La tematica dei giovani, nella società degli anni ’60 e ’70, scorge il riflesso della cultura americana sui costumi e le aspirazioni nei confini patri (sul territorio nazionale).
La società degli anni ’50, come ha ben evidenziato Nicolas Ray non era rappresentata soltanto dalle “irresistibili” corse notturne su auto rubate ma anche dal disagio di un mondo giovanile foriero di lotte e di violenza. Una trasformazione che anela alla conquista di nuovi principi e l’affermazione di ideali non ultimi quelli della liberazione sessuale in cui si sostanzia l’osmosi tra Europa e America.
I quadri di Rosa diventano lo specchio del disincanto, della cattiva coscienza di una civiltà in evoluzione e forse il segno dell’incipiente declino.
Si tratta di “giovani bruciati” perché moderni, che sono il segno del tentativo di sovvertire il passato e le tradizioni, con elementi di rottura tali da determinare spesso la morte, il vuoto. È in sostanza il dramma di una gioventù alla ricerca di se stessa e del mondo, in lotta “tra morale intirizzita e una da formulare, tra una libertà fittizia e una da conquistare” (Roberto Invernici).
Quadri di volta in volta ispirati alle “band” musicali, ai “capelloni” e alle ragazze con la minigonna, mediante i quali passa in rassegna le “stranezze” del mondo contemporaneo con occhio indagatore
Autostop, 1967 - 50x100 cm