La via del guerriero

Il bushido venne scritto tra il XV e XVI da un allievo di Yamamoto Tsunemoto: Tsuramoto Toshiro, che trascrisse i precetti così come li aveva sentiti dal sensei nel testo Hagakure
Prima di iniziare: cos'è un samurai?
Il Samurai era un militare che si distingueva dagli altri a seconda di quanti barbari uccidesse. Essere un Samurai era cosa di poco conto fino al XII quando un Samurai, Hideyoshi Toyotomi, decise che quella del samurai dovesse essere una casta chiusa, cioè rese impossibile acquisire il titolo di Samurai in quanto questo poteva essere solo ereditato, divenendo una casta nobiliare 1587-1591.
I Samurai, una volta tali, ottenevano dei privilegi. Loro erano i soli a poter aggirarsi in pubblico armati e avevano il diritto di uccidere chi li offendesse e fosse al contempo di casta inferiore, questo provocò spesso degli abusi di potere. Questo diritto si chiamava kirisute gomen che vuol dire "autorizzazione a tagliare e abbandonare".
Durante il periodo Edo 1600-1868, il Giapponese visse un periodo di profonda pace, i Samurai di conseguenza "abbandonarono" il loro ruolo e si avvicinarono di più all'arte, diventando interpreti di duelli teatrali.
La fine dei Samurai avvenne con l'imperatore Meiji che cercò di occidentalizzare il Giappone togliendo ai Samurai il diritto di uccidere e umiliandoli tagliando loro il codino, ciò fece gradualmente regredire la figura secolare del Samurai.
Per il Samurai, il bushido oltre ad essere una legge morale è uno stile di vita in tutto e per tutto, infatti per il Samurai la fedeltà veniva sopra ogni cosa ed era legata al senso dell'onore. Se il Samurai non rispettava questi precetti diventava un Ronin ovvero un "Samurai vagabondo" che è maggiormente rappresentato nella cinematografia, in realtà un Samurai senza padrone perdeva tutti i privilegi e ogni considerazione.
義 Gi: onestà e giustizia.
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell’onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
勇, Yu: Eroico Coraggio.
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L’eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
仁 ,Jin: Compassione
L’intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d’aiuto ai propri simili e se l’opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
礼 ,Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.
誠 Makoto: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l’intenzione di compiere un azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l’intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di “ dare la parola “ né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
名誉 Meyo: Onore
Vi è un solo giudice dell’onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prende e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che si è in realtà. Non può nascondersi da se stesso.
忠義 Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un’azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.
Per comprendere quanto tenessero all'onore i Samurai, esaminiamo il suicidio rituale: seppuku.
Se il proprio signore cadeva, se la propria casata finiva in rovina o se si veniva sconfitti in battaglia, il guerriero poteva decidere di fare seppuku (o harakiri, il cui significato letterale è “aprirsi il ventre”) e di riguadagnare così l’onore perso.
Al giorno d'oggi, il Samurai non è completamente scomparso. Da un punto di vista ideologico, i giapponesi conservano lo spirito del Samurai, che è sempre ligio al dovere. Un esempio di Samurai dei giorni nostri è Yukio Mishima che il 25 novembre 1970 fece seppuku davanti alle telecamere per far rivivere gli antichi valori giapponesi.
L'essere un Samurai nella Tai Shin Kai
Tai Shin Kai significa "via della mente e del corpo". Il Samurai sarà tale solo quando la sua mente e il suo corpo viaggeranno sulla stessa lunghezza d'onda, inoltre diverrà un vero Samurai solo quando raggiungerà una fluidità nei movimenti tanto da permettergli di adeguarsi a qualsiasi situazione, anche nella vita.
Per comprendere meglio, prendiamo come esempio l'acqua: semplice, come il Samurai, pura come il suo spirito, conforme ad ogni situazione come deve esserlo un vero Samurai.
Tesina per l'esame di 4° kyu realizzata da:
Clara Marrandino

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