immagine tratta da www.oltremedianews.it/maurits-cornelis-escher-al-chiostro-del-bramante/
METAMORPHOSIS II,1939/1940 (19,2x389,5 cm)
Una delle tre opere realizzate con la tassellatura, la ripetizione periodica di una o più figure geometriche, che man mano si trasformano, senza sovrapposizioni né spazi vuoti, che ricopre completamente il piano o lo spazio.
PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE: biografia di un artista geniale.
Maurits Cornelis Escher, uno dei più famosi grafici ed illustratori di tutti i tempi, nacque a Leeuwarden, in Olanda, il 17 giugno 1898. Bambino timido, chiuso, studente mediocre, ma eccellente disegnatore con una grande passione per i puzzle e le arti grafiche,( che gli tornò utile da grande per la sua professione di artista), studiò alla scuola di Architettura e Arti Decorative di Harlem, in Olanda.
Il primo viaggio in Italia lo fece con i genitori, nel marzo del 1921, visitando la Liguria dopo il Sud della Francia e la Costa Azzurra. Il suo errare per l'Italia durerà ben 11 anni, fino al 1935 durante i quali disegnò gli schizzi preparatori alle stampe che produsse al suo rientro in Olanda.Alla luce delle sue opere sembra che egli non sia stato tanto colpito dall'aspetto pittoresco delle città quanto dalla loro struttura.
Terminati gli studi, nel 1922, decise, di intraprendere con due amici il Grand Tour, un viaggio in Italia,sulle orme dei grandi artisti mitteleuropei dell’Ottocento. Fu particolarmente colpito dalla campagna e dalle città della Toscana, in particolare da San Gimignano e Siena, e dalla Biennale di Venezia.Si spinse fino in Calabria e in Sicilia, di cui amava il sole e il calore. Fra i paesi che aveva visitato e raffigurato nelle sue opere c’erano sia Morano Calabro, che Rossano Calabro, e nel 1929 è a Castrovalva, in Abruzzo diverrà il modello di una sua celebre litografia. Lo stesso accade per la vicina Scanno.
Nell’autunno del 1922 tornò in Italia fermandosi a Genova, Pisa, Roma e si spinse per la prima volta a Sud sulla Costiera Amalfitana, dove nel 1924 conoscerà Julietta Umiker, figlia di un industriale svizzero: la sposerà l’anno stesso, a Viareggio. La Costiera amalfitana lasciò in lui un segno indelebile, a tal punto che il Duomo di Atrani verrà rappresentato in uno dei suoi capolavori più celebri, Metamorphosis.
Dopo il matrimonio, Escher si stabilì a Roma dove ebbe modo di incontrare e di confrontarsi con i diversi movimenti artistici del primo Novecento. Seguirà le lezioni di storia dell’arte di Adolfo Venturini alla Sapienza e studierà i grandi architetti del Rinascimento, restando affascinato in particolari modo dal Borromini. Alla città eterna dedicò tutta una serie di litografie tra cui molte che la ritraggono di notte.
Nella sfera è riflesso Escher nel suo studio all'interno della casa romana di via Poeriao.
Tra i suoi viaggi all'estero, importantissimo fu nel 1936, il suo soggiorno in Spagna. Visitò Madrid, Toledo e Granada, dove rimase colpito dal magnifico palazzo moresco dell’Alhambra. I particolari arabeschi e i motivi grafici ricorsivi che adornano gli interni del complesso verranno rielaborati dalla fantasia di Escher nelle sue più celebri tassellazioni. Arte e architettura del Mediterraneo saranno determinanti nell’evoluzione della sua creatività.Qui saranno gettate le basi del suo lavoro relativo al riempimento periodico del piano che susciterà l'ammirazione di cristallografi e matematici.
Escher, che disegnò e copiò con estrema accuratezza questi mosaici, capì che in essi vi era qualcosa di speciale, quella simmetria degli oggetti che i matematici definiscono come una proprietà che riguarda lo spazio e i piani. Questo fenomeno, definito tassellazione, interessa soprattutto la cristallografia: studiando i cristalli si è notato, infatti, che la loro struttura e i loro atomi sono sistemati più o meno nello stesso modo, con le stesse proprietà di simmetria che si ritrovano in questi mosaici.
Vivendo in Italia tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, non poté non subire il clima politico italiano. Nel 1935, per non vedere il figlio George diventare un Piccolo Balilla, come prevedeva la prassi fascista, lasciò il nostro Paese e si trasferì prima in Svizzera, e poi in Belgio, infine in Olanda, dove morirà il 27 marzo 1972.
Continuarono i suoi viaggi nel Mediterraneo che non servirono più come ispirazione per il suo lavoro, egli prendeva spunto piuttosto da motivi interiori, sentendosi spinto ad allontanarsi sempre di più dalla illustrazione più o meno diretta e realistica della realtà circostante. Le sue opere si basavano ora sul sottile gioco tra lo sfondo e la figura, che si compenetrano e si completano. Escher fu molto colpito dal rapporto tra le dimensioni. Si è infatti soliti rappresentare forme tridimensionali su superfici che non ne hanno che due e alcune delle sue stampe traducono lo stupore causato da questo antagonismo. Egli sottomise le leggi della prospettiva a ricerche critiche e trovò nuove leggi, sperimentate direttamente nelle sue stampe.
Come spiega Escher questo piccolo universo è riempito di solidi regolari di tre tipi: semplici (cubi, dodecaedri, ottaedri, …), doppi (cioè formati da due solidi regolari che si compenetrano) e tripli (cioè ottenuti dalla compenetrazione di tre solidi platonici). In particolare, nell’angolo in alto a destra, appare la cosiddetta “stella ottangula”, data dall’intersezione di due tetraedri uguali: guardando al suo interno, essa è costituita da un ottaedro, sulle cui facce sono state poste piramidi triangolari; guardandola al suo esterno, i vertici della stella sono i vertici di un cubo, le cui facce hanno per diagonali i lati della stella. Escher disegna la stella con lo stesso stile usato da Leonardo.
<< I try in my prints to testify that we live in a beautiful and ordely world, not in a chaos without norms, even though that is how it somentimes appears. My subjects are also often playful: I cannot refrain from demonstrating the nonsensicalness of some of what we take to be irrefutable certainties. It is, for example, a pleasure to deliberately mix together objegts of two and of three dimensions, surface and spatial relationships, and to make fun of gravity.>>M. C. Escher
Di questo periodo sono le tanto celebri "figure impossibili",come il cubo di Necker o la tribarra di Reutersvärd, piuttosto che del nastro di Möbius o i solidi regolari, fino alle tecniche impiegate per sedimentare l’illusione ottica, come la manipolazione del chiaroscuro.
La produzione di Escher, attraversata dalle Leggi della Gestalt sulla percezione e la cristallografia, fatta di illusioni ottiche e inganni visivi, è tutta funambolismo tra gioco e depressione. Se al nucleo delle Stelle ci sono due camaleonti intrecciati, il Belvedere ha una struttura impossibile, con una colonna che sembra una zampa appoggiata in fallo e l’uomo con il cubo di Necker seduto a pensare. E le scale che si intrecciano in Relatività si arrampicano senza sapere se si scende o si sale.
Con le loro prospettive impossibili, prive di una finalità, esse ribaltano tanto le leggi fisiche quanto quelle del costruire, relativizzando la nostra visione.Con la crisi del positivismo, tuttavia, si problematizza il processo di rappresentazione. Vengono scoperti nuovi modelli, le cosiddette geometrie non euclidee, come il disco di Poincaré,(modello di geometria iperbolica) usato dallo stesso Escher. L’introduzione della relatività altera l’oggettività presunta delle coordinate spazio-temporali, vincolandole al moto dell’osservatore.
Contemporaneamente si svilupparono i suoi studi sull'infinito, e Escher arrivò a creare uno dei suoi più grandi lavori: "Esposizione di stampe", in cui tutto ciò che è espresso nelle sue opere qui viene esaltato all'ennesima potenza.
L'infinito (sia filosofico che matematico), preludio alle geometrie frattali a sviluppo infinito, ad esempio nelle opere sul tema del limite del cerchio, dove un motivo ripetitivo si espande nell'infinitamente piccolo.
In queste due opere quasi uguali a meno della specchiatura, Escher ha raffigurato l’interno di un edificio a forma di parallelepipedo dove le aperture nelle cinque pareti permettono la vista su tre scene differenti a ciascuna della quali appartiene un diverso schema prospettico. Nel cielo non passano inosservati Giove con i 4 satelliti galileiani, una cometa, Saturno con gli anelli, una bella galassia a spirale e altri corpi celesti, a testimonianza della passione di Escher per l’astronomia. Geniale l’idea di far coincidere con il centro geometrico dell’opera un unico punto di fuga prospettico che assume contemporaneamente le diverse funzioni dei tre punti del sistema altazimutale: il nadir, lo zenit e l’orizzonte.
LE TECNICHE DI ESCHER
Nonostante ai suoi tempi esistessero metodi di stampa più moderni e più semplici, Escher utilizzava quasi esclusivamente la litografia, tecnica che prevede l’incisione delle immagini a rovescio sulla pietra, e la xilografia, che prevede l’incisione su tavolette di legno. Le tavolette venivano poi inchiostrate e utilizzate per realizzare più copie dello stesso soggetto. Escher stesso sosteneva che l’arte in quanto tale non doveva essere unica, ma riproducibile.
Entrambe le tecniche hanno in comune la necessità di pensare e realizzare il disegno al contrario, scavando, come nel negativo di una foto. Occorreva una tecnica straordinaria.
LA MATEMATICA APPLICATA ALL'ARTE
Dal 1948 Escher inizia una serie di conferenze sulla sua opera, solitamente in concomitanza di mostre personali.
Nel 1954 stabilisce un primo contatto con il mondo scientifico grazie alla sua esposizione al Museo Stedelijk di Amsterdam, che coincide con il Congresso internazionale dei matematici. Nel 1955 il 30 aprile riceve una onorificenza reale. Tre anni dopo viene pubblicato "Divisione regolare delle superfici"
Escher era un sincero ammiratore e un collezionista delle opere di Giovanbattista Piranesi, incisore e architetto italiano vissuto nel Settecento. Le “carceri d’invenzione” di Piranesi, con le loro geometrie rigorose eppure inquietanti, con l’ossessiva sovrapposizione di ambienti, grate e scale, saranno fonte d’ispirazione per alcuni tra i più celebri lavori di Escher, come Casa di scale e Concavo e convesso.
Le implicazioni logiche, matematiche, geometriche e fisiche dei suoi lavori sono variegate, ma possono essere riassunte in queste tipologie principali:
-Tassellature degli spazi bi e tridimensionali, impieganti tessere ripetute con tutte le possibili variazioni di forma e di dimensioni
Nella tassellazione del mosaico con cigni bianchi e neri dell’opera “Day and Night“, i volatili si incastrano alla perfezione: il cigno nero però non è l’immagine speculare di quello bianco poiché gli uccelli bianchi sono “ottimisti”, con le code rivolte verso l’alto, mentre, i neri sono “pessimisti”, con le code rivolte verso il basso.
La tassellazione presente nell’opera “Conchiglie e stelle marine” è molto complessa: ha una simmetria di ordine 4: questo significa che la figura al centro può essere ruotata quattro volte, ottenendo sempre lo stesso risultato. Il problema è che non esiste un unico centro di simmetria rotatoria. Esistono altri quattro punti dove si incontrano le stelle ma, in questi punti, le parti interne non sono simmetriche, poichè la stella ha un’apertura e un disegno che non si ritrova uguale nelle altre posizioni.
- Processi ricorsivi come il moto perpetuo, dove un trucco percettivo-prospettico permette all’acqua di una cascata di azionare un mulino e tornare ad alimentare la stessa cascata
e l’effetto Droste, (il nome deriva dalla scatola del cacao olandese): un'immagine in cui è presente l'effetto Droste ha all’interno un'altra piccola immagine di se stessa, che a sua volta ne contiene un’altra più piccola e così via, teoricamente all’infinito.
La dicitura "effetto Droste" fu coniata alla fine degli anni settanta del Novecento dal poeta e giornalista Nico Scheepmaker, il quale prese spunto dalla marca olandese di cacao Droste, sulla cui scatola era presente l'immagine di un'infermiera che teneva in mano un vassoio con una tazza e una scatola della stessa marca.
Nonostante la complessità del suo lavoro, Escher è diventato popolarissimo: la sua arte si è trasformata in scatole da regalo e francobolli, t-shirt e biglietti d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti, è finita sulle copertine degli LP quando l’artista concesse l’uso di una sua litografia ai Pink Floyd per la cover di On the run.
Il cubo di Necker è una figura ambigua che dà origine a un'inversione di profondità permettendo due prospettive orientate in direzioni diverse. Louis Albert Necker, studioso svizzero di cristallografia, analizzò per primo il disegno nel 1832 e individuò i fattori che contribuiscono a generare questo paradosso visivo.Diversamente dalla rappresentazione prospettica di un cubo in cui la superficie della faccia anteriore è più grande di quella della faccia posteriore, il cubo di Necker è disegnato in modo che le due facce siano di uguali dimensioni. Questa situazione produce sulla retina un'immagine che il cervello può interpretare in due modi che corrispondono a una proiezione del cubo visto da posizioni diverse. Di fronte al problema di quale sia la posizione in cui si trova il cubo, il cervello non “sceglie” e continua a oscillare tra l'una e l'altra.
Guardando il cubo di Necker si pensa un mondo tridimensionale allo stesso tempo vicino e lontano, è una cosa impossibile e quindi non può essere illustrato. Tuttavia è del tutto possibile disegnare un oggetto che ci mostra una diversa realtà quando lo guardiamo dal di sopra o dal di sotto.
M. C. Escher è stato uno dei più grandi geni artistici nel Novecento. I suoi paradossi prospettici, i giochi con le forme, i colpi di genio concettuali, tutta l’opera dell’artista olandese ha fatto enorme presa sull’immaginario moderno, in tutti gli ambiti in cui la genialità visiva può avere spazio: musica, cinema, spot pubblicitari, cartoni, fumetti,
Un’altra delle stampe dette impossibili è Salita e discesa. Rappresenta un complesso di case i cui abitanti, che paiono monaci, camminano in un percorso circolare fatto di scalini. Apparentamente tutto sembra a posto, ma osservando attentamente la figura, ci si accorge che i monaci compiono un percorso sempre in discesa o sempre in salita, lungo una scala impossibile.
La sua arte ha inevitabilmente influenzato anche il mondo del cinema e della tv. Riferimenti chiari alle sue opere – soprattutto a Case di scale – si trovano nella saga di Harry Potter, con le rampe fatate di Hogwarts; in Una notte al museo III, con una intera sequenza girata “dentro” al quadro, in numerosi spot pubblicitari anche recenti e nel film Labyrinth del 1986 con David Bowie.
Anche Mick Jagger lo contattò per chiedergli di illustrare la copertina dell’album Let it bleed, ma Escher si rifiutò. All’artista olandese, schivo e riservato, non era piaciuto il tono confidenziale della lettera in cui Jagger esordì con un “ciao Maurits”. Sono il signor M.C.Escher, rispose, e chiuse lì la trattativa.
IL VIAGGIO IN SICILIA
Oltre all'Abruzzo e alla Calabria Escher rimase affascinato dai paesaggi e dalle architetture della Sicilia, nonché dal maestoso vulcano che ebbe la fortuna di poter vedere in eruzione. Attratto dalla natura selvaggia e dai luoghi sperduti si spinse da Catania fino a Palermo e a Seghetta, passando dalle Madonie, Caltavuturo, da Troina, Sperlinga e Cefalù.
“Arrivò sull’isola per la prima volta nel 1928, anno della grande eruzione dell’Etna, per tornarvi a più riprese nel ’32, nel ’35 e poi nel ’36, quando decise di lasciare l’Italia per via della deriva militarista del fascismo. Si regalò così un ultimo tour nel Mediterraneo con la compagnia navale Adria, che pagò con alcune sue opere. Dall’Adriatico scese fino a Catania, dove si fermò il 3 e 4 maggio, realizzando dei bozzetti del porto, che tradusse in incisioni. Poi raggiunse Malta e quindi l’Alambra”.
tratto da www.arttribune.com e scritto da: Marco Bussagli, tra i massimi esperti del genio olandese.
Si estrinsecò in disegni, litografie, chine, che sembrano delle cartoline d'altri tempi, in cui ritrasse in modo decisamente realistico tutto ciò che lo affascinava, cogliendo ogni minimo dettaglio delle costruzioni architettoniche, delle linee sinuose del paesaggio, della morfologia dei luoghi: esercizi grafici che lo avrebbero spinto in seguito a cambiare stile dando spazio ad una fervida creatività.
Escher che amava il sud Italia si spinse fino in Sicilia e visitò Catania nel 1928 ma tornò più volte nell'isola fino al 1936.
"Come un immenso nastro di lutto posato sulla terra: è la grande sciara di Mascali, la distesa di lava pietrificata scesa nel 1928 dal lontano cratere fino al mare sommergendo il paese sotto la sua nera onda infocata”. Scriveva Carlo Levi.
Ed Escher rapito dalla violenza dell'eruzione e dalla bellezza del vulcano rappresenta il versante orientale dell’Etna ferito dalla nera colata lavica che nella sua corsa risparmiò miracolosamente l’abitato di Nunziata visibile in alto a sinistra.
la foto ritrae la stessa casa ritratta da Escher durante il suo soggiorno a Catania.
E' raffigurata un'abitazione ormai scomparsa che si trovava tra Mascali e le prime abitazioni di Nunziata, totalmente circondata dalla lava, danneggiata ma sopravvissuta all’abbraccio mortale insieme ad una palma che richiama il mito di Rosemarine, una mitica ninfa anch’essa sopravvissuta alle furia del Vulcano.
Il grande ritorno in Sicilia, ottant'anni dopo il suo ultimo soggiorno nell'isola, con un importante mostra a Catania. La maggior parte delle opere esposte fanno parte di un'importante collezione privata di proprietà di Federico Giudiceandrea, il più grande collezionista privato di Escher in Europa.
Tantissime sono le opere, tra cui le tre versioni di METAMORPHOSIS, in mostra permanente dal 2002 (www.escherinhetpaleis.nl) con un allestimento spettacolare, in un antico palazzo dei reali d'Olanda all'Aja (ovvero la dimora della regina Wilhelmina, nonna di Beatrice, attuale sovrana dei Paesi Bassi). Altre opere sono esposte alla National Gallery of arta di Washington, alla National Gallery of Canada ad Ottawa, e al Museo d'Israele a Gerusalemme.