I BIOGAS metano prodotto dai rifiuti

Il biogas viene prodotto all'interno di enormi cisterne, chiuse ermeticamente e riscaldate, che riescono a contenere grandi quantità di sostanze di scarto di vari processi umani, come liquami, scarti di industrie alimentari e residui di attività agricole, attraverso un complesso e molto delicato processo che coinvolge i materiali organici presenti come grassi e carboidrati che vengono assimilati da particolari batteri, che producono il gas ricco di metano (fino al 70%)

cisterne per produzione biogas

La convenienza varia in base agli utilizzi. Il più efficiente uso energetico delle biomasse è stato riscontrato per il riscaldamento, la produzione di energia elettrica e i bio-carburanti di nuova generazione. Molto meno efficaci erano i biocarburnti di prima generazione come l’etanolo prodotto dal grano. In questo momento il 3% del fabbisogno elettrico italiano è costituito da questo tipo di energia rinnovabile la quale presenta però dei limiti; infatti il problema principale riguarda lo spazio poiché sono necessarie ampie zone per costruire una centrale di questo tipo ma anche una grande quantità di prodotti di scarto delle zone agricole. Per ottenere un significativo beneficio economico sarebbe infatti necessario produrre quantità di materiale molto elevate. In questo modo, però, si sottraggono spazi alla coltivazione per uso alimentare e alle altre attività agricole.

Sotto il profilo dell’impatto ambientale la biomassa è una delle fonti di energia più “pulite”. La loro produzione e trasformazione genera scarsissimi residui inquinanti. Di fatto, si limita ad accelerare il processo di reintroduzione nell’atmosfera dell’anidride carbonica assorbita dalle piante. Le biomasse rappresentano una preziosa risorsa energetica alternativa ma se usate in modo indiscriminato possono danneggiare il nostro pianeta. E’ il monito che emerge dal dossier “Bionergie in Europa in una prospettiva di efficienza delle risorse”, realizzato dall’Agenzia europea per l’ambiente (EEA).

Le bioenergie sono un importante componente del nostro complesso di energie rinnovabili, aiutando ad assicurare una costante fornitura di energia. Ma questo studio evidenzia il fatto che le biomasse forestali e i terreni produttivi sono risorse limitate, e parte del “capitale naturale” europeo. Così è essenziale considerare i modi in cui possiamo utilizzare efficientemente le risorse esistenti, prima di richiedere nuova terra per la produzione di energia”, ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA.

Il dossier invita ad agire con cautela in questo delicato settore, trattato finora dalle politiche europee con scarsa attenzione alle ripercussioni ambientali, connesse all’uso diretto dei terreni.

A sostegno di questo tipo di energia si schiera il responsabile economia e ambiente della Coldiretti: Stefano Masini. Egli afferma che con 1000 ettari di bosco, facendo una turnazione ventennale, si possono tagliare 50 ettari all’anno di bosco. Se si considera che da 1 ettaro si ricava più o meno 800 quintali di legna e 200 di rami, con 50 ettari si potrebbero produrre ogni anno 50 tonnellate di biomasse ottenendo energia elettrica per circa 600 Kwh. Arrivando ad una valorizzazione economica per l’impresa ecco che in un anno si ottiene un fatturato potenziale di circa 1.350 milioni di euro. Con questo esempio è impossibile negarne la convenienza sia a livello di energia pulita sia a livello economico.

Credits:

Created with images by WikimediaImages - "biomass heating power plant werl germany" • paulschulze.photo - "Rundballenpresse auf Niedermoorgrünland" • Som Energia - "Inauguració-Reivindicació Planta Biogàs Torregrossa, Lleida" • paulschulze.photo - "Rundballen aus Niedermoorbiomasse" • GreenRon - "Nutzung Erneuerbarer Energien in England 2010"

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