Questo romanzo in principio era nato come una specie di passatempo, perchè quando lo iniziò a scrivere, Lorenzo lavorava da giornalista nella periferia di Milano, nel quartiere di Musocco; lui, vivendo sul lago Maggiore e lontano dal posto in cui lavorava, tutte le mattine si alzava presto, prendeva i mezzi pubblici fino ad arrivare alla sua destinazione e tra un treno ed un altro, nei momenti di noia o nei momenti di arrabbiatura abbozzava questi suoi pensieri e queste sue storie su un blog, che successivamente diventerà cartaceo.
Nel suo libro, gli argomenti trattati sono di vario tipo: si possono trovare storie riguardanti le diverse culture (come per esempio il Dio della salsiccia), dove il protagonista a causa di una incomprensione dovuta alla sua religione e alla sua cultura rischia di perdere il suo ristorante, oppure storie che vogliono coinvolgere il lettore attraverso i cinque sensi (nel capitolo "la Grande Puzza"), descrivendo la differenza di odori tra il luogo in cui vive e il quartiere dove lavora.
Un argomento che mi è particolarmente piaciuto riguarda la periferia: il titolo (Dove finisce Milano) può essere interpretato in due modi divesi. In senso letterale, perché la periferia è la parte più esterna di una città, oppure astratta, visto che alla fine di questo quartiere si trova un cimitero, che può simboleggiare la fine di qualcosa.
Parlando di periferia ci si può ricollegare anche ad un altro termine: le grandi città, perchè se non esistessero le grandi città non esisterebbero le periferie. Quando noi parliamo di Milano, ci viene in mente il centro, i negozi, ma non si considera la periferia, perchè nel centro abbiamo l'apparenza, mentre al di fuori abbiamo i contrasti e abbiamo i confronti tra persone diverse, caratterialmente e culturalmente.