Il 5 marzo è l'anniversario delle rivolte del 1991 in Iraq che hanno portato all'istituzione del Governo Regionale del Kurdistan
La rivoluzione ebbe inizio a Ranya, quando i disertori delle milizie kurde utilizzate da Saddam Hussein contro i peshmerga insorsero contro il regime e presero il controllo della città con l'aiuto di peshmerga e partiti politici kurdi.
Le insurrezioni furono incoraggiate dagli Stati Uniti, con il presidente George H. W. Bush che fece appello al popolo e all'esercito iracheno per cacciare Saddam
Nel marzo 1991, vi furono rivolte contro il regime di Saddam Hussein in tutto l'Iraq, in particolare nelle regioni del sud, a maggioranza sciita, e nelle regioni del nord, abitate dai kurdi. Questa sommossa fu chiamata dai curdi Raperîn, e malgrado una repressione brutale da parte del regime, riuscì a ottenere un'autonomia de facto nella regione a partire dal maggio 1991, grazie al sostegno della coalizione a guida americana.
L'esercito iracheno riprese per un certo tempo il controllo di queste aree, causando l'esodo di centinaia di migliaia di curdi verso l'Iran, ma grazie anche all'intervento del Consiglio di sicurezza dell'ONU che adottò la risoluzione n. 688, con l'istituzione di una no-fly zone, venne creata una zona autonoma sotto il controllo dei due partiti Kurdi, PDK e PUK.
Quindi, al costo di decine di migliaia di vite - per lo più civili - e dello sfollamento di circa due milioni di iracheni, 1,5 milioni di loro kurdi, il 19 maggio 1992 la Regione del Kurdistan elesse per la prima volta il proprio Parlamento Regionale.