COSTITUZIONE E FORMA DI GOVERNO Equilibrio di poteri

La nascita della Repubblica Italiana avvenne a seguito dei risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946, indetto per determinare la forma di governo da dare all'Italia dopo la seconda guerra mondiale.

Per la prima volta in una consultazione politica nazionale votavano anche le donne: risultarono votanti circa 13 milioni di donne e circa 12 milioni di uomini, pari complessivamente all'89,08% degli allora 28 005 449 aventi diritto al voto.

Il COMPROMESSO COSTITUZIONALE COME MOMENTO DI AGGREGAZIONE DELLE IDEOLOGIE ANTIFASCISTE

l 2 giugno 1946, insieme con la scelta sulla forma dello Stato, i cittadini italiani elessero anche i componenti dell'Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale[5]. Alla sua prima seduta, il 28 giugno 1946, l'Assemblea Costituente elesse a capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, con 396 voti su 501, al primo scrutinio.

Con l'entrata in vigore della nuova Costituzione della Repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948, De Nicola assunse per primo le funzioni di presidente della Repubblica. Si trattò di un passaggio di grande importanza per la storia dell'Italia contemporanea dopo il ventennio fascista, il coinvolgimento nella seconda guerra mondiale e un periodo della storia nazionale assai ricco di eventi. Nello stesso anno, nel mese di maggio, fu poi eletto presidente della Repubblica Luigi Einaudi, primo a completare regolarmente il previsto mandato di sette anni.

LA STRUTTURA DELLA COSTITUZIONE

Lo Stato Democratico si afferma come Stato di rappresentatività politica, alternanza e competitività dei partiti, welfare e tutela dei diritti, legalità e uguaglianza

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

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I primi dodici articoli della Costituzione sono dedicati ai princìpi fondamentali. L’art.1 intende mettere in evidenza i due pilastri sui quali è costruita la Repubblica: il principio democratico e il principio lavorista. Col referendum istituzionale del 2 giugno 1946 i cittadini italiani avevano scelto la forma di governo repubblicana, cancellando la precedente forma monarchica: la Costituzione recepisce, dunque, l’esito di quel voto referendario e qualifica la Repubblica come “democratica”, nonché “fondata sul lavoro”. Il lavoro costituisce, pertanto, il fondamento sociale e un vero e proprio principio distintivo della Repubblica, collocando di fatto tutti coloro che esercitano un’attività lavorativa al centro della vita politica, economica e sociale del Paese, nei termini che saranno ulteriormente precisati dai successivi artt.4 e 35-38. Il secondo comma dell’articolo chiarisce in che senso la Repubblica è “democratica”, cioè basata sul consenso popolare: essa è democratica in senso integrale e totale, poiché il popolo è titolare esclusivo della “sovranità”, cioè della potestà suprema; ma lo stesso popolo sovrano, poiché esercita il suo potere in uno Stato di diritto, è soggetto al rispetto della legalità costituzionale, vale a dire dei principi e dei diritti inviolabili sanciti dalla stessa Costituzione.

I PRINCIPI DELLA FORMA DI GOVERNO

Con l'espressione forma di governo si intende il modo con cui lo Stato è organizzato. In questo caso l'espressione Governo è intesa come complesso di organi costituzionali che reggono lo Stato.

la forma di governo prevista dalla Costituzione è caratterizzata dai seguenti elementi:

-separazione dei poteri

-rappresentanza politica

-regimi parlamentare

-partiti politici

prof.ssa Maria Rosaria De Rosa

Credits:

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