Dal Libro degli errori di Gianni Rodari.
Il "trantran"
Un tram può essere pericoloso se non prestiamo attenzione, ma il "trantran" può farci cadere nella noia e addormentare il cervello... Leggi ed ascolta la storia, poi svolgi il compito sul quaderno.
"Trantran = andamento uguale e consueto di vita di lavoro e simili: si torna in ufficio e si comincia il solito trantran"
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Il professor Grammaticus si avvicinò all'uomo che aveva appena finito di inchiodare il cartello a un palo.
- Scusi, - lo interpellò.
- Dica, dica.
- È sicuro che quel cartello vada bene?
- A me lo domanda? Non l'ho mica scritto io. Si rivolga al Comune.
- Ma secondo lei, sentiamo?
L'operaio guardò il cartello come se lo vedesse per la prima volta e lesse:
ATTENTI AL TRAN
- Per me va benissimo, - disse.
- Lo sospettavo. Non nota almeno un piccolo errore?
- Senta, mi lasci perdere. Mi aspettano a casa.
- Ah, ma io non la trattengo! Solo vorrei che mi spiegasse che cos'è un tran. Perché io so che cos'è un tram, con la emme; ma quella roba lì non la conosco.
- Be', ci stia attento lo stesso. Buonasera. E l'operaio se ne andò per i fatti suoi. Il professore era visibilmente indignato. Tanto visibilmente che un passante gli chiese:
- Le è successo qualcosa?
- Non a me, - sbottò il professore, - all'ortografia! Il passante lesse il cartello e sorrise.
- Sorride? Beato lei! A me queste cose mi fanno piangere.
- Pensavo, - disse il passante. - In fondo quel cartello non è sbagliato come crede lei.
- Benissimo. Allora ci scriva addirittura: "attenti al trantran ".
- Ecco. È proprio quello che stavo pensando. Il tram è pericoloso, ma il "trantran" è più pericoloso ancora. Il tram può spezzare una gamba, ma il "trantran" può uccidere il pensiero. Non è peggio?
Il professor Grammaticus rimase a meditare sulle parole del passante. E se ci penserete un po' anche voi, non vi sarà difficile capirle.
Da: Il libro degli errori, Einaudi, 1964