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Siamo fatti di polvere L'eruzione del Nevado del Ruiz - Colombia

La Colombia è il quarto paese più vasto del Sud America. E' uno dei paesi più tormentati dell'America latina: da più di quarant'anni è in corso un sanguinoso conflitto cui prendono parte l'esercito regolare, alcuni gruppi di guerriglieri e milizie private paramilitari
Volto bruno, occhioni desolati, groviglio compatto di capelli

Omayra Sánchez, una bambina di tredici anni, rimane prigioniera delle macerie e del fango mentre fuggiva. La sua città, Armero, è stata investita da un "lahar", una colata di fango, frane e detriti, provocato dall'eruzione del vulcano Nevado del Ruiz.

Colombia

Situata nell'estremo nord-ovest del territorio sudamericano, è delimitata ad est da Venezuela e Brasile, a sud da Ecuador e Perù, a nord dal mare dei Caraibi (Oceano Atlantico) a nord-ovest da Panama, e ad ovest dall'Oceano Pacifico.

Geologicamente la Colombia fa parte della cintura di fuoco del Pacifico, che rende la regione soggetta a terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche, essendo posizionata presso la convergenza della placca di Nazca, la placca caraibica e la placca sudamericana.

Il territorio colombiano è diviso in una regione montuosa a occidente e una regione pianeggiante a oriente. La regione montuosa è attraversata dalla Cordigliera delle Ande, ramificato in tre distinte catene montuose denominate a seconda della loro posizione geografica: Cordillera Occidental, Cordillera Central e Cordillera Oriental. A est si trovano gli Llanos Orientales, in cui predomina il terreno pianeggiante o semiondulato interrotto a occidente solo dal Massiccio della Guyana. Questa zona presenta la tipica vegetazione fitta della foresta amazzonica nel sud e nel nord la savana; questa regione copre quasi il 60% della superficie totale del territorio colombiano, ed è ricca d'acqua, con fiumi quali il Putumayo, il Caquetá, il Meta e il Guaviare, che si dirigono verso l'Orinoco o verso il Rio delle Amazzoni.

Le montagne più alte della Colombia si segnalano per due curiosità: il Picco Cristoforo Colombo e il Picco Simon Bolivar sono entrambe a 5.575 m s.l.m. e tutte e due sono le più alte cime della Terra le cui pendici danno direttamente sul mare.

Il reddito pro capite è piuttosto basso e ripartito in modo molto iniquo: a una minoranza di persone ricchissime si contrappone una maggioranza molto povera.

La capitale è Bogotà, che conta più di 8 milioni di persone.

Un'altra città importante è Medellin, che è con Cali uno dei maggiori centri di produzione e di smistamento di droga dell'intero continente sudamericano

Piantagione di coca

L'eruzione del Nevado del Ruiz

L'eruzione del Nevado del Ruiz del 1985 è avvenuta dopo sessantanove anni di dormienza. Il 13 novembre 1985 l'eruzione del vulcano colse le città vicine impreparate, anche se il governo colombiano aveva ricevuto avvertimenti di evacuare la zona da più esperti di vulcanologia . Ci furono circa 23.000 morti.

Quando la colata piroclastica fuoriuscì dal cratere vulcanico, sciolse i ghiacciai, creando quattro enormi lahar (colate di fango, frane e detriti indotte dal vulcano) che scesero a circa 60 Km/h. I lahar presero maggiore velocità incanalandosi nei sei fiumi che si formarono alla base del vulcano ed infine si riversarono sulla città di Armero.

Le operazioni di soccorso furono gravemente ostacolate dalla composizione del fango, che rese quasi impossibile muoversi senza rimanere bloccati. Quando, dodici ore dopo l'eruzione, giunsero i soccorritori rimasero inorriditi davanti allo spettacolo che trovarono: alberi divelti, corpi umani sfigurati ed intere case ridotte a mucchi di detriti. Si è trattato della seconda eruzione vulcanica per numero di morti del ventesimo secolo, dietro all'eruzione del Monte Pelee del 1902.

La catastrofe poteva essere evitata?

Geologi e altri esperti avevano avvertito le autorità ed i mass media sul pericolo imminente nei giorni precedenti all'eruzione. Le mappe delle città a rischio erano state preparate, ma non fu data loro sufficiente visibilità.

Il primo messaggio di evacuazione venne trasmesso dalle radio alle 19.00, ma la gravità della situazione non venne compresa. Ad Armero un sacerdote rassicurò la popolazione attraverso gli altoparlanti della chiesa, consigliando di rimanere in casa e usare un fazzoletto su naso e bocca per proteggersi dalla cenere. Intorno alle nove di sera il sindaco ricevette una chiamata da un villaggio vicino al vulcano che confermò l’eruzione. Ordinò ai vigili del fuoco di far evacuare le persone che vivevano nelle zone più a rischio, ma il tempo per reagire fu poco.

Si salvarono solamente 80 delle quasi 5mila abitazioni. Le foto del disastro catturarono l'attenzione di tutto il mondo, suscitando accese polemiche sul grado di responsabilità che aveva avuto il governo nel disastro. Uno striscione, esposto durante un funerale di massa celebrato ad Ibague, recitava: "Il vulcano non ha ucciso 22.000 persone. le ha uccise il Governo".

OMAYRA

Omayra Sanchez è una bambina di tredici anni, rimasta prigioniera delle macerie e del fango mentre fuggiva (cadde in un acquedotto, mentre cercava di aiutare la nonna). I soccorritori cercarono di liberarla per due giorni e tre notti, ma le attrezzature per il salvataggio non arrivarono in tempo. Sfinita, la bambina morì per un attacco cardiaco. Tutto il corpo era sommerso, tranne la testa.

Una giornalista presente, Cristina Echandia, raccontò che Omayra cantava, pregava e parlava normalmente di se stessa, dei suoi amici, della scuola. La terza notte iniziò ad avere delle allucinazioni, dicendo di non voler arrivare in ritardo per la scuola. Chiese, poi, di lasciarla sola per riposare. Oggi la tomba di Omayra è un luogo di pellegrinaggio.

Il racconto "De barro estamos hechos" di Isabel Allende, contenuto nella raccolta "Eva Luna racconta", è proprio basato su questi eventi ed è raccontato dal punto di vista di un uomo presente alla morte di Omayra.

“I suoi [di Omayra] grandi occhi neri, pieni di rassegnazione e saggezza, ancora mi perseguitano nei miei sogni. Scrivere questa storia non è servito a esorcizzare il suo fantasma”, disse Allende.

Tina Zoraide Miggiano - I.C. "Donadoni" Sarnico

Credits:

Created with images by robinjavier - "bogota cundinamarca colombia"

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