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SUI TUOI PASSI preghiera martedì 19 maggio

Chiudi gli occhi, concentrati sul momento presente, libera la mente da preoccupazioni e pensieri, esprimi interiormente il tuo desiderio di stare alla presenza del Signore.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Ora vado da colui che mi ha mandato [...]. Perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, la folla allora insorse contro Paolo e Sila e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.

Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia».

E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese con sé, a quell'ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

Per la riflessione

Le intense parole pronunciate dal signore Gesù durante la cena pasquale si realizzano nell'esperienza di Paolo e Sila, gettati in prigione e legati con ceppi. Nella desolazione del carcere, infatti, gli apostoli in forza dello Spirito promesso e abbondantemente donato, invece di lasciarsi andare alla tristezza, al contrario «in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli» (At 16,25).

Non conosciamo nè le parole, nè tantomeno la melodia del canto degli apostoli, ma Luca ci narra l'effetto: «D'improvviso venne un terremoto [...] subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene». In questo evento possiamo scorgervi l'energia evangelica della libertà che riesce a scardinare qualsiasi sistema di oppressione. Il canto degli apostoli crea nella prigione un'atmosfera talmente nuova di libertà, di fiducia e di umanità da scatenare un terremoto come quello del mattino di Pasqua e di Pentecoste.

Quando i discepoli attraversano, come il Maestro, la loro personale esperienza pasquale senza lasciarsi imprigionare dall'odio e della cattiveria, nessuna prigione può rimanere in piedi e le catene, pur avvinghiando i polsi e le caviglie, non possono restringere la larghezza e la dolcezza di un cuore abitato dall'amore.

La parola potente che risuona al cuore di questo terremoto di libertà è un appello: «Non farti del male» (16,28). La risposta a questa epifania della libertà è un incremento di umanità: «Egli li prese con sè, a quell'ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi» (16,33). Un gesto di autentica umanità.

Forse l'unico vero 'peccato' è quello che ci rende disumani, e le note di un canto pieno di dolcezza possono veramente cambiare ogni cosa. (Commento: fr. Michael David)

Lode e interecessione

Rit.: Nelle tua mani è la nostra vita!

Ti benediciamo, Padre, per aver fatto dell'amore la legge della nostra esistenza.

Ti benediciamo, Padre, perché ci hai liberati dalla paura e resi tuoi figli.

Ti benediciamo, Padre, perché non escludi nessuno dalla grazia della salvezza.

Padre nostro...

Signore risorto, quando la notte si fa estremamente buia e sembra che null'altro possa e debba accadere, donaci di intonare il canto della speranza. Per la fede nella tua risurrezione, fa' che la nostra vita diventi un appello rivolto a noi stessi e a tutti i nostri fratelli e sorelle in umanità: «Non farti del male!». Alleluia!

Antoine Leiris ha perso la moglie il 13 novembre 2015 al Bataclan di Parigi. All'indomani della strage scrive una lettera ai terroristi. Attraverso le parole grida forte il suo amore e l'amore che avrà per il loro bambino... non vuole che ci sia spazio per l'odio, il rancore e il risentimento nella vita di Melvil.

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Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro.

Sempre e soltanto al gesto che viene dopo. Così deve essere. E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come... e non si è senza respiro. (Michael Ende, da Momo)

Credits:

Creato con immagini di frank mckenna - "Sunrise above a sandy beach" • Alex King - "walking home from dinner with my wife" • Jeniffer Araújo - "untitled image" • Justin Luebke - "Sitting over a winding road"