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IO RICORDO Relazione di un doloroso viaggio spazio-temporale in ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano

di Sara Accetulli, (VC), Valentina Granati (VB) e Carola Principessa (VB)

Quattro giorni per ricordare una delle più grandi tragedie del popolo italiano, il dramma delle foibe e dell'esodo forzato della popolazione giulio-dalmata consumatasi dopo la seconda guerra mondiale. Una delegazione del Consiglio regionale del Lazio ha accompagnato 120 studenti, selezionati da tutte le province della regione, e 25 docenti in visita a Trieste, Pola, Fiume, Basovizza, Padriciano e Rovigno per dare l'opportunità ai giovani di rivivere gli eventi che hanno segnato migliaia di famiglie italiane, con l'obiettivo di trasmettere valori e sentimenti fondamentali per evitare che simili tragedie si ripetano. La trasferta durata quattro giorni è iniziata lunedì 21 ottobre, con la visita al Monumento nazionale “Foiba di Basovizza”: dopo un'introduzione alle vicende che caratterizzano la storia di quei luoghi, i ragazzi hanno assistito a una cerimonia commemorativa con le autorità locali. Gli studenti dell’Artistico sono stati tre, gli stessi che hanno scritto questa relazione, accompagnati dalla docente di Italiano e Storia Prof.ssa Elisa Giovannini. Qui si riportano le testimonianze più significative registrate durante quei giorni di triste incontro con una realtà storica brutale.

“Ai ragazzi vorrei dire che a ogni latitudine, ad ogni longitudine, di qualsiasi colore questi siano, l'odio, l'estremismo, sono mostri che dormono accanto a noi”, ha detto Gianluca Quadrana, nel salutare docenti e studenti. “Qui e ora – ha aggiunto il consigliere segretario dell’Udp – ne abbiamo un esempio infame e infamante; di una parte contro l'altra senza distinzione tra innocenti e colpevoli e dove la colpa diventa esistere. Siamo qui per ricordare di lottare contro ogni forma di violenza. Quella che insanguinò queste terre fu cieca e disumana”. Parole condivise anche da Daniele Giannini, il quale ha detto che “oggi, finalmente, finita la stagione degli odi è possibile fare chiarezza su questa triste pagina e ricordarla per non permettere più che a prevalere sia 'il sonno della ragione', ma la consapevolezza che le identità culturali vanno difese e tutelate. In primis quella italiana”. La delegazione si è poi spostata al'ex centro di raccolta profughi di Padriciano (Trieste), dove ha incontrato alcuni testimoni dei tragici eventi. “Padriciano è un luogo gelido, molti sono morti di freddo e stenti, e tanti oggi soffrono ancora di malattie a causa di quegli anni”, ha spiegato Donatella Schurzel.

Il giorno dopo, martedì 22 ottobre, in mattinata i ragazzi si sono recati a Pola (Croazia) dove hanno avuto la possibilità di visitare la città accompagnati da una guida. La delegazione ha incontrato i rappresentati della comunità italiana e delle autorità locali, tra cui il vice presidente del Parlamento croato, Furio Radini il quale proviene da una famiglia di esuli. Debora Radolovic, la preside della scuola inaugurata da Carlo Azeglio Ciampi, nel 2001 assieme al presidente della Croazia ha spiegato ai ragazzi laziali che l’istituto oggi conta 142 alunni divisi tra licei e istituti tecnici ed "educa alla tolleranza per formare un’identità autoctona. Noi viviamo in una realtà croata – ha aggiunto Radolovic – ma proiettiamo i ragazzi in una prospettiva europea. Il nostro impegno è per tenere viva la cultura e la lingua italiana”. Durante la visita, il vice presidente Devid Porrello ha sottolineato che “si tratta della prima volta che il Consiglio del Lazio organizza un viaggio in questa regione e spero sia il primo di tanti. Dobbiamo dimenticare la cattiveria e per farlo bisogna vivere il nuovo. Solo capendo la storia si può costruire un cammino di pace e spero che il progetto che l'Europa sta costruendo sia di pace”.

A seguito i ragazzi accompagnati dalla delegazione si sono spostati a Rovigno (Croazia) dove dopo una visita guidata tra i vicoli del paese, hanno fatto una tappa prima al Municipio, e poi al Centro Ricerche Storiche, definito “un fiore all'occhiello della ricerca storica tutta” dalla professoressa Donatella Schulzer, “allestito e condotto da docenti e studiosi italiani”.

Mercoledì 23 ottobre, il gruppo ha fatto tappa a Fiume per incontrare la numerosa comunità degli Italiani e per visitare il liceo italiano. “Nel 2018 abbiamo compiuto 130 anni e in tutto questo tempo qui l'istruzione si è svolta unicamente in lingua italiana”, ha spiegato il preside Michele Scalembra, nel dare il benvenuto agli studenti italiani. Melita Sciucca, presidente della Comunità degli italiani, ha ricordato che “dall'asilo all'università, a Fiume c’è tutta la verticale dell'istruzione italiana. Siamo una minoranza, meno del 2 per cento della popolazione, che però è sempre vissuta qui e ci facciamo sentire”.

La consigliera regionale Chiara Colosimo ha parlato ai circa 170 studenti del liceo italiano a Fiume: “Spero sarete anche voi nostri ospiti in Consiglio regionale perché questo legame tra Roma e Fiume possa crescere sempre più forte”, ha detto. “Gli esuli sono la memoria che ha lanciato un seme ai ragazzi che sono qui – ha aggiunto Colosimo – le associazioni hanno fatto di questo seme un albero, nonostante sia stato ostacolato per tanti anni in Italia. Abbiamo il dovere fondamentale, proprio attraverso questo viaggio del Ricordo e con le vostre gambe, di fare della storia un unico grande volume dove le tragedie del '900 vengano condannate di pari passo. Lo dobbiamo agli italiani che sono dovuti fuggire, a quelli infoibati ma anche a tutti coloro che qui vivono in pace. Questo dimostra che l'Europa dei popoli può vincere le sfide di questi tempi”. Nel pomeriggio i ragazzi sono stati accompagnati in una visita della città di Fiume, seguita da una breve sosta a Abbazia (Croazia).

Infine giovedì 24 ottobre i ragazzi hanno visitato a Trieste altri due importanti luoghi di memoria storica, la Risiera di San Sabba, dichiarata monumento nazionale nel 1965 usata dai nazisti come campo di prigionia provvisorio per militari italiani e poi diventa campo di detenzione di polizia, destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e Polonia sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiano, detenuti politici e ebrei (si contano circa 5000). L'impatto emotivo entrando in questo monumento è stato inevitabile sia per i ragazzi che per i docenti, che sono stati proiettati in una realtà diversa sentendosi “in gabbia” tra quelle mura, ogni cosa è stata riadattata per suscitare forti emozioni ai visitatori che si sono sentiti coinvolti durante tutta la durata della visita. Successivamente gli studenti hanno visitato il “Magazzino 18”, in cui venivano accantonate le masserie degli esuli italiani, e hanno avuto la possibilità di ascoltare storie di testimoni diretti degli esodi che hanno commosso e i ragazzi che si sono sentiti parte di quella sofferenza, che ancora dopo anni tormenta la vita di molte famiglie coinvolte.

Created By
Liceo Artistico "A. Calcagnadoro"
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