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Alessandro Magno Dalla Macedonia di Filippo II all'Impero di Alessandro

L'ascesa della Macedonia

La Macedonia era una monarchia, il cui potere, tuttavia, non era assoluto, ma limitato da un'influente aristocrazia guerriera e terriera.

L'economia della Macedonia era basata su:

  • L'agricoltura;
  • l'allevamento;
  • lo sfruttamento delle foreste, il cui legname era anche esportato ad Atene per la costruzione della flotta.

Il primo ad avviare un processo di avvicinamento alla Grecia fu Alessandro I Filelleno (l'amico dei Greci), che riuscì a far ammettere i Macedoni ai Giochi olimpici e rese la capitale macedone, Pella, un centro di attrazione per gli intellettuali provenienti da tutta la Grecia.

Moneta che riproduce l'immagine di Alessandro I Filelleno
Filippo II di Macedonia

Nella prima metà del IV secolo a.C., in Macedonia Filippo II (382-336 a.C.) rafforzò il proprio potere, indebolendo quello dell'aristocrazia. Da quel momento la Macedonia divenne la protagonista della storia greca. Filippo II, infatti, fu un abile sovrano, dotato di una notevole preparazione militare.

Filippo intervenne su più fronti per affermare il suo potere
  • Controllò le ambizioni dei nobili, inserendoli negli organismi statali;
  • riorganizzò l'esercito, introducendo la falange macedone, composta da 16 file di soldati dotati di una lancia lunghissima, la sarissa.
La falange macedone
Grazie alla FALANGE MACEDONE, Filippo II intraprese numerose e vittoriose campagne militari
  • Sconfisse gli Illiri nella penisola balcanica, ottenendo l'accesso ad alcuni sbocchi commerciali.
Illiria
  • S'impossessò delle miniere del Pangeo in Tracia, dalle quali trasse le risorse utili per la crescita della Macedonia.
  • Fondò numerose città, tra cui Filippi (tra la Macedonia e la Tracia).
Carta geografica della Grecia
  • Rese obbligatorio il servizio militare, per rafforzare la propria potenza bellica.
  • Con l'oro del Pangeo coniò una moneta, il filippo.
Tetradracma di Filippo II
Filippo II e la Grecia

Nel 356 a.C. Filippo II ebbe l'opportunità di inserirsi all'interno delle rivalità tra poleis greche, intervenendo nella guerra sacra, scoppiata tra Tebani e Focidesi, aiutati da Sparta e Atene, per il controllo del santuario di Apollo a Delfi. Filippo II approfittò dell'occasione per presentarsi come il difensore delle tradizioni greche, arrivando a incorporare nel proprio dominio la Tessaglia e le colonie greche della Tracia.

Nel frattempo ad Atene si formarono due fazioni:
  • I filomacedoni, che guardavano alla Macedonia di Filippo II come l'unica in grado di garantire la salvezza della Grecia. Tra essi vi erano gli oratori Isocrate ed Eschine, convinti che l'unico vero pericolo della Grecia fosse la Persia, che occorreva sconfiggere con l'aiuto di Filippo II.
  • Gli antimacedoni, che guardavano al sovrano macedone con diffidenza, ritenendolo un vero e proprio despota. Tra questi vi era il democratico Demostene, che tentò di mettere in guardia gli Ateniesi dal pericolo macedone, componendo le famose orazioni Filippiche.
Demostene
Isocrate
Eschine
Ad Atene prevalse la posizione di Demostene, giungendo allo scontro diretto con la Macedonia: nel 338 a.C. a Cheronea i Macedoni, alla guida del figlio di Filippo, Alessandro, sconfissero i Greci, ponendo fine alla libertà delle poleis greche.

Filippo, tuttavia, rinunciò alla conquista delle poleis greche, ottenendo in cambio la cittadinanza greca. Nel 337 a.C. Filippo costrinse i Greci a coalizzarsi nella cosiddetta Lega di Corinto, che prevedeva il divieto per le poleis greche di farsi guerra e l'obbligo di riconoscere il ruolo di guida esercitato dalla Macedonia.

Poco prima della partenza per una spedizione contro la Persia, nel 336 a.C. Filippo II cadde vittima di una congiura ordita nel corso delle nozze della figlia. La sua tomba fu scoperta nel 1977 a Verghina (nord della Grecia) dall'archeologo Manolis Andronicos.

Ricostruzione della tomba di Filippo II
Corona e scrigno contenente le spoglie di Filippo II
Alessandro Magno (336 a.C.-323 a.C.)

Alessandro seppe approfittare del periodo di crisi dell'impero persiano, dilaniato da lotte interne. Nel 334 a.C., con un esercito di Macedoni, Greci e barbari, attaccò l'impero di Dario III in Frigia, presso il fiume GRÀNICO; conquistò le città greche dell'Asia Minore e si diresse verso la Siria. Qui, a ISSO, nel 333 a.C. sconfisse l'esercito persiano, comandato da Dario III. Quest'ultimo chiese, invano, la pace riconoscendo al nemico i territori conquistati, ma Alessandro rifiutò: voleva conquistare tutto l'impero.

Alessandro invase la Fenicia, l'Egitto (dove fondò la famosa città di Alessandria) e la Mesopotamia, dove a GAUGAMELA, nel 331 a.C., sconfisse definitivamente i Persiani.

Conquistò persino la valle del fiume Indo, ma la sua marcia dovette arrestarsi per volere dei soldati stremati dai nove anni di guerre.

Le conquiste di Alessandro Magno
Il progetto di fusione etnica di Alessandro fu bruscamente interrotto dalla sua improvvisa morte, avvenuta nel 323 a.C. Alessandro lasciò l'impero senza eredi: il figlio avuto da Rossane, infatti, era appena nato.

Iniziò un processo di FRAMMENTAZIONE dell'impero, acuito dalle lotte tra i suoi successori, chiamati DIADOCHI e dei loro figli, gli EPIGONI (i discendenti). Si formarono tre regni indipendenti e rivali tra loro, LE MONARCHIE ELLENISTICHE:

  • Il regno di Macedonia, governato dagli Antigonidi ( dal nome del generale Antigono);
  • Il regno di Siria, governato dai Seleucidi (dal nome del generale Seleuco);
  • Il regno di Egitto, governato dalla dinastia dei Tolomei (dal nome del generale Tolomeo).
L'età ellenistica (323 a.C.-31 a.C.)

Con la parola Ellenismo (coniata dallo storico Droysen) si suole indicare la grecizzazione dei territori che erano stati sottomessi da Alessandro Magno.

L'ellenismo fu un periodo di crescita e progresso culturale: si affermò una SOCIETÀ MULTIETNICA, caratterizzata da un sorprendente sviluppo urbano e dalla diffusione della lingua (koinè "lingua comune", parlata dal Mediterraneo all'Oriente) e della cultura greca, che si arricchì di elementi orientali.

Dal punto di vista politico, i sovrani ellenistici, sull'esempio di Alessandro, costituirono monarchie assolute, nelle quali il re era venerato come un dio. I cittadini persero i propri diritti e divennero a tutti gli effetti dei sudditi. Questi ultimi si sentirono sempre meno legati alla polis, inseriti in una dimensione internazionale e cosmopolita.

Durante l'età ellenistica i settori del sapere conobbero uno straordinario sviluppo. Alessandria d'Egitto, la città fondata da Alessandro Magno, divenne il cuore pulsante della cultura internazionale: nel 280 a.C. fu fondato il Museo, punto di incontro di letterati, filosofi, artisti e scienziati, e la Biblioteca.

La biblioteca di Alessandria in età ellenistica
La biblioteca di Alessandria oggi