lo sfregamento di un occhio: quando un bambino non vuole vedere si copre entrambi gli occhi con le mani; quando, invece, un adulto non vuole vedere qualcosa di spiacevole, si sfrega l'occhio inconsapevolmente. Tale gesto rispecchia il tentativo da parte del cervello di non vedere l'inganno oppure il volto della persona a cui mentire. Gli uomini si stropicciano solitamente l'occhio in modo vigoroso mentre le donne tendono a usare di meno questo gesto e, in caso, a sfiorarsi la parte inferiore dell'occhio con tocchi delicati, perché sin da bambine sono state educate a evitare gesti decisi oppure per non rovinarsi il trucco.

" Toccarsi l'orecchio

Un ulteriore gesto è lo sfregamento dell'orecchio, ovvero un tentativo simbolico da parte dell'ascoltatore di "non sentire", ossia di bloccare le parole che sente portando la mano all'orecchio. E', in altre parole, la versione adulta del gesto che il bambino fa tappandosi entrambe le orecchie con le mani quando i genitori lo rimproverano.

" Grattarsi il collo

Un ulteriore gesto che denota dubbio o incertezza, tipico di chi non è convinto di accettare una proposta o un'offerta è quello di grattarsi il collo: l'indice, di solito della mano con cui si scrive, gratta il lato del collo sotto il lobo auricolare.

" Scostarsi il colletto

Quello di scostarsi il colletto è un altro fenomeno da prendere in considerazione. Desmond Morris è stato uno dei primi a scoprire che, quando si dice il falso, si avverte un formicolio nei delicati tessuti del viso e del collo che induce a grattarsi o a sfregarsi la parte interessata. Per questo motivo alcuni soggetti non solo si grattano il collo ma si scostano anche il colletto della camicia quando mentono e temono di essere smascherati.

" Dita in bocca

L'ultimo gesto è quello delle dita in bocca, che denota un bisogno di rassicurazione: si tratta di un tentativo inconscio di tornare alla sicurezza dell'infanzia, quando succhiavamo il latte materno. In assenza del seno materno il bambino piccolo si succhia il pollice o mette in bocca un angolo della coperta, l'adulto invece porta le dita alla bocca oppure succhia una sigaretta, la pipa, una penna, gli occhiali o mastica una gomma, per rassicurarsi.

CORPO

Nasconderci è una reazione normale che apprendiamo precocemente quando dobbiamo proteggerci.

Da bambini ci nascondiamo dietro a oggetti fisici, per esempio tavoli, sedie, mobili vari, dietro alla mamma e a qualsiasi cosa ci possa difendere dai pericoli. Con la crescita l'uomo impara a incrociare una o entrambe le braccia al petto per cercare di salvaguardarsi inconsciamente nel caso in cui ci si trovi in una situazione minacciosa. Le braccia vengono incrociate proprio all'altezza della regione del cuore e dei polmoni per proteggere questi organi vitali da eventuali lesioni. Se una persona ha un atteggiamento teso, negativo o difensivo, incrocerà le braccia al petto dimostrando che si sente minacciato. Le braccia hanno anche la funzione di rassicurare: quando eravamo piccoli, i nostri genitori ci abbracciavano e stringevano se ci vedevano sofferenti o preoccupati. Da adulti tentiamo spesso di riprodurre quella sensazione di conforto nel momento in cui ci troviamo in situazioni stressogene. Invece di incrociare completamente le braccia, atto che può rendere palese la loro paura, le donne usano un gesto più sottile, l'incrocio parziale: un braccio viene posto orizzontalmente all'altezza della vita e stringe l'altro, in modo da formare una barriera e da ricordare una sorta di abbraccio. Le barriere così create vengono usate di frequente in occasione di riunioni con persone sconosciute o quando ci si sente insicuri. Gli uomini, invece, usano un'altra barriera parziale, l'incrocio delle mani sul corpo, in situazioni di ansia. Questo gesto li rassicura perché protegge i genitali ed evita le conseguenze di potenziali attacchi frontali.

Generalmente i nostri piedi e le nostre gambe rivelano dove vogliamo andare, cosa proviamo e chi apprezziamo o non apprezziamo. Tenere le gambe incrociate indica un atteggiamento di chiusura, di sottomissione o di difesa, mentre quelle aperte denotano sicurezza. Chi d'abitudine incrocia gambe e braccia sostiene di aver freddo più che ammettere di essere teso, ansioso o sulle difensive; altri invece affermano di "stare comodi", il che è probabilmente vero: quando un individuo si sente insicuro o in pericolo, incrociare gambe e braccia lo fa sentire bene perché è un atto conforme al suo stato d'animo. Quando, invece, siamo interessati a una conversazione o a una persona, mettiamo un piede in avanti per accorciare la distanza tra noi e la persona stessa. Se siamo reticenti o disinteressati, lo spostiamo all'indietro, sotto la sedia se siamo seduti.

OCCHI

Un capitolo a parte meriterebbero gli occhi, che anche nel lessico comune vengono definiti come "Specchio dell' Anima" : innervati da almeno 3 nervi cranici ( immagina che il solo nervo sciatico innerva tutto l'arto interiore!) sono quelli che parlano più di tutti rivelando, ad un buon osservatore, gli stati d'animo corrispondenti.

Le variabili più evidenti, ma anche da non perdere di vista sono l'apertura e la direzione della pupilla.

Maggiore è l'apertura oculare maggiore è l'attenzione. La posizione della palpebra a mezz'asta è tipica sia della noia sia della stanchezza sia del disinteresse, così come l'aumento del battito palpebrale.

Occhi ben aperti sono invece segnale di attenzione.

Senza scomodare la PNL e le modalità di accesso ai sistemi rappresentazionali dell' individuo ( visivo , auditivo, cinestesico ecc) una cosa da ricordare è che lo sguardo fisso sta ad indicare la volontà di defilarsi, di non impegnarsi nelle relazioni con gli altri ( Sulger -Gesti verità, Armenia, Milano 1989)

Quanto detto finora in questo articolo è stato redatto grazie al contributo di Igor Vitale e Denis Isabella, da cui è stato preso gran parte del materiale ed adattato. Esso si basa su ricerche sistematiche che utilizzano la sola tecnica di analisi quantitativa del Facs.

Ekman e i suoi collaboratori sostengono che tutto questo materiale ricavato dai loro studi ha una valenza "provvisoria" in quanto nessun altro ricercatore ad oggi ha ancora cercato di replicare le ricerche sulle differenze tra espressioni volontarie e involontarie.

Fabio Colonnello

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Fabio Colonnello
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